IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - BUONE NOTIZIE PER CHI SEGUE LE SERIE. OLTRE ALLO SPETTACOLARE “M - IL FIGLIO DEL SECOLO”. TROVATE ALTRE DUE SERIE DA VEDERE SU NETFLIX - UNA È LA SPETTACOLARE SERIE WESTERN “AMERICAN PRIMEVAL”, CHE RICOSTRUISCE LA GUERRA DELLO UTAH, CIOÈ GLI SCONTRI TRA I MORMONI GUIDATI DA BRIGHAM YOUNG E L’ESERCITO AMERICANO, CHE CULMINARONO IN QUELLA CHE È CHIAMATO IL MASSACRO DELLE MOUNTAIN MEADOWS - L'ALTRA È LA PIÙ SOFISTICATA E ATTESISSIMA “ASURA”, SCRITTA E DIRETTA DA HIROKAZU KORE EDA, CHE VEDE QUATTRO SORELLE ALLE PRESE CON UNA SCOPERTA CHE CAMBIERÀ LA LORO VITA… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

luca marinelli m il figlio del secolo 4

Buone notizie per chi segue le serie. Oltre allo spettacolare “M” di Joe Wright con Luca Marinelli come Benito Mussolini, trovate altre due serie da vedere su Netflix. La spettacolare serie western “American Primeval”, sei puntate dirette da Peter Berg, scritte dal Mark L. Smith, che ha scritto anche “The Revenant”, esperto di storia americana, con Taylor Kitsch, Betty Gilpin e Dane DeHaan, e la più sofisticata e attesissima “Asura”, scritta e diretta da Hirokazu Kore eda.

american primeval

“American Primeval”, ieri sera ne ho viste due puntate e sarei andato avanti fino alla fine perché mi piacciono i film e le serie western, ricostruisce la guerra dello Utah, cioè gli scontri tra i Mormoni guidati da Brigham Young e l’esercito americano, che culminarono in quella che è chiamato il massacro delle Mountain Meadows.

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Lì l’esercito dei Mormoni di Brigham Young, travestiti da indiani, aiutati da un gruppo di indiani Paiute, massacrarono una carovana di 120 civili che si stavano muovendo dall’Arkansas alla California, dopo aver fatto tappo nel fortino costruito dal trapper Jim Bridger. La serie segue le avventure di una donna misteriosa, la Sara Rowell interpretata da Betty Gilpin (“Glow”) che scappa verso ovest assieme al figlio, Preston Mota, dopo aver ucciso una persona.

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La aiutano nella fuga una guida, il rude uomo del west cresciuto in mezzo agli indiani, Isaac, interpretato da Taylor Kitsch, e la ragazza indiana muta Two Moons, interpretata da Shawnee Pourier (“Stranger Things”). Esattamente come fece per “The Revenant”, Mark L. Smith inserisce i suoi personaggi di fantasia dentro una storia rigorosamente autentica. Inoltre davvero poco sfruttata dal cinema come quella della colonizzazione dell’Utah da parte di questi Mormoni esaltati e razzisti.

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Da una parte Brigham Young, che ebbe qualcosa come 55 mogli, fondò città come Salt Lake City, da un’altra si comportò come un pazzo fanatico e si macchiò di ogni tipo di violenze. Mi sembra che Taylor Kitsch e Betty Gilpin abbiano il carisma necessario per portare avanti la serie, Peter Berg non è un regista di grande eleganza, ma sa girare le scene d’azione e rispetta un copione davvero ben scritto. Mi basta. La scena del massacro, che occupa tutto il primo episodio della serie, è ben girato e le varie tribù indiane hanno il giusto risalto.

asura

Quanto a “Asura” di Kore eda, ieri ho visto la prima delle sette puntate, è una serie elegantissima e di grande scrittura ambientata nel 1979 che vede quattro sorelle alle prese con una scoperta che cambierà la loro vita. Una di loro scopre infatti che il vecchio padre ha una doppia vita, un’altra famiglia, un’altra donna e un altro figlio. Questo mette in crisi anche i rapporti tra le quattro sorelle Takezawa.

asura

Tratta da "Asura no Gotoku", una celebre serie in sette puntate scritta nel 1979 da Kuniko Mukôda, famosa sceneggiatrice della tv giapponese che morì in un famoso incidente aereo a Taiwan nel 1981, ma riscritta dallo stesso Kore eda, è una sorta di operazione nostalgia per il pubblico giapponese, tutta costruita, come l’originale, sui caratteri diversi delle quattro sorelle Takezawa. C’è la moglie e donna di casa Makiko di Jolene Kim, la maestra di ikebana Tsunako di Rie Miyazawa, la libraia Takiko di Yuuki Luna, la cameriera Sakiko di Suze Hirose.

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La scoperta dell’infedeltà del padre cambia anche i rapporti fra di loro. Piena di riferimenti letterari che per noi sono un po’ complessi e sconosciuti, si rimane comunque incantati dal gioco degli scontri fra le sorelle e la costruzione stessa del racconto di Kore eda, che si serve del testo di Kuniko Mukoda per il suo cinema di famiglie distrutte e ricostruite. E’ un grande piacere per lo spettatore attento. Quello che sa cosa sta vedendo. Solo in originale con sottotitoli.

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