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    CIRCE IN LIBERTÀ – MARIA LUIGIA REDOLI, LA “CIRCE DELLA VERSILIA”, DOPO 24 ANNI OTTIENE LA LIBERTÀ VIGILATA – UCCISE IL MARITO INSIEME ALL’AMANTE A FORTE DEI MARMI NELL’ESTATE DEL 1989


     
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    Da www.lastampa.it

     

    CIRCE DELLA VERSILIA CIRCE DELLA VERSILIA

    Maria Luigia Redoli meglio conosciuta come la 'Circe della Versilia', è libera dopo avere scontato 24 anni di carcere, come riporta oggi La Nazione. La decisone è del tribunale di sorveglianza di Milano dopo la richiesta presentata dal suo legale, avvocato Alessandro Maneffa. La donna era nel carcere lombardo di Opera dopo la condanna, insieme all'amante Carlo Cappelletti, per l'omicidio del marito Luciano Iacopi avvenuto a Forte dei Marmi la notte del 17 luglio 1989.

     

    L'agente immobiliare che venne trovato ucciso con 17 fendenti in un lago di sangue nella sua abitazione sulla via Provinciale a Forte dei Marmi. Ad avvertire le forze dell'ordine fu la stessa moglie, quando rientrò a casa con i figli Tamara, allora 18 anni, e Diego, 14. Le indagini si concentrarono da subito su Carlo Cappelletti, all'epoca aveva 23 anni, carabiniere, amante della donna, e su Maria Luigia Redoli 50 anni, che furono ritenuti i responsabili del delitto.

     

    In un primo momento ci fu l'assoluzione in primo grado a Lucca, mentre l'appello ribaltò la sentenza con l'ergastolo per entrambi, confermato dalla Cassazione. L'arresto definitivo avvenne nel settembre del 1991. Cappelletti sparò anche verso i colleghi carabinieri quando lo vennero a prelevare nella casa di via Provinciale.

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    Maria Luigia Redoli, oggi 76enne, ha lasciato definitivamente il carcere di Opera a Milano dove era reclusa, ottenendo la liberazione condizionale. Nei prossimi cinque anni non potrà allontanarsi dal domicilio dalle 23 alle 6 del mattino. La donna, che nel frattempo si è sposata per la seconda volta, vivrà nella provincia pavese con la speranza di tornare sporadicamente a Forte dei Marmi.

     

    Legale, contenta ma tesa a notizia liberazione  - "Contenta, ma molto tesa" alla notizia che avrebbe lasciato il carcere: l'avvocato Alessandro Maneffa, che ha assistito Maria Luigia Redoli nella richiesta di liberazione condizionale accolta dal tribunale di sorveglianza di Milano, definisce così la ormai ex 'Circe della Versilia', condannata definitivamente all'ergastolo nel 1991 per l'omicidio del marito Luciano Iacopi.

     

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    "E' stato un percorso molto lungo e accidentato e nell'ultimo anno era molto provata emotivamente, quasi tentata a rinunciare", spiega il legale ricordando che la prima istanza è stata presentata nel 2012. "Allegati agli atti ci sono diverse relazioni psicologiche sul percorso personale e sulle condizioni della signora Redoli".

     

    La 'Circe' si è sempre professata innocente ed ha continuato a farlo anche dopo la sentenza definitiva e le perizie, spiega ancora l'avvocato Maneffa, "indicano che la signora Redoli ha comunque raggiunto il massimo livello possibile di rielaborazione dei fatti". E nell'ordinanza di liberazione condizionale si sottolinea la "positiva evoluzione interiore maturata dalla Redoli nel corso dei lunghi anni di carcerazione ed il suo impegno profuso nell'attività lavorativa in carcere e di volontariato".

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    Maria Luigia Redoli, infatti, usciva dal carcere al mattino per rientrare la sera per prestare volontariato con una cooperativa di Cesano Boscone che assiste disabili psichici. Tra i motivi a sostegno della richiesta anche l'età della donna, oggi 76enne, e del marito, conosciuto nel 2009, che ogni mattina l'accompagnava in auto dal carcere alla cooperativa e viceversa, guidando per 150 chilometri al giorno.

     

     

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