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Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In chiaro, forse è meglio rivedersi su Rai 1 alle 21, 25 il divertente “Splash – Una sirena a Manhattan” di Ron Howard con Tom Hanks che si innamora della bellissima sirena Madison, cioè Daryl Hannah, John Candy, Eugene Levy, Dody Goodman, Shecky Greene. La coda venne ideata e costruita da Robert Short.
Sembra che Daryl Hannah andasse fortissima con la coda in acqua e il suo team di sicurezza non riuscisse a starle dietro. John Candy si presentò sul set mezzo ubriaco perché la sera prima aveva incontrato Jack Nicholson in un bar e lo aveva costretto a bere tutta la notte con lui.
Splash – Una sirena a Manhattan
Alle 21 abbiamo una bella scelta tra “Godzilla”, quello kolossal di Gareth Edwards con Bryan Cranston, Aaron Taylor-Johnson, Ken Watanabe, Elizabeth Olsen, Juliette Binoche, Canale 20, e “L’allenatore nel pallone 2” di Sergio Martino con Lino Banfi, Anna Falchi, Urs Althaus, Francesco Totti, Joanna Cecylia Moskwa, Camillo Milli, un sequel atteso per troppi anni, su Cine 34.
Beh, Beh, Godzilla è Godzilla. Funziona sempre. Avvertiamo i fan che anche in questo “Godzilla” americano diretto da Gareth Edwards, giovane e inventivo regista inglese di “Monsters”, c’è grande rispetto per il vecchio Godzilla re dei mostri nato alla Toho nel 1954. Grande rispetto per la statura del personaggio, per i suoi rumori, per la sua camminata, anche per il suo sguardo, che Edwards ha voluto un po’ da aquila (no, laziale no, vi prego…). E Godzilla, che entra in campo dopo quaranta abbondanti minuti, funziona benissimo.
lino banfi allenatore nel pallone
E’ una forza della natura, mena i due mostri cattivi chiamati M.U.T.O., che sta per Massive Unidentified Terrestrial Organism, cioè una coppia di insettoni giganti non particolarmente belli che seminano il terrore per ben quattro città e vorrebbero riempire San Francisco di figlioletti brutti come loro, a uno dei M.U.T.O. gli spara pure un’alitata in piena bocca che lo fa stramazzare.
Non solo. Edwards preferisce darci di Godzilla e dei suoi scontri coi mostri delle visioni non precise, ma quasi dei particolari, piedoni, code che si agitano, come se fosse lo sguardo degli esseri umani presenti sul posto a raccontare e non il regista a mettere in piedi il teatro dei burattini della Toho come ai tempi di Inoshiro Honda. Il film è mediamente piaciuto parecchio ai critici, 88 % su Rotten Tomatoes.
Le scene dei mostri e di Godzilla in particolare sono tutte molto belle, specialmente quando non c’è dialogo. A un certo punto un gruppo di soldati si getta nel vuoto verso una San Francisco devastata per portare a termine la missione eroica e salvare il mondo e assistiamo a un momento di grande cinema visionario. Anche l’attacco al treno di uno dei mostri è grandioso, per non parlare di Godzilla in giro per San Fancisco o che esce o rientra nel Pacifico. E il lavoro sul suono di Erik Ardahl, che recupera anche i vecchio suoni dei film della Toho, è strepitoso.
lino banfi allenatore nel pallone
Ma non c’è proprio nulla della poesia del vecchio Godzilla della Toho e la storia, di David Callahan, ideatore dei “Mercenari”, e la sceneggiatura di Max Borenstein, per non parlare dei dialoghi, non sono proprio all’altezza della visionarietà di Edwards, che porta al film, assieme al direttore della fotografia Seamus McGarvey, una grande freschezza di immagini.
Così alla fine, dopo un preambolo di un’ora, dove si sono sprecati attori come Juliette Binoche, la mamma dell’eroe, Bryan Cranston con pesantissimo parrucchino, il babbo dell’eroe, Elizabeth Olsen, la moglie dell’eroe, il grande Ken Watanabe, lo studioso giapponese che conosce tutta la storia, Sally Hawkins, la sua assitente, David Starthairn, l’ammiraglio americano a capo dell’operazione bellica contro i mostri, vediamo solo il povero Aaron Taylor-Johnson, l’eroe in questione, girare mezzo mondo come Brad Pitt in “War World Z” e finire sempre per trovarsi in mezzo ai mostri come se fosse una cosa naturale. Ma non c’è mai un momento non dico credibile, ma di vera umanità.
