
AZZ! LA DUCETTA CI STA PENSANDO DAVVERO DI PORTARE L’ITALIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026 - PERCHÉ…
IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA? OCCHIO ALL’EDIZIONE INTEGRALE DELLO SPAGHETTI WESTERN “TEPEPA”, CON TOMAS MILIAN IN STATO DI GRAZIA COME PEONE INCAZZATO E POI CAPO RIVOLTA E ORSON WELLES - ALTERNATIVE? NON PUÒ CHE ESSERE “BUONA GIORNATA”, GRANDE FILM SULLA POLITICA ROMANA - IN SECONDA SERATA TROVATE IL GRANDE THRILLER ANNI’70 “IL MARATONETA” E LO STRACULTISSIMO "ATTENTI AL BUFFONE”, TRIONFO DEI DELIRI EROTICI-GRANDGUIGNOLESCHI DI ALBERTO BEVILACQUA, CHE PROPRIO NON SI REGOLA, E INSISTE SUL PORNO DICIAMO D’AUTORE ARRIVANDO A UN’ORGIA SUPERTRASH…
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In chiaro, occhio a Rai Movie che trasmette alle 21, 10, nell’edizione integrale di 136’ “Tepepa”, uno dei migliori film di Giulio Petroni e grande spaghetti western del periodo rivoluzionario.
Trionfo di Tomas Milian, che lo girò in pieno ’68. “Tepepa è il più felice incontro della mia carriera”, disse “e mi porta ad essere molto vicino alla mia gente e nel modo più sincero. Gli eroi crudeli e romantici del western, i banditi, i vendicatori, i giustizieri mi hanno conferito una certa popolarità, ma Tepepa - così lontano dalla tipologia del western - è qualche cosa di nuovo e di più importante" (da “Il Giorno”).
Il film venne scritto da Franco Solinas, fresco di Quien sabe? e Queimada e dal cantautore di sinistra Ivan Della Mea, ma su chi realmente abbia scritto la sceneggiatura c’è una doppia versione. Petroni dice che il copione è quasi tutto di Solinas, che volle aiutare Della Mea facendolo collaborare al film, Solinas ricordava che era quasi tutta opera di Della Mea.
Il cast è stellare con Tomas Milian in stato di grazia come peone incazzato e poi capo rivolta e Orson Welles come cattivissimo colonnello Carrasco che getta una particolare aurea alle sue scene, visto come sono sontuose e geniali. John Steiner è un medico gringo che deve vendicarsi di Tepepa, perché gli ha violentato e ucciso la fidanzata, ma prima lo segue e lo cura. Nel folle finale tutti si uccidono gira anche la frase “Cosa è una donna rispetto alla rivoluzione?”.
La romanissima Anna Maria Lanciaprima, nel suo unico film, divenne poi fidanzata dell’artista Massimo Muchetti e scomparve da Cinecittà. Ricordava Tepepa con amore. Ma tutto il film è sregolato e fantastico, dall’uso del grande schermo ai colori grigiastri, alle invettive di Tomas Milian, che parla per la prima volta con la propria voce sia nella copia italiana sia in quella inglese. Uno dei punti più alti del genere. E unica apparizione di Welles in uno spaghetti western. Lo snobbissimo Alex Cox scrive che è una buona variazione ai cattivi di Eduardo Fajardo.
Il rapporto Welles-Tomas fu un disastro. Milian ricorda il terribile primo giorno sul set con Welles. Gli chiede da che parte si deve mettere per dargli la battuta e Welles gli risponde che non gli importa da che parte si metta “basta che non ti si veda la faccia”. Secondo John Steiner il rapporto fra Milian e Welles non era buono perché Tomas era convinto che Welles non lo sopportasse. Cosa del resto ripetuta anche da Petroni che ricorda che Welles chiamava il protagonista “quel cubano”.
