romano prodi con marco damilano
Marco Damilano per L’Espresso
Dopo Renzi, Renzi. E dopo le primarie una nuova campagna elettorale per tornare al voto in tempi rapidi. La legislatura è finita, cala il sipario, game over. Il primo a esserne consapevole è Gentiloni che vive i giorni più difficili del suo breve governo, se si esclude il dramma del terremoto di gennaio con i morti di Rigopiano, mentre il premier era di fatto ancora convalescente dopo l' intervento di angioplastica.
La polemica sui conti pubblici attorno al ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, accesa nella maggioranza e dal candidato alla segreteria Renzi. La manina che ha riscritto nelle stanze del Consiglio dei ministri la norma che assegna pieni poteri all' autorità anti-corruzione di Raffaele Cantone. E poi il massiccio no dei lavoratori dell' Alitalia al piano di salvataggio dell' azienda, su cui la squadra ministeriale si era schierata in blocco. I ministri Graziano Delrio, Carlo Calenda, Giuliano Poletti e il numero uno in prima persona: «Se non passa l' intesa, l' Alitalia non sopravviverà», aveva avvertito Gentiloni alla vigilia del voto dei dipendenti.
gentiloni e renzi
Anche lui ha trovato il suo referendum perduto. E ora il governo formato in quarantott' ore anche per salvare con un provvedimento di emergenza il Monte dei Paschi di Siena con l' intervento pubblico si ritrova a dover affrontare la crisi aziendale più grave della compagnia di bandiera dopo il 2008, quella che fotografa in blocco il declino italiano: il fallimento complessivo di partiti, sindacati, capitalismo di Stato e capitalismo privato. Per Gentiloni è la prima vera sconfitta politica. Il no dei lavoratori dell' Alitalia è lo specchio di un paese infuriato.
FRANCESCHINI
Per il rientrante segretario del Pd Matteo Renzi, l' azionista di maggioranza del governo, l' ennesima dimostrazione che bisogna tornare al voto il prima possibile, per intercettare il vento favorevole che arriva dall' Europa, dalla Francia in particolare. Il 2017 come anno della rivincita elettorale, dopo l' orribile 2016 della Brexit, di Donald Trump e del referendum italiano. Per l' ex premier l' occasione da non perdere per continuare a coltivare il sogno del ritorno a Palazzo Chigi.
GENTILONI RENZI FRANCESCHINI
Nei piani di Renzi ci sono alcune date: la prima o la seconda domenica di ottobre. Votare per il Parlamento italiano subito dopo le elezioni in Germania, con una campagna elettorale breve, nel mese di settembre, appena terminate le vacanze estive. Con una legge elettorale appena ritoccata rispetto alle due attualmente in vigore (proporzionale con premio per la lista che supera il 40 per cento e sbarramento del tre per cento per i partiti piccoli alla Camera, proporzionale senza premio e con sbarramento dell' otto per cento al Senato), ma senza stravolgimenti.
Con un intervento legislativo del governo, un decreto per fare un' armonizzazione minima delle due leggi elettorali, l' ultimo atto firmato da Gentiloni prima di tornare a votare.
È questa l' agenda di Renzi per il dopo-primarie, da far scattare un istante dopo la chiusura dei gazebo e la riconferma a segretario del Pd. Una road map che spiega il silenziatore imposto alla campagna per la corsa alla guida del partito. Un solo faccia a faccia in tv con gli altri candidati Andrea Orlando e Michele Emiliano, pochissimi grandi eventi, nessun personaggio nuovo da mettere in campo, una gara spenta con un vincitore annunciato.
maria elena boschi gentiloni renzi
Più che la partecipazione, il numero dei votanti, conta per Renzi il bottino di voti incassato. Sono quelli a garantire al leader un' assemblea di delegati e di conseguenza gli eletti in direzione totalmente fedeli, senza possibilità per le altre correnti del Pd di incidere: né quelle di minoranza (Orlando, Emiliano), né quelle che sono rimaste in maggioranza per condizionare l' ex premier, come immaginavano di fare il ministro Dario Franceschini, o l' ex bersaniano Maurizio Martina o gli ex giovani turchi di Matteo Orfini.