Splash – Una sirena a Manhattan
Passiamo a “L’allenatore nel pallone 2”, glorioso sequel diretto da Sergio Martino, prodotto dal fratello Luciano assieme a Mino Loy che riporta Lino Banfi al ruolo di Oronzo Canà, con tanto di moglie Giuliana Calandra. Alla ricerca di apparizioni eccellenti e di come inserirli, scrivevo sul Manifesto nel 2007 quando il film uscì, il film perde un bel po' di logica e di storia, che è una fotocopia di quella del vecchio Allenatore, e prende la configurazione di un tipico barzelletta movie, costruito a sorprese e scenette. Alcune sono da antologia, come i numeri di Banfi-Canà con Mazzone in treno e con Lotito in un dopo Lazio-Longobarda, altre un po' ovvie, alcune inutili.
Le preoccupazioni maggiori, insomma, malgrado un copione firmato in 6, risultano quelle di far entrare tutte le ospitate dentro lo stesso film, dando la stessa importanza, inoltre a Roma e Lazio, visto che Banfi è romanista e i Martino laziali. In questo contesto i caratteristi vecchi e nuovi chiamati in scena risultano trofei da esibire senza spesso avere lo spessore di veri personaggi da inserire in adeguate situazioni comiche.
Resta comunque intatto il piacere di rivedere in ottima forma, dopo anni, Lino Banfi che torna ai celebri 'porca puttena' e 'ti spacco la noce del capocollo' e un regista come Sergio Martino, molto amato nel mondo soprattutto per i thriller, che gira un vero film dopo tanta fiction.
Rai Movie alle 21, 10 propone il poco visto “Una sconosciuta” ideato e diretto da Fabrizio Guarducci con Sebastiano Somma, Desirèe Noferini, Sandra Ceccarelli, Andrea Muzzi, Dario D'Ambrosi. Boh? Su Canale 27 passa invece la versione cinematografica di una serie action famosa, “Starsky & Hutch” diretta dal Todd Phillips di “Joker” quando non era ancora considerato un regista da festival, con la coppia Ben Stiller e Owen Wilson, Snoop Dogg, Vince Vaughn, Juliette Lewis, Amy Smart. Da recuperare, anche se allora non venne esaltato da nessuno. Vedo che c’è anche Fred Williamson. Vince Vaugh fa il boss della droga.
Truppe americane in missione a Kabul troviamo in “The Kill Team” di Dan Krauss con Alexander Skarsgård, Nat Wolff, Adam Long, Jonathan Whitesell, Brian Marc, Osy Ikhile. Ha buone critiche. Attenzione. La7 alle 21, 15 propone il documentario a favore del nucleare di Oliver Stone “Nuclear Now”. Mediaset Italia 2 alle 21, 15 passa invece “Conan il distruttore”, sequel non all’altezza del capolavoro di John Milius, diretto da un nome storico dell’avventuroso come Richard Fleischer con Arnold Schwarzenegger, Grace Jones, Wilt Chamberlain, Mako, Tracey Walter, Sarah Douglas. John Milius, regista del primo meraviglioso Conan, non lo poteva dirigere.
Fu lui a indicare Robert Fleischer, perché “I Vichinghi” era uno dei suoi film preferiti. Anche il mio. Ma il copione di Stanley Mann era troppo infantile e rovinò il trattamento scritto da Roy Thomas e Gerry Conway. Ci furono parecchi sbagli e fraintendimenti. Il personaggio di Zula, ad esempio, che nel film viene interpretato da Grace Jones, era maschile, ma nessuno lo capì. Grace Jones menava sul serio e mandò due stuntmen all’ospedale.