Alternative? Non può che essere “Buona giornata”, diretto e scritto dai Vanzina con Diego Abatantuono, Vincenzo Salemme, Lino Banfi, Maurizio Mattioli, Teresa Mannino. E’ anche un grande film sulla politica romana. “Vaffacanculo te e sta buciona co’ le ciavatte!” è il grido di battaglia del Principe Ascanio Gaetani Cavallini, interpretato da Christian De Sica, in reazione alla proposta di matrimonio di una cafona arricchita che vende mutande in centro con madre, appunto, inciabattata.
Un principe in un film dei Vanzina, anche se decaduto, è sempre un principe. Ma non è male nemmeno la promessa di Diego Abatantuono alla figlia: “Quando sentirò nitrire i caciocavalli ti comprerò un San Bernardo!”. Di fronte a questo 53esimo film dei fratelli Vanzina, “Buona giornata”, che vede il ritorno in ditta di Christian De Sica dopo dodici anni di cinepanettoni, non si può rimanere indifferenti.
Certo, non tutto è nuovissimo e non tutto è perfetto, non si crede ad esempio a Paolo Conticini, pisano, che fa il tifoso della Fiorentina e pretende dalla sua donna, Chiara Francini, di ripetere tutto quello che ha fatto in trasferta l’anno prima a Verona per Chievo-Fiorentina, corna comprese, ma in generale è tale il piacere di ritrovarci di fronte a comici che così tanto ci hanno divertito che non possiamo non trovarci a casa. Più di un paio di storie, inoltre, ci offrono spunti tratti dalla realtà italiana che solo i Vanzina si permettono di affrontare.
Pensiamo all’episodio politico con Lino Banfi, dove fa un senatore della maggioranza, cioè PDL, tal Lo Bianco, che chiama alla raccolta i fedeli del partito per non essere spedito come dovrebbe in galera dalla votazione in Senato per il suo arresto. Sotto di un voto, recupera il malatissimo senatore veneto Zonin.
Ma, disgrazia vuole che gli muoia il fido senatore Molteni, il grande caratterista milanese Luis Molteni, mentre stava alle prese, ingrifatissimo di Viagra, con un trans brasiliano, certo Bernarda, interpretato dal ballerino Russell Russell (è il momento più cult e trash del film). Per non perdere il voto fondamentale di Molteni, lo fa votare da morto spingendolo con la carrozzella.
Nell’episodio di Christian De Sica, che è il più riuscito del film, seguiamo una giornata dello spiantatissimo principe Ascanio Gaetani Cavallini, costretto a affittare la casa di famiglia a una coattissima troupe romana per le riprese di “Orgoglio e Pregiudizio VII”. Christian riprende un po’ del presenzialismo del Principe Giovannelli (la storia è la sua, precisa) e dell’eleganza di Mario D’Urso per la costruzione di questo cialtrone blasonato, ma anche un po’ della sua vita (“Ho conosciuto Sam Spiegel tanti anni fa…”) e l’effetto finale, al di là della storia, che non esiste, è di gran divertimento.
la ragazza con il braccialetto
Interessante anche il thriller ambientato a Atlanta di Canale 20 alle 21, 10, “Codice 999” diretto da John Hillcoat con Chiwetel Ejiofor, Casey Affleck, Woody Harrelson, Kate Winslet, Aaron Paul. Sembra che l’asso nella macchina del film è il detective diabolico interpretato da Clifton Collins jr. Su Rai5 alle 21, 15 troviamo “La ragazza con il braccialetto”, giallo psicologico diretto da Stéphane Demoustier con Melissa Guers, Anaïs Demoustier, Chiara Mastroianni, Roschdy Zem, Annie Mercier, con un una ragazza di sedici anni accusata di aver ucciso la sua migliore amica.
johnny depp penelope cruz blow
Iris alle 21, 15 ripropone “Blow” di Ted Demme con Johnny Depp, Penélope Cruz, Franka Potente, Rachel Griffiths, Jordi Mollà, Paul Reubens, Ray Liotta, tutti alle prese col narcotraffico negli anni ’70. Johnny Depp interpreta George Jung, una star del cartello di Medellin. Per documentarsi sul ruolo andò spesso a trovare in prigione il vero Jung. Il regista, Ted Demme, morì un anno dopo mentre giocava a tennis. Il suo sangue risultò pieno di cocaina. Era il suo terzo e ultimo film di fiction. Si era fatto un nome con una serie di video famosi, anche per Bruce Springsteen.