Le correnti si sono date da fare per ridisegnare i loro pesi interni, in vista del congresso, ma con risultati impercettibili. Perché nei piani dell' ex premier il Pd uscito dalle primarie dovrà essere ancora più renziano di prima. La premessa per disegnare, nella prossima legislatura, un gruppo parlamentare interamente fedele al leader.
mattarella e gentiloni
Modello Theresa May, la premier inglese che ha spinto per elezioni anticipate l' 8 giugno, dopo averle escluse per mesi: il voto era previsto per il 2020, ma i sondaggi favorevoli ai Tories hanno portato la lady di ferro di Downing Street a cambiare idea, per poter contare nei prossimi anni su una maggioranza alla Camera dei Comuni tutta pro-Brexit.
Oppure modello Macron: in caso di vittoria al ballottaggio del 7 maggio, il nuovo presidente francese sarà chiamato a vincere le elezioni legislative per l' Assemblea nazionale, se non vuole diventare immediatamente un' anatra zoppa, candidando uomini e donne nel movimento che finora esprime poco più delle sue iniziali: Em, che sta per En Marche e per Emmanuel Macron.
CARLO CALENDA
Renzi non ha i poteri né del premier inglese né del presidente francese: non può decidere lui quando arriva il momento di sciogliere le Camere, tocca a Mattarella. Ma ha la stessa ambizione, nel prossimo Parlamento deputati e senatori andranno scelti con il criterio della fedeltà assoluta. Per questo conta vincere le primarie con un risultato sopra il 60 per cento. La rivincita del 4 dicembre 2016, la fine della quaresima per la sconfitta referendaria. E la preparazione della campagna elettorale successiva, con il Pd sempre più Pdr, il partito di Renzi.
gentiloni e renzi
Tra questo progetto e il momento del voto c'è Paolo Gentiloni. Amico di Renzi, leale e attento a non creare problemi di rivalità personale con il predecessore, si è fatto vedere con discrezione nelle riunioni di partito, è andato a votare da semplice iscritto del Pd nel suo circolo nella prima fase congressuale, quella che coinvolge solo chi ha la tessera.
Eppure il suo governo nato come provvisorio, invernale e non balneare ma soltanto per questioni di stagioni, pensato per accompagnare il Paese a una dignitosa fine di legislatura, in questi cinque mesi ha sfornato un' impressionante catena di nomine ai vertici delle società controllate dallo Stato, Eni, Enel, Finmeccanica-Leonardo, Terna, Poste, ha gestito la nazionalizzazione di fatto del Monte dei Paschi di Siena e nei prossimi mesi è atteso a un altro appuntamento delicato come la nomina del governatore di Banca d' Italia al posto di Ignazio Visco, in scadenza di mandato in autunno e riconfermabile per altri sei anni su indicazione del governo.
RENZI MATTARELLA 9
Finito? No, perché spetta a Palazzo Chigi, alla prudente regia gentiloniana, decidere il destino della Rai, con il direttore generale Antonio Campo Dall' Orto nominato da Renzi con una legge che gli garantiva pieni poteri finito sotto il tiro incrociato dei consiglieri di amministrazione più vicini al Pd e a Renzi e del portavoce dell' ex premier Michele Anzaldi: a fianco di Gentiloni, su questa materia da lui ben conosciuta, c' è Nino Rizzo Nervo, uomo che conosce l' azienda di viale Mazzini in ogni angolo, oggi vice-segretario generale di Palazzo Chigi, tessitore di mediazioni sulla convenzione Stato-Rai e sui tetti di compenso alle star della tv pubblica.
trump prende la mano a theresa may
In più, tra qualche settimana Gentiloni ospiterà a Taormina il vertice G7 con tanti grandi esordienti, da Trump alla May al neo-eletto presidente francese. C' è il pacchetto sicurezza, con la difficile trattativa con gli Usa sulle spese militari da destinare alla Nato e la rivendicazione di un ruolo da protagonista per l' Italia in Libia. Se l' attuale governo arrivasse ad approvare la legge di Bilancio in autunno condizionerebbe tutta la politica economica dei prossimi anni, nel rapporto con la nuova Europa uscita dalle elezioni in Francia e Germania.
