Stefano Agresti per il Corriere della Sera
DANI ALVES
Finito? Un ex campione buono solo per qualche scatto social assieme all' avvenente Joana? Un «pacco» che il Barcellona ha scaricato? No, non è proprio così. A rileggerli adesso, mentre corre verso la panchina bianconera a festeggiare un altro pesantissimo gol, certi giudizi acidi che hanno accompagnato la stagione di Dani Alves appaiono davvero fuori luogo. Eppure per tanti mesi ci si è chiesti dove fosse finito quel meraviglioso terzino che in Catalogna faceva anche l' ala e in campo dialogava con Messi perché aveva un piede di cui Leo aveva il massimo rispetto.
Eccolo, è riapparso. E proprio quando alla Juve serviva di più.
Come in questa calda notte romana, nobilitata dal gol che lancia Allegri verso la Coppa Italia.
Ora tutti lo negano, ma qualche dubbio sul suo conto si era insinuato anche nel dorato mondo bianconero. I tifosi cominciavano a domandarsi se non fosse meglio andare avanti con Lichtsteiner, meno talentuoso ma in quei primi mesi più affidabile, e anche in società pian piano si facevano spazio le perplessità. Finché la frattura al perone, capitata il 27 novembre nella sciagurata sconfitta di Genova, non ha interrotto in modo brusco il faticoso percorso bianconero di Dani Alves.
DANI ALVES
È stato forte, Dani Alves.
Non ha mollato e, d' improvviso, è diventato quel trascinatore a cui Buffon a inizio stagione ha chiesto: «Insegnaci come si vince la Champions». È rinato quando ha recuperato la forma, ma forse anche quando Allegri ha deciso di spostarlo trenta metri in avanti, non più terzino bensì esterno d' attacco, non più alternativa a Lichtsteiner bensì nuovo Cuadrado. È da lì, da questa nuova posizione, che ha disintegrato il Monaco, due straordinari assist all' andata, un gol e un altro assist al ritorno. Ed è sempre da lì che ha preso per mano la Juve e l' ha condotta oltre la Lazio, ad alzare in cielo il primo trofeo della stagione.
DANI ALVES
Forse Dani Alves dà il massimo quando gioca in avanti perché da noi, nel nostro calcio, un terzino con caratteristiche così offensive non è contemplato, o forse accade perché, a 34 anni (li ha compiuti da dodici giorni), non riesce più a coprire tutta la fascia. Di sicuro nella posizione che gli ha ritagliato Allegri la sua carriera si può allungare ancora, e lui è diventato pure una sorta di preziosissimo regista offensivo, benché spostato sull' esterno. E poi, segna. Con la rete alla Lazio, è arrivato a quota sei nella stagione e ha stabilito così il suo record personale. Stavolta lo ha trovato alla perfezione sul palo lontano Alex Sandro, con un lunghissimo cambio gioco da sinistra a destra.
Ma forse l' immagine di Dani Alves in questa notte tutta bianconera è racchiusa nella magia che confeziona al 26' della ripresa, un tunnel a Lulic e un assist perfetto - quanto inutile - per Higuain. Un colpo da fenomeno, quasi un messaggio ai vecchi rivali del Real in vista di Cardiff: vi ricordate di me? Certo, non possono averlo dimenticato. E ora sanno anche loro che non è un ex.
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