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    CHI DI POLITICAMENTE CORRETTO FERISCE, DI POLITICAMENTE CORRETTO PERISCE – DOPO ESSERSI APPUNTATE AL PETTO LA SPILLETTA DELL’INCLUSIVITÀ A TUTTI I COSTI, LIZZO E BEYONCE DEVONO STARE ATTENTE A QUELLO CHE CANTANO: ENTRAMBE SONO FINITE NEL MIRINO PER LA PAROLA “SPAZ”, ASSOCIATA A SPASTICO, E SONO CORSE AI RIPARI CAMBIANDO LE CANZONI. SONO FINITI I TEMPI DEI BLACK EYED PEAS CHE SI ERANO POTUTI PERMETTERE DI USARE IL TERMINE “RITARDATI” E DI MICHAEL JACKSON CHE... - VIDEO


     
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    Estratto dell'articolo di Massimo Basile per “la Repubblica”

     

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    Via "spaz" dalle canzoni. Quel termine slang per dire "pazzo" è offensivo verso i disabili. Due mesi fa l'aveva tolto la cantante rap Lizzo da un suo testo. Ora lo ha fatto Beyoncé. Il politicamente corretto ha assunto negli ultimi dieci anni un'accezione negativa, di intolleranza, ma di mezzo ci sono le sensibilità delle persone.

     

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    E nell'era di internet, dei messaggi moltiplicati, proprio le canzoni sono finite nel mirino, perché devono indicare una strada virtuosa, diversa dalla giungla dei social. Se negli anni Ottanta le canzoni dei Beastie Boys venivano considerate misogine e sessiste e mandavano in delirio i fan, se ai concerti le donne finivano in gabbia mentre danzavano con giganteschi peni, ora è il web che si ribella e chiede di staccarsi dal linguaggio offensivo verso donne, gay, minoranze, disabili.

     

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    A giugno il popolo del web ha convinto Lizzo a cambiare il testo di una canzone. Il brano si chiama Grrrls ed era finito nel mirino per la presenza della parola "spaz", "spastica". (…)

    Dopo aver letto tutti questi messaggi, la cantante è passata all'azione e ha deciso di ammettere l'errore. «Mi è stato fatto notare - aveva scritto su Twitter - che una parola era risultata offensiva nella mia nuova canzone Grrrls. Lasciatemi chiarire una cosa: non voglio promuovere un linguaggio offensivo. Come donna grassa nera in America ho ricevuto tanti insulti per cui conosco molto bene il potere che le parole possono avere».

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    (…) È toccato anche a Beyoncé: ha annunciato che cambierà il testo della canzone Heated del nuovo disco, Renaissance, per la stessa parola usata da Lizzo. «Non voleva essere offensiva - ha detto una portavoce - ma verrà tolta».

     

    Una giovanissima Taylor Swift, nell'album d'esordio del 2006, era inciampata in un passaggio in cui diceva: "Allora vai a dire ai tuoi amici che sono ossessiva e pazza/ Va bene, io dirò ai miei che sei gay". O quel "ritardati" usato dai Black Eyed Peas.

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    Ventotto anni fa, ben prima del tribunale social, era finito nella bufera Michael Jackson, criticato per il brano They don't care about us per i toni antisemiti usati, con quel "jew me", assonanza con la parola "jew", "ebreo" e lo slang "svendimi, ingannami", detto in segno di sfida, e "kike", termine dispregiativo inglese per indicare gli ebrei. L'artista si difese, sostenendo che l'obiettivo era l'opposto: voleva mettere a nudo il pregiudizio e il razzismo. Non gli hanno creduto.

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