Venne tagliata perché troppo spinta la scena di Sarah Douglas che seduce Arnold. Il film deluse un po’ tutti. Canale 5 alle 21, 20 propone il primo e finora unico film del Milanese Imbruttito, invenzione social degli ultimi anni, che lancia l’idea del milanese-tipo che pensa solo alla doppia F, Figa e Fatturato, “Mollo tutto e apre un chiringuito” diretto da una cooperativa di autori, Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella, Davide Rossi, con Germano Lanzoni, Valerio Airò, Laura Locatelli, Leonardo Uslengo, Paolo Calabresi. Devo riconoscere che faceva ridere. Potrebbe essere una sorpresa stasera. Almeno è una novità.
Minchia! Occhio su Rai4 alle 21, 25, perché passa un revenge movie inglese poco noto ma dalle critiche formidabili, “Bull”, diretto da Paul Andrew Williams, già vincitore di un Bafta, gli Oscar inglesi, con Neil Maskell, David Hayman, Adam Xander Angelides, Ivy Amelia Angelides. Lui, Bull, è il sicario di una gang criminale che cerca vendetta. Cielo alle 21, 20 passa una cazzatona divertente che non ha nessuno status critico (beh…) come “Monster Shark Attack” di Christopher Ray con Carmen Electra, Charlie O'Connell, Brooke Hogan, Christina Bach, Gerald Webb, dove uno squalo a due teste semina il terrore.
Passiamo alla seconda serata con l’horror “Candyman”, reboot politico diretto da Nia DaCosta con Yahya Abdul-Mateen II, Tony Todd, Nathan Stewart-Jarrett, Teyonah Parris, Colman Domingo, tutto ambientato nel quartiere nero di Chicago chiamato Cabrini-Green. Un film strano e bellissimo. La5 alle 22, 55 propone “Shopgirl”, nato dall’omonimo romanzo di Steve Martin, diretto da Anand Tucker con Steve Martin, Claire Danes, Jason Schwartzman, Frances Conroy, Rebecca Pidgeon, dove i sogni e i destini di tre personaggi si incontrano misteriosamente a Los Angeles.
Iris alle 23 propone un bellissimo melo, “Machester By The Sea” di Kenneth Lonergan con Casey Affleck, Lucas Hedges, Kyle Chandler, Michelle Williams, Gretchen Mol, salutato dai critici americani come un capolavoro, vincitore di due Oscar, miglior sceneggiatura, di Kenneth Lonergan, e migliopr attore protagonista. Lee Chandler, interpretato con rara intelligenza e umanità da Casey Affleck, si sposta da Boston, dove fa il triste portiere in uno stabile, a Manchester sul mare, la sua cittadina, quando viene avvisato che suo fratello Joe, Kyle Chandler, è morto.
Come in tutti i film americani, comici o drammatici che siano, basati sul ritorno a casa, anche qui già l’idea del ritorno mette in moto una serie di sentimenti fulminanti che faranno rivivere al protagonista sia il passato che il presente come una specie di momento unico che lo mette a nudo, fragilizzandolo, rispetto alle sue scelte, alla sua esistenza, ai suoi rapporti con la famiglia. Vengono a galla così i flashback della vita precedente di Lee a Manchester, quando era anche lui pescatore come il fratello Joe, era sposato con Randi, Michelle Williams, aveva due figlie, aveva un rapporto speciale col suo nipotino.
La morte di Joe, e soprattutto il fatto che il fratello defunto gli abbia affidato la cura di suo figlio teenager Patrick, a patto che torni a vivere a Manchester, turba completamente Lee, che si trova da una parte a fare i conti col proprio passato e coi propri sensi di colpa, le sue due figlie sono morte in un incendio, la ex-moglie aspetta un figlio da un altro, da un altro si ritrova simil padre di un ragazzone giocatore di hockey, Lucas Hedges, bravissimo, l’abbiamo già visto in Moonrise Kingdom di Wes Anderson, che non sa come trattare.
Pensa di portarlo a Boston, ma il ragazzo non ha nessuna voglia di andarsene da Manchester, dove ha ben due fidanzate, una rock band, una squadra di hockey, pensa di portarlo dalla madre, Gretchen Mol, che non è mai stata molto materna, e ora vive con un esaltato cattolico, Matthew Broderick, ma sono tutte scelte sbagliate.
