Cristiana Mangani per il Messaggero
Si sono organizzati in silenzio, senza far circolare la notizia sui social. Hanno aspettato il fine settimana e, poi, via, «perché senza ballare non si può vivere». Sono partiti da Rimini, Cesena, Pesaro, in barba al rischio contagio e alla diffusione del Covid. Destinazione Repubblica di San Marino, perché lì di divieti ce ne sono pochi.
discoteca
E comunque i locali sono tutti aperti, mentre sulla riviera romagnola vige il divieto imposto dal Dpcm, che ne prevede la chiusura almeno fino al 30 settembre. Ma, fatta la legge trovato l' inganno. E a soli venti chilometri di distanza, gli appassionati di salsa, merengue e reggaeton, ha individuato la sua zona franca.
Ora, dopo il clamore che queste invasioni hanno scatenato, il governo locale ha imposto la mascherina, quantomeno nei luoghi chiusi. E ha ribadito la massima attenzione contro la diffusione del virus. Però, quando la musica impazza, il distanziamento è bello che dimenticato.
san marino in discoteca in barba al coronavirus
Da Rimini e dalla Romagna in generale, sale la protesta. Una richiesta di sospensiva è stata presentata al Tar dal Silb, il sindacato dei locali da ballo, ed è stata respinta. Così come la speranza del mondo della notte di tornare in pista prima possibile. Intanto a San Marino si continua a ballare.
E gli eventi si fanno sempre più affollati, anche senza la pubblicità. «Basta il passaparola», spiegano.
Per Gianni Indino, presidente riminese e regionale del Silb, che da tempo chiede un intervento urgente, «non è possibile che a 20 chilometri dalla costa si possa tranquillamente fare ciò da noi è vietato per legge - afferma -. Se si dovesse continuare in questo modo, come faremo a spiegarlo ai gestori delle discoteche che si trovano a distanza di pochi chilometri?
discoteca
Dovremo dare un' imbiancata ad alcune strutture sammarinesi abbandonate e spostare tutta l' attività invernale di intrattenimento oltreconfine? È una provocazione, ovviamente. Noi siamo per la libertà d' impresa e appoggiamo chi sceglie di intraprendere un' attività creando posti di lavoro, ma vorremmo poter continuare a farlo sul nostro territorio contribuendo all' offerta turistica e all' appeal della Riviera».
Nel frattempo, il popolo della Bachata non smette di valicare il confine. Una delle mete del pellegrinaggio è il Podere Lesignano, azienda agricola immersa nella campagna del Titano. Parcheggio pieno e tantissime auto posteggiate lungo la strada. «Io ho fatto un' ora e mezza di macchina», è una delle testimonianze raccolta dal Resto del Carlino. Il pubblico è eterogeneo: si va dai venti fino ai 50-60 anni.
discoteca
I ballerini si danno da fare nel piazzale del podere, tra filari d' uva e olivi, mentre le casse sparano ritmi caraibici a tutto volume. «Vi ricordiamo che per i balli di coppia e negli spazi al chiuso è obbligatorio l' uso della mascherina», ripete il dj a intervalli di dieci-quindici minuti, tra un merengue e l' altro. All' ingresso ognuno dei presenti deve fornire nome e numero di telefono.
SAN MARINO IN DISCOTECA IN BARBA AL CORONAVIRUS
Si cerca di far rispettare le regole anti-Covid, con la prenotazione obbligatoria, in modo da «evitare assembramenti». «Dopo mesi chiusi in casa, cosa si aspettavano, che rinunciassimo alla nostra passione? ammette Marco, cinquantenne super abbronzato - Piuttosto mi faccio qualche chilometro di macchina in più e vengo a San Marino. No, non ho paura di essere contagiato, anche perché senza mascherina non ti fanno nemmeno entrare».
san marino discoteche
Il ballo, poi, non è l' unica occasione mondana nella Repubblica.
Sabato scorso si è svolta la festa ufficiale per la Motogp, in occasione del primo dei due Gran premi del Motomondiale a Misano.
Alla consolle deejay del calibro di Jamies Jones e Marco Faraone. Giovani e meno giovani hanno ballato fino alle 4 del mattino.
Con buona pace dei divieti italiani.
san marino discoteche aperte in barba al coronavirus migliaia di persone ballano a san marino