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L’EQUILIBRISMO IMPOSSIBILE DELLA DUCETTA DEI DUE MONDI – MELONI, UNICA LEADER EUROPEA VOLATA A WASHINGTON A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP, ORA È COSTRETTA AD ALLINEARSI A BRUXELLES – DOPO CHE IL TYCOON HA TAGLIATO FUORI L’EUROPA DAI NEGOZIATI PER LA PACE IN UCRAINA, IO SO’ GIORGIA DEVE TOGLIERSI IL VESTITO DA CHEERLEADER TRUMPIANA PRIMA DI SEDERSI AL TAVOLO IMBASTITO DA MACRON A PARIGI – L’IMBARAZZO DI TAJANI A MONACO: LA PREMIER GLI HA ORDINATO DI “NON INDISPETTIRE” LA CASA BIANCA, MENTRE JD VANCE PRENDEVA A SCHIAFFI IL VECCHIO CONTINENTE – L’ALLARME DEGLI INDUSTRIALI DEL NORD PER I DAZI: “IL GOVERNO LA SMETTA DI DIFENDERE LE POSIZIONI DEL PRESIDENTE AMERICANO”

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Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

https://www.repubblica.it/esteri/2025/02/16/news/governo_meloni_trump_europa_dazi-424006993/?ref=RHLF-BG-P3-S6-T1

 

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

In equilibrio. E attentissimo, per esplicito mandato di Giorgia Meloni, a non urtare la nuova amministrazione di Donald Trump. Ma consapevole dell’ineluttabilità del posizionamento italiano al fianco dei partner dell’Unione. «Dobbiamo restare ancorati all’Europa», è la linea di Antonio Tajani, nelle ore cruciali della missione di Monaco.

 

Dalla Baviera, il vicepremier consulta costantemente la presidente del Consiglio. Troppo delicata la partita, troppo scivoloso il terreno su cui si muove l’unica leader europea volata a Mar-a-Lago. Tajani fa del suo meglio per non indispettire la Casa Bianca.

 

ANTONIO TAJANI E MARCO RUBIO A MONACO

Missione semplice, perché non c’è bisogno di sbilanciarsi troppo: ci pensano Francia e Germania a dare voce durante il G7 dei ministri degli Esteri alla rabbia dell’Europa. Ascolta il segretario di Stato Usa Marco Rubio mentre conferma l’intenzione di tenere fuori Bruxelles dal tavolo sull’Ucraina.

 

[…]

 

Da giorni, Palazzo Chigi si arrovella proprio su questo punto, sollevato dal generale Kellogg a nome di Trump: quante armi, uomini e risorse - ha chiesto per iscritto agli europei - potete assicurare per gestire la tregua in Ucraina? Roma ritiene di non potere inviare uomini sul terreno senza che Washington assicuri la deterrenza necessaria. Anche perché un attacco di Mosca in quel teatro non farebbe scattare l’automatismo dell’articolo 5 della Nato.

 

EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI DURANTE LE OLIMPIADI DI PARIGI 2024

Nasce da questo pericolo la proposta di Meloni: costruire un meccanismo che preveda comunque l’intervento americano di fronte a un atto ostile russo contro i militari europei. L’unica strada per non lasciare gli europei impegnati in una missione di peacekeeping a fronteggiare da soli (e direttamente) una superpotenza. Che esista un problema del genere lo si intuisce anche dai ragionamenti pubblici di Tajani: «Gli americani dovranno essere in ogni caso la garanzia di sicurezza sia dell’Ucraina, sia dell’Europa».

 

Anche perché, aggiunge, «escludo che gli Usa abbandonino gli europei: è loro interesse strategico avere una presenza» sul continente. È un terreno scivolosissimo, di cui ha discusso l’altro ieri sera la premier al telefono con Zelensky.

 

ANTONIO TAJANI E MARCO RUBIO A MONACO

Meloni, d’altra parte, deve camminare su un filo sottile. Ad esempio, alla vigilia di Monaco non sembrava tra i leader pronti a fare le barricate per pretendere una presenza europea al tavolo con Usa e Russia. A patto, era la linea, «di assicurare gli interessi degli europei». L’equilibrismo, però si dissolve di fronte al precipitare degli eventi, fino alla scelta di Macron di convocare a Parigi un vertice tra i big del continente, dal quale emergerà la pretesa di partecipare alla mediazione.

 

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Sulla guerra commerciale, questa dinamica si è manifestata con chiarezza. Allarmata dai dazi americani, Meloni ha chiamato Ursula von der Leyen per assicurare sostegno alla reazione comune europea. Forte anche di una circostanza, rimasta sottotraccia: negli ultimi giorni, big di Confindustria del Nord hanno contattato uomini di Luca Zaia - e lo stesso governatore - per trasmettere a Salvini l’allarme per le barriere doganali trumpiane. Con un messaggio chiaro: «La smetta di difendere le posizioni del presidente americano». E la premier si è detta d’accordo con gli imprenditori.

volodymyr zelensky giorgia meloni foto lapresse 10GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - MEME BY EDOARDO BARALDI