Rai Movie alle 23, 55 la commedia strampalato “Il tuo ex non muore mai” di Susanna Fogel con Mila Kunis, Kate McKinnon, Justin Theroux, Sam Heughan, Gillian Anderson, Ivanna Sakhno. Sui Cine 34 alle 1, 05 avete la commedia sexy “Amore vuol dir gelosia” di Mauro Severino con Enrico Montesano, Barbara Bouchet, Gino Santercole, Pino Ferrara, Milena Vukotic, un film che segna il ritorno al cinema di Montesano dopo ben tre anni di assenza.
“Questa di Amore vuol dire gelosia mi pare una ricetta buona, e sennò mica l’avrei fatto il film”, diceva ai giornali, “So’ stato tre anni senza fare un film e sapete perché? Perché De Laurentiis m’aveva messo appresso Noschese e ci faceva fare certe boiate… I primi film erano buoni e io mi ci divertivo pure a farli, ma poi il filone cominciò a fare la muffa e mi dissi: Enrì, se non ti fermi ti freghi..”.
Producono il tutto Barbara Bouchet col marito Luigi Borghese. Bellissimo, Mediaset Italia 2 all’1, 15, l’horror di Robert Eggers “The Witch” con Anya Taylor Joy, Ralph Ineson, Kate Dickie, Harvey Scrimshaw, Lucas Dawson, ambientato nel New England nel 1630. E’ uno dei grandi horror degli ultimi anni, che lanciò Anya Taylor Joy e Robert Eggers. Non fu il successo sperato “La figlia di Ryan” di David Lean, scritto da Robert Bolt con Sarah Miles, Robert Mitchum, John Mills, Trevor Howard, Christopher Jones, Leo McKern, Iris all’1, 30, kolossal girato da Lean dopo “Il dottor Zivago” che non funzionò come avrebbe dovuto.
Mitchum coltivava marijuana in Irlanda sul set e faceva fumare tutti. Christopher Jones al tempo era fidanzato con Olivia Hussey, ma aveva avuto una storia segreta con Sharon Tate. La sua tragica morte lo sconvolse al punto che non fece altri film dopo questo. Il film fu un tale fiasco e venne così massacrato dalla critica, in testa Pauline Kael, che David Lean non girò più nulla per quattordici anni. Poi dici che i critici non contano…
Rete 4 alle 3 presenta un trashone assurdo diretto da Mino Guerrini, una delle grandi penne del giornalismo italiano con costante bisogno di soldi, con Claudia Vegliante, Alex Freyberger, Orsetta Gregoretti, Carmen Russo. Ovviamente da supervedere. Rai Movie alle 3, 15 spreca un filmone in Cinemascope e colori come “La magnifica preda” di Otto Preminger con Robert Mitchum, Marilyn Monroe, Rory Calhoun, Tommy Rettig, Murvyn Vye, Douglas Spencer.
Leggo che né Otto Preminger né Marilyn avrebbero voluto fare il film, che fu un successo incredibile, ma lo dovettero fare per obblighi contrattuali. La lavorazione fu un inferno, Marilyn si fece male a un’anca, arrivava sempre tardi sul set, Mitchum era sempre sbronzo e non sopportava il regista. Preminger avrebbe preferito Jean Simmons nel ruolo della protagonista, e non sopportava l’acting coach di Marilyn, Natassha Lytess, che il regista avrebbe voluto fuori dal set e con la quale litigò pesantemente.
Come spesso capitava a Hollywood, Preminger se ne andò a riprese finite, lasciando i montatori da soli. Non solo. Pagò anche una penale di 150 mila dollari per cancellare i suoi obblighi con la Fox. Per il produttore, Stanley Rubin, Preminger non era per nulla adatto a girare un western, avrebbe preferito William A. Wellman, Raoul Walsh, o Henry King. Preminger era vstato un disastro.
Mancavano scene fondamentali. Così venne chiamato Jean Negulesco per girare dei retakes e delle scene aggiuntive. Marilyn lo considerava il suo peggior film. Tommy Hilfiger si è comprato i tre jeans indossati da Marilyn nel film. Cine 34 alle 4, 20 passa un ormai lontano, ma non era riuscito neanche quando uscì, “Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa” diretto da Marcello Fondato con Monica Vitti in versione chanteuse, Gastone Moschin, Pierre Clementi, Peppino De Filippo, Carlo Giuffrè. Assieme a “La ragazza con la pistola” fu il primo film da vera protagonista della Vitti. La chiudo qui.
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