LONDRA SUPERPOLIZIOTTI LONDRA ATTTACCO A RUSSELL SQUARE
Fabio Cavalera per il “Corriere della Sera”
«Il problema non è capire se attaccheranno… ma quando». Lo stato d' animo delle forze di sicurezza britanniche lo aveva riassunto appena pochi giorni fa il capo di Scotland Yard, sir Hogan Howe, con un articolo sul Mail, tabloid domenicale. Che i terroristi vogliano colpire Londra è una certezza da mesi e, di conseguenza, le misure di controllo sono ai livelli più alti. Tremila i soggetti «monitorati».
ZAKARIA BULHAN LONDRA ATTTACCO A RUSSELL SQUARE
Solo che dalle maglie severe della prevenzione, appena incrementate con il dispiegamento nelle strade di 600 uomini superaccessoriati, 600 Rambo, un cosiddetto «lupo solitario» può sempre saltare fuori.
È per questa ragione che fra mercoledì e giovedì, una notte intera, si è temuto che fosse arrivata l' ora. Nel pieno centro, un luogo simbolo: dietro al British Museum, in Russell Square, zona di turisti e zona sensibile perché lì, a due passi, il 7 luglio 2005 saltarono in aria l' autobus numero 30 e le metropolitane, 52 morti e 750 feriti. Alle 22.30 (23.30 italiane) papà e mamma spagnoli, con due figli, camminavano verso l' albergo, l' Imperial.
DARLENE HORTON LONDRA ATTTACCO A RUSSELL SQUARE
All' angolo hanno visto il diciannovenne Zakaria Bulhan, che si saprà poi essere nato in Norvegia, con origini somale. Lo hanno visto avventarsi con un coltello su una cittadina americana di sessant' anni, in vacanza, prenderla alla spalle e colpirla a morte, senza pronunciare una parola.
Poi sventagliare l' arma, ferire due donne (una israeliana e una australiana, entrambe in visita) e tre uomini (un americano, un britannico, un australiano). I due genitori spagnoli hanno bloccato un ciclista, un brasiliano che aveva da poco finito il turno di lavoro, e gli hanno chiesto di chiamare la polizia e le ambulanze. Russell Square e tutte quante le strade attorno hanno rivissuto l' incubo di undici anni fa. Forze speciali sul posto. In cinque minuti l' omicida è stato immobilizzato.
YOVEL LEWKOWKI LONDRA ATTTACCO A RUSSELL SQUARE
Due agenti hanno usato il taser, dispositivo che paralizza con scariche elettriche, e hanno ammanettato a terra il diciannovenne. L' antiterrorismo ha scavato nel suo passato, ha interrogato la famiglia, gli amici. In tempo record. Anche per scoprire eventuali complici e per prepararsi ad altri attacchi. La verità è un' altra. Il numero due di Scotland Yard, Mark Rowley, lo conferma: «Non è terrorismo».
Il ragazzo ha gravi problemi psichici. Il che non escludeva a priori la matrice islamica. Lo spiega chiaro una ricerca effettuata dalla polizia e da «Channel», uno dei programmi di deradicalizzazione avviati nel Regno Unito. Sul campione di 500 giovani che in Gran Bretagna hanno sposato la causa dell' Isis, il 44% presenta sintomi di grave vulnerabilità o mentale o psicologica. Un motivo di preoccupazione in più.
LONDRA ATTTACCO A RUSSELL SQUARE
Ma in Russell Square non ha agito un estremista musulmano. Se i primi comunicati di Scotland Yard ne tenevano aperta la possibilità, alla fine la certezza è diversa. «Evitiamo speculazioni, non vi è indizio che ci induca a pensare a un' azione avvenuta per ragioni che non siano quelle del disagio personale psichico».
Londra è piena di turisti. La vigilanza è stata intensificata. Più agenti speciali. Più armi sofisticate. E più telecamere. «Non lasciamoci prendere dalla paura. È nostra intenzione assicurare la massima tranquillità e sicurezza a chi abita a Londra e a chi viene qui in visita», assicura il sindaco Sadiq Khan, che invita alla calma e alla prudenza dopo una notte trascorsa col fantasma del terrorismo. E purtroppo con la realtà di una donna uccisa per caso con un coltello in una città da due giorni sotto la tutela di 600 Rambo.
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