Su Cielo alle 21, 15 passa il fantasioso “Seven Sisters” del norvegese Tommy Wirkola con Noomi Rapace che interpreta le sette sorelle, tutte identiche, che cercano di sopravvivere a una società del futuro che non permette alle famiglie di avere più di un figlio. Loro fanno finta di essere sempre la stessa. Ci sono anche Willem Dafoe, Glenn Close, Robert Wagner, Pål Sverre Hagen, Tomiwa Edun.
Su La7D alle 21, 15 troviamo “Misure straordinarie” di Tom Vaughan con Harrison Ford, Brendan Fraser, Keri Russell, Courtney B. Vance, Jared Harris, dove un uomo di successo nel momento maggiore della sua carriera lascia tutto per seguire i due figli colpiti da una rarissima malattia genetica. Farà il botto, magari, su Italia 1 alle 21, 20 “Spider-Man: No Way Home” di Jon Watts con Tom Holland, Zendaya, Benedict Cumberbatch, Marisa Tomei, Jamie Foxx, Alfred Molina.
Su Canale 27 alle 21, 20 torna un vecchio successo di Jim Carrey, “The Mask” diretto da Chuck Russell con Jim Carrey, Cameron Diaz, Peter Riegert, Amy Yasbeck, Richard Jeni. La5 alle 21, 40 passa l’ultima versione di una storia che Hollywood ha sempre molto amato, “A Star Is Born”, diretto da Bradley Cooper con Bradley Cooper, Lady Gaga, Sam Elliott, Andrew Dice Clay, Dave Chappelle, Anthony Ramos.
lady gaga bradley cooper a star is born
Ora. Lo sappiamo tutti che Lady Gaga non è né Judy Garland né Barbra Streisand ma metterla in coppia con Bradley Cooper è stata una bella scelta, perché i due funzionano bene sia nelle scene romantiche e drammatiche sia nei numeri musicali, anche se un'ombra di gusto alla X Factor rovina l'operazione. Rispetto alle altre versioni della storia, la prima venne diretta e scritta da William Wellman nel 1936, e fa davvero piacere dopo tanti anni ritrovare il suo nome a Venezia, questa di Cooper è quasi un remake non dei primi due, ma del terzo, quello musicarello rockpop con Barbra Streisand e Kris Kristofferson diretto nel 1976 da Frank Pierson.
Già lì i protagonisti non erano più due attori di cinema, ma due cantanti, uno folk rock in discesa e una tendente pop in salita. Ideato per James Taylor che lo rifiutò, venne poi offerto dalla Streisand a Elvis. Kristofferson, ubriaco davvero anche sul set, dette al personaggio il glam vero che tenta di riprendere Cooper, mentre la Streisand, canzoni a parte e mal di pancia che ebbero tutti a sopportarla sul set portò da subito quella qualità queer rock che ritroviamo anche in Lady Gaga.
lady gaga bradley cooper a star is born
Viene ripreso dal film di Pierson, anche il fratello manager e badante del cantante, Bobby, qui interpretato da un notevole Sam Elliott e allora da Gary Busey. Diciamo che la prima parte del film, esattamente come in tutte le versioni, funziona meglio della seconda, con lo scivolamento nel melo. Le modernità, la scena ai Grammy Awards, il Saturday Night Life con Alec Baldwin, non portano molto al film, ma Lady Gaga è comunque notevole, soprattutto quando canta "La vie en rose" nel locale queer, e quando duetta con Cooper.