E poi c' è la delicatissima partita dell' Alitalia, su cui in passato si sono combattute campagne elettorali. Nel 2008 la difesa dell' italianità della compagnia di bandiera fu sventolata da Silvio Berlusconi contro il governo Prodi che aveva dato il via libero all' operazione acquisto di Air France.
beppe grillo davide casaleggio
Oggi il destino dell' Alitalia divide governo e partito, con il ministro Calenda deciso a escludere qualsiasi ipotesi di nazionalizzazione («per l' Europa non possiamo, come governo non vogliamo») e gli uomini di Renzi che spingono per non mollare i lavoratori e evitare di mettere in moto la procedura di liquidazione.
In mezzo c' è Gentiloni, deluso per il no al referendum, contrario alla nazionalizzazione o all' intervento della Cassa depositi e prestiti ma chiamato a evitare un' ondata di licenziamenti alla vigilia della campagna elettorale. Anche in questo caso, nonostante la prudenza caratteriale di Gentiloni, non potrebbe esserci distanza più evidente con Renzi e con le sue esigenze di consenso.
mario calabresi 2
Alitalia, Rai, Banca d' Italia, banche, vertice G7, manovra di bilancio: l' agenda del governo provvisorio fa impressione, ridisegna i rapporti di forza e di potere dei prossimi anni. In una situazione di vuoto politico. Come in un laboratorio di fisica, il governo si muove nel deserto del Parlamento e dei partiti, senza condizionamenti apparenti, senza influenze esterne, senza maggioranze e opposizioni perché tutti sembrano distratti, con lo sguardo voltato altrove.
BERLUSCONI E SALVINI
Renzi guarda ai risultati delle primarie e ai prossimi rapporti di forza dentro il Pd, la premessa del suo futuro potere. Il Movimento 5 Stelle si muove per trasformarsi a fatica in una forza di governo, in un interlocutore credibile di un pezzo di establishment ed è sempre più manifesto il ruolo di guida esercitato da Davide Casaleggio: dopo il meeting di Ivrea per commemorare il padre Gianroberto a un anno dalla scomparsa, tra imprenditori, giornalisti, ricercatori, professionisti del web, ecco il sorprendente pubblico del 28 aprile a Roma tra Casaleggio junior e il ministro Calenda all' Internet day organizzato dall' agenzia Agi di proprietà dell' Eni: due personaggi molto diversi ma entrambi in odore di discesa in campo in politica.
carlo de benedetti
Il centrodestra è interamente concentrato sul suo futuro, con Berlusconi che attende i risultati della Francia per decretare la fine della spinta propulsiva del lepenismo di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni anche in Italia. E neppure dagli scissionisti del Pd sono finora arrivati problemi nei confronti del governo: agli uomini di Pier Luigi Bersani serve tempo per organizzare un partito, meglio ritardare il voto.
MACRON
E a sinistra bisogna sciogliere l' incognita di Giuliano Pisapia che da mesi prova a stanare Renzi sulle alleanze e sulle coalizioni, cerca di spingere l' ex premier ad abbandonare l' idea di correre alle elezioni chiedendo il voto solo per il suo partito. I centristi di Angelino Alfano, poi, sono i principali beneficiari di una legislatura passata tutta al governo nei ministeri più importanti senza contare di un consenso nel Paese pari a tanto peso politico. Anche loro non hanno nessun interesse ad accelerare verso il voto anticipato.
boschi gentiloni renzi de vincenti
Il risultato è che, con tutte queste distrazioni, il governo Gentiloni ha finora potuto muoversi nel vuoto della politica, senza timore di agguati parlamentari e di diktat politici. Cinque mesi di autentico funambolismo, Gentiloni come Philippe Petit, il francese che attraversò su un filo le Torri Gemelle di New York. Le acrobazie stanno per finire, il filo sta per essere spezzato. E la cesura arriverà proprio dal suo partito, dall' amico Matteo.
La data di scadenza è il 30 aprile, le primarie del Pd. Renzi redivivo si prepara a dichiarare la fine della legislatura, tra mille ringraziamenti per Paolo che dovrà restare sereno perché se tutto va bene entrerà a pieno titolo nel ristretto gruppo delle riserve della Repubblica.
