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LUCESCU 18
Mircea Lucescu ieri aveva detto che non avrebbe lasciato l'Ucraina, ma l'escalation rapidissima della guerra portata dalla Russia, oltre alla ovvia sospensione di tutti i campionati, ha indotto il 76enne tecnico rumeno della Dinamo Kiev a cambiare idea, consigliato in tal senso anche da chi gli sta vicino. L'ex allenatore di Pisa, Brescia e Inter si è messo in viaggio questa mattina partendo da Kiev dove si trovava con la squadra, dopo essere tornato lunedì scorso dal ritiro prestagionale di Antalya, in Turchia.
A dare la notizia al canale TV rumeno Digi24 è Florin Cernat, ex calciatore della Dinamo e caro amico di Lucescu, che ha spiegato che il tecnico non ha avuto altra scelta che partire in automobile, poiché l'aeroporto di Kiev è stato bombardato dai russi ed è diventato inutilizzabile. "Ieri sera ho parlato con alcuni amici di Kiev – ha raccontato Cernat – erano al centro di allenamento della Dinamo. Mi hanno detto che tutti i giocatori della squadra erano radunati lì, ospitati presso la struttura con le famiglie e i bambini.
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Ci sono quattro stranieri, lo staff tecnico, c'è Mircea Lucescu con i suoi secondi. Da quello che ho capito, sono partiti questa mattina sulla strada per la Romania, in macchina. Non hanno altra scelta, perché l'aeroporto è stato bombardato. Non hanno più niente da fare lì, tutte le competizioni sportive sono state cancellate, gli allenamenti non si fanno più". L'ex centrocampista ha aggiunto che si cercano opzioni per permettere anche ai calciatori stranieri della Dinamo Kiev di lasciare il Paese.
Il piano predisposto per far scappare Lucescu è peraltro pieno di incognite e pericoli, come aveva anticipato giovedì al sito rumeno PlaySport Arcadie Zaporojanu, collaboratore moldavo di Lucescu, che in questi giorni è stato con lui al centro di allenamento della Dinamo Kiev.
"Partiremo da qui con la mia macchina, insieme ai Bessarabiani dello staff e a Ognjen Vukojevici, uno dei secondi. Ma non oggi, perché è troppo tardi – aveva detto ieri Zaporojanu – La città è soffocata dagli ingorghi, ci sono code di 50 chilometri ciascuna alle porte di Kiev. Chi è partito stamattina soltanto ora riesce a uscire per le strade a ovest. Poiché il trasporto aereo è chiuso da ieri, non c'è altra soluzione che partire in auto. Andremo in Moldova, o in Romania passando per la Moldova, con tutto lo staff che siamo, tre romeni-Bessarabiani e il croato Ognjen Vukojevic, ma la data e l'ora di partenza non sono stati ancora fissati. Decideremo in base alle circostanze".
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Il tragitto era stato comunque già stabilito e messo su mappa: un'odissea che fa capire il livello di disperazione del momento. "Eviteremo la Transnistria e andremo da qualche parte verso Chernivtsi per entrare in Romania attraverso la Moldova. Sono circa 550 chilometri. Nelle condizioni attuali, nessuno sa quanta strada possiamo fare. Ma non credo sia pericoloso andare in quella direzione", aveva aggiunto Zaporojanu.