Passiamo alla seconda serata con “Il maratoneta”, grande thriller anni’70 diretto da John Schlesinger, scritto da William Goldman con Dustin Hoffman, Laurence Olivier, Roy Scheider, Marthe Keller. Laurence Olivier, già gravemente malato di cancro accettò il ruolo del dottor Mengele per lasciare a sua moglie e ai suoi figli una solida somma come eredità. Robert Evans, il produttore, rischiò che Olivier morisse mentre lavorava senza assicurazione perché, in quanto malato, nessuno lo avrebbe assicurato. Non solo finì il film, ma venne candidato all’Oscar e il cancro si fermò.
il tifoso l’arbitro e il calciatore
Cine 34 alle 23 passa il divertente erotico-calcistico “Il tifoso, l’arbitro e il calciatore” diretto da Regia di Pier Francesco Pingitore con Alvaro Vitali, Carmen Russo, Pippo Franco, Mario Carotenuto, Marisa Merlini, film a episodi celebre per Pippo Franco che fa il tifoso della Roma, figlio del capo ultras Mario Carotenuto, che si fidanza con la figlia del capo ultras laziale Gigi Reder. Ma c’è anche Alvaro Vitali arbitro cornuto sposato con la straripante Carmen Russo. E vi ricordo la celebre battuta di Marisa Merlini alla figlia Carmen: “Figlia mia come ti sei imputtanita!”.
jamie foxx colin farrell miami vice
Da rivedere, anche se quando uscì non piacque quasi a nessuno, “Miami Vice”, diretto da Michael Mann, rebooy cinematografico della celebre serie ideata e diretta proprio da Michael Mann con Colin Farrell, Jamie Foxx, Gong Li, Naomie Harris, Ciaran Hinds, Justin Theroux. Rete 4 alle 0, 50 prppone alle 0, 50 un poco ricordato “Trafficante di virus” diretto da Costanza Quatriglio con Anna Foglietta, Andrea Bosca, Michael Rodgers, Paolo Calabresi, Roberto Citran.
Su Rai Movie all’1, 15 troviamo un favoloso film di Billy Wilder con un cast da paura, “Testimone d’accusa” con Marlene Dietrich, Charles Laughton, Tyrone Power, Elsa Lanchester. Hitchcock ricordava che molta gente amava il film e pensavano lo avesse girato lui. Altri pensavano che Billy Wilder avesse diretto “Il caso Paradine”. Agatha Christie lo riteneva il miglior film tratto dai suoi romanzi. Marlene rimase malissimo quando seppe che non era stata nominata. per l’Oscar.
Il modello per il personaggio dell’avvocato inglese di Charles Laughton. Sir Wilfrid Robarts, era un vero avvocato inglese, Florance Guedella, che era stato avvocato sia di Laughton che di Marlene Dietrich. Leggo che Tyrone Power accettò il ruolo solo perché venne pagato 300 mila dollari a testa per questo e per il film successivo, “Salomone e la regina di Saba”. Questo lo finì, ma Salomone lo iniziò e morì a metà della lavorazione.
LOREDANA BERTE ATTENTI AL BUFFONE
Cine 34 alle 2, 30 ripropone lo stracultissimo "Attenti al buffone” di Alberto Bevilacqua con Nino Manfredi anche co-sceneggiatore, come musicista-poeta in lotta con le forze del fascismo, rappresentate da Eli Wallach-Ettore Manni-Rolf Tasna, per recuperare la moglie Mariangela Melato.
Trionfo dei deliri erotici-grandguignoleschi di Bevilacqua, che proprio non si regola, e insiste sul porno diciamo d’autore arrivando a un’orgia supertrash che vede protagonisti oltre ai tre camerati l’ex svampita Cristina Gajoni, la malcapitata Erika Blanc, e soprattutto una procacissima, giovanissima e nudissima Loredana Bertè. Anche la Melato ce la mette tutta nel favorire la follia dell’erotomane Bevilacqua. Il film, un fiasco colossale, venne definito da Marco Vallora come “famigerato” su “La Gazzetta del Popolo” e Bevilacqua gli mandò una lettera dove lo diffidava dal parlare dei suoi film. Bei tempi.
ambra angiolini raoul bova la scelta
Finisce su Rai Movie alle 3, 20 un film di Michele Placido tratto da Pirandello che fece un po’ di scalpore dieci anni fa, “La scelta" con Raoul Bova, Ambra Angiolini, Valeria Solarino, Michele Placido, Manrico Gammarota. Vediamo cosa ne scrissi. Guarda chi si rivede? Luigi Pirandello. Alla fine funziona sempre. Soprattutto quando ti servono dei buoni personaggi e un bell’intreccio drammatico.
