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    E CHIUDETELE ‘STE TENDE! – I RICCHI PROPRIETARI DEGLI APPARTAMENTI DI NEO BANKSIDE A LONDRA HANNO PERSO LA BATTAGLIA LEGALE CONTRO LA TATE MODERN DOPO AVER CHIESTO CHE LA TERRAZZA VENISSE CHIUSA PER IL RISPETTO DELLA LORO PRIVACY: GLI INQUILINI LAMENTAVANO DI ESSERE OGGETTO DI SGUARDI INDISCRETI DEI TURISTI CHE LI SPIANO – MA PER UN GIUDICE SONO SOLO DEI PRIVILEGIATI CHE…


     
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    Paola De Carolis per il “Corriere della Sera”

     

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    Tirate le tende. Termina con il pronunciamento della Corte d' appello la battaglia legale che per tre anni ha impegnato gli inquilini di un lussuoso palazzo a vetrate sulla sponda meridionale del Tamigi e Tate Modern, tra i musei più visitati al mondo.

     

    Il tribunale ha riconosciuto il diritto alla privacy degli abitanti del Neo Bankside ma convenuto che spetta a loro schermarsi dagli sguardi spesso indiscreti delle centinaia di migliaia di persone che ogni anno sostano sulle ampie terrazze del museo per godersi la vista.

     

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    «Questi appartamenti sono molto suggestivi - hanno sottolineato i tre giudici preposti al caso - e sicuramente ci sono grandi vantaggi nel poter apprezzare un panorama così esteso, ma il prezzo è la privacy».

     

    Il rimedio esiste, hanno precisato, ma non è quello di chiudere le terrazze della Tate, quanto quello di applicare alle vetrate tessuti protettivi , scuri o semplici tende. Magari una pianta qua e là che nasconda gli interni.

     

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    Per chi vive a Neo Bankside - gli appartamenti vanno dai due milioni di sterline in su - è un brutto colpo. Non si tratta, sostengono gli inquilini, di un problema saltuario, bensì di un flusso costante di visitatori che puntano sulle loro case binocoli e telefoni, che salutano, gridano, fanno gesti osceni, scattano foto, realizzano filmati e postano sui social.

     

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    La loro vita, ha precisato a nome di tutti una signora, è organizzata attorno agli orari d' apertura del museo (dalle 10 alle 18 dalla domenica al giovedì e sino alle 22 il venerdì e il sabato) dalle cui terrazze i visitatori possono osservare ciò che si svolge nei loro soggiorni, nelle cucine, nelle camere da letto. Una sofferenza costante che ha un impatto negativo sulla loro qualità di vita.

     

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    Gli appartamenti non sono un ambiente sano. Sicuramente non lo sono per chi ha figli piccoli. Insomma, saranno anche milionari ma a casa, quando il museo è aperto, gli abitanti di Neo Bankside sono infelici.

     

    La Tate ha accolto con sollievo la decisione della Corte d' appello. Le terrazze dell' ala Switch House, disegnate dallo studio d' architetti Herzon e de Meuron, sono tra le attrazioni più gettonate del museo. Il panorama su Londra è senza pari ed è importante per un museo come Tate, che ha «un ruolo centrale nel mondo culturale del Paese, poter offrire l' esperienza ai propri visitatori».

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    Il museo continuerà ad impegnarsi, ha detto la dirigenza, a coltivare i rapporti con la comunità e a chiedere alla gente di rispettare la privacy degli inquilini di Neo Bankside.

    Gli abitanti del palazzo, progettato e realizzato da Richard Rodgers nel 2012, prima dell' arrivo della Switch House, inaugurata nel 2017, non escludono un ricorso alla Corte suprema. Il loro fastidio è comprensibile.

     

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    Quando hanno comprato casa erano loro ad avere un panorama senza uguali. Pur essendo al corrente dei piani della Tate, non avevano realizzato che dalle terrazze la vista sulle e dentro le loro case sarebbe stata così diretta. La legge britannica però è chiara. Costruire o ampliare edifici che danno su case o uffici altrui non costituisce un torto.

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