SABATINI GIORGIA ROSSI
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
A proposito di televisione ipnotica. Complimenti a Mediaset che, mettendo insieme i cinque esemplari dello studio Champions, ha ricostruito una versione filologicamente convincente della Famiglia Addams, con interessanti variazioni sul tema. Non può essere casuale. C’è di sicuro dietro un genio alla Tod Browning o Erich Von Stroheim, il depravato unno di “Femmine folli”.
Il pezzo da novanta è Arrigo Sacchi. Lo zio Fester che surclassa i predecessori storici, Jackie Coogan e Adriano Galliani. Sotto l’abbagliante lucore della pelata, le smorfie e le fissità oculari da star del cinema muto che spaventano i bambini e le loro tate. Inarrivabile l’Arrigo Fester quando, chiamato in causa, prima di emettere qualunque suono, si contorce e strabuzza sulla sedia, paralizzato dalla premonizione che sta per mollare l’ennesima sentenza memorabile.
STUDIO CHAMPIONS SABATINI GIORGIA ROSSI SACCHI
Paolo Rossi e Graziano Cesari, collocati sadicamente accanto nella seduta dal regista, si giocano alla pari il ruolo della Nonnina Addams. In alternativa, quello della mamma impagliata di Psyco. Stravince alla grande Graziano, per via del nido del cuculo che tiene in testa, da cui prima o poi spunterà in diretta tivù il cuculo. L’avesse incrociato il grande Alfred a suo tempo, avrebbe risparmiato una montagna di dollari per il trucco e la paglia. Paolo Rossi fa ogni volta fatica a nascondere lo stupefatto piacere che ci sia qualcuno disposto a pagarlo per quello che dice e non dice, due concetti che nel suo caso si equivalgono.
ARRIGO SACCHI
C’è poi il conduttore, Sabatini. Due occhioni ipertrofici che bucano la maschera rugosa da E.T. Lui è la risposta a Spielberg. Quello che sarebbe stato il pupazzo alieno se, invece di tornare banalmente sull’astronave, fosse rimasto sulla terra con un contratto Mediaset in tasca. Notazione struggente: l’ossessione di farsi accettare dagli umani lo spinge a tempo pieno nei territori suicidi della battuta simpatica.
I Rossi, in verità, sono due. E questa, solo apparentemente, non è una bella notizia. Il Rossi al femminile, la Giorgia, è la versione bionda di Morticia. La più inquietante dei cinque. Una replicante tra Barbie e Blade Runner. Il tanto atteso superamento dell’umano applicato alle categorie del divo televisivo. L’evoluzione delle Blasi e delle Marcuzzi. Quando scandisce metallica il suo testo, freddando la telecamera e assumendo posture minacciose, sono brividi piccininiani a casa.
STUDIO CHAMPIONS SABATINI GIORGIA ROSSI SACCHI
E’ il rumore sinistro dell’apriscatole quando tu sei la scatola di Manzotin. Noi, ancora deplorevolmente umani, siamo fermi ai toni morbidi e piacevolmente indolenti della Mikaela, detta anche Lady Paparesta, a occhio e croce soppiantata nelle gerarchie di Mediaset dalla bambola androide.