Michele Placido ha quindi ripreso un vecchio testo teatrale di Pirandello, “L’innesto”, messo in scena nel gennaio del 1919, con Maria Melato protagonista, lo ha scritto assieme a Giulia Calenda, lo ha fatto produrre alla moglie Federica Vincenti, e lo ha ambientato in quel di Bisceglie, grazie all’Apulia Film Commission. Ovvio. La trama, che Placido riprende quasi integralmente, compresi i nomi dei protagonisti e il finale, dal testo di Pirandello, vede una giovane coppia, Giorgio e Laura, cioè Bova e Ambra, lui ristoratore e lei maestra di canto al conservatorio, che non riescono a aver figli. E lei ne soffre moltissimo.
La sorella Francesca, cioè Valeria Solarino, ne ha invece due, e ha pure una situazione di famiglia allargata con ben due uomini, oltre a un posto nella sede della Natuzzi poltroni e divani di Bisceglie per doveri di sponsor (è così…). Un giorno Laura, mentre sta tornando a casa, viene acchiappata in un vicolo della ridente cittadina, menata e stuprata da un ignoto che si era appostato in un vicolo. Ne esce sconvolta. Ma non vuole sporgere denuncia di stupro al comando dei Carabinieri dal maresciallo Michele Placido che l’ha trovata in mezzo alla strada sotto shock.
ambra angiolini raoul bova la scelta1
Non solo. Sapendo di essere rimasta incinta, Laura-Ambra pensa di tenere il bambino, che è da subito “il mio bambino”. Non voleva proprio questo? Ma il marito non è della stessa idea. Non vuole un figlio di uno sconosciuto che ha violentato la moglie. A Pirandello, e a Placido, che lo media dalle sue esperienze con Marco Bellocchio, non interessa tanto il meccanismo di racconto, quanto la figura della donna rispetto alla maternità e la sua capacità di far uscire di scena qualsiasi maschio, anche il marito.
L’orrore della violenza, in qualche modo, si trasforma per la donna, che pensava di non poter più avere figli. in una sorta di benedizione, visto che sta realizzando il suo sogno. Inoltre grazie a un ignoto, che non vuole assolutamente riconoscere, quindi senza aver tradito il marito coscientemente. Il fatto che Giorgio-Bova non la segue su questo punto, per lei si trasforma ovviamente un dramma, e il nemico della sua maternità non è tanto lo stupratore, quanto il marito che pensa di farla abortire al più presto.
Anche se Placido esagera un po’ coi telefonini e con la musica, e preferisce svuotare dai dialoghi gran parte delle scene, al punto da ritrovarsi un film un po’ corto che riduce un po’ all’osso il dramma, va detto che fa un gran lavoro di costruzione dei suoi due protagonisti, soprattutto quello di Ambra, e in un periodo di film italiani così mal scritti e dai soggetti così deboli, l’aver recuperato il vecchio testo di Pirandello ci sembra un atto di coraggio.
Su Cine 34 alle 4, 15 ripassa “Cari fottutissimi amici” di Mario Monicelli con Paolo Villaggio, Antonella Ponziani, Beatrice Macola, Eva Grimaldi, Paolo Hendel e Massimo Ceccherini. Chiudo con il raro “Il vendicatore - Dubrowski", diretto in Europa da William Dieterle, tratto da Aleksandr Pushkin con Paul Dahlke, John Forsythe, Rosanna Schiaffino, William Dieterle, Nerio Bernardi, Guido Celano, Rai Movie alle 5. Mai visto…
tomas milian tepepa
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nino manfredi attenti al buffone
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