SCALFARI DE BENEDETTI
Non ci sarà nessun attacco al governo, semmai la polemica di Renzi si abbatterà sul Parlamento e sui parlamentari, saranno dipinti come inconcludenti e desiderosi di tirare a campare fino a settembre per la conquista del vitalizio differito, trasformati nel simbolo dell' immobilismo e della palude che Renzi si propone di spezzare.
Per farlo però bisogna passare rapidamente alla fase finale della legislatura: fissare una scadenza per il governo e fissare il calendario che porta al voto autunnale. Gli uomini del leader sperano che anche il Quirinale, a questo punto, si adegui. Il presidente Mattarella dovrà riconoscere che nonostante i suoi appelli non c' è nessuna possibilità di fare una legge elettorale migliore dell' attuale, si vedrà nella prossima legislatura. A meno che il neo-segretario del Pd non trovi una soluzione a sorpresa. E che il funambolo di Palazzo Chigi faccia un altro gioco di prestigio, per continuare.
Matteo Renzi
2. ELEZIONI SUBITO UNA TENTAZIONE DA EVITARE
Mario Calabresi per La Repubblica
....speriamo che ora il suo risultato, con l' attesa e larga vittoria di Matteo Renzi, non venga interpretato in modo distorto. Siccome il leader del Pd si è preoccupato più di essere legittimato che di essere scelto, come se queste primarie potessero cancellare o far dimenticare il risultato del referendum, ora c' è da augurarsi che non prenda un nuovo abbaglio.
RENZI E CALABRESI
I calcoli, come sappiamo, li ha già clamorosamente sbagliati una volta e ripeterebbe l' errore se pensasse che c' è lo spazio per un confronto finale con i 5 Stelle, se pensasse che il Paese è diviso tra queste due opzioni. Invece le cose sono profondamente cambiate negli ultimi mesi: proprio la vittoria del No al referendum ha purtroppo messo fine alla stagione maggioritaria, riportandoci a una fase proporzionale che premia chi ha il vento in poppa o chi è capace di dialogare e sa costruire ponti e alleanze. Cose a cui Renzi è notoriamente allergico, innamorato com' è di un' idea di autosufficienza.
abbraccio tra maria elena boschi e matteo renzi
Il rischio è quindi quello di rispolverare la tentazione delle elezioni anticipate - il nuovo mantra è tenerle a novembre - e di mettersi alla rincorsa dei populismi di varia natura. Strada pericolosa, innanzitutto perché far cadere un governo espressione di una maggioranza guidata proprio dal Pd sarebbe un azzardo non da poco, secondo poi perché il campo degli euroscettici è talmente affollato che sono rimasti solo posti in piedi. Il risultato di Macron, da confermare domenica prossima, ci mostra che esiste invece uno spazio percorribile di responsabilità e di razionalità.
GRILLO RENZI 2
Riprendendo ancora le parole di Grillo di ieri - « La difficoltà non è recepire idee nuove ma abbandonare quelle vecchie » - varrebbe la pena che il Pd, il suo segretario, i suoi parlamentari e il governo che sostengono usassero al meglio i mesi che mancano alla fine della legislatura per darci una legge elettorale funzionante e per completare un' agenda di riforme e di diritti che aspettano da anni.
BOSCHI E GENTILONI
Ne cito soltanto tre: l' approvazione finale del biotestamento; l' introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento; la cittadinanza ai bambini nati in Italia figli di stranieri. Se poi ci fosse anche il coraggio di guardare in faccia i problemi, dall' Alitalia ai conti pubblici come ci si presenteranno in autunno ( quando la Banca centrale europea probabilmente comincerà a comprare meno titoli di Stato e i tassi di interesse potrebbero salire), allora sì che si abbandonerebbero i vecchi comportamenti.
MERKEL GENTILONI PADOAN
E sfidare le opposizioni sui problemi reali, sulle soluzioni possibili ( a partire dalla sterile polemica su migranti e Ong) servirebbe a mostrare con chiarezza dove stanno i conservatori e i nostalgici dei tempi passati.