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    E’ MORTO IN OSPEDALE IL 23ENNE ALBANESE PESTATO CON LE MAZZE DA BASEBALL FUORI DA UN CENTRO COMMERCIALE DI MANTOVA - IL 35ENNE CHE ERA CON LUI E’ IN COMA - I DUE SONO STATI CONVOCATI NEL PARCHEGGIO DALLA TELEFONATA DI UN CONOSCENTE, POI SONO STATI ACCERCHIATI E MASSACRATI NELLA NOTTE DA UN BRANCO DI AGGRESSORI - I I CARABINIERI STANNO VAGLIANDO LE IMMAGINI RIPRESE DALLE TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA


     
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    Giovanni Bernardi per www.corriere.it

     

    MAZZA DA BASEBALL MAZZA DA BASEBALL

    Non ce l’ha fatta il 23enne albanese ricoverato da giovedì notte all’ospedale di Mantova, insieme con un 35enne mantovano ancora in stato di coma, dopo un brutale pestaggio avvenuto verso le 3 della notte tra giovedì e venerdì nel parcheggio del centro commerciale La Favorita, alle porte di Mantova. Il 23enne era arrivato in ospedale in condizioni disperate: dopo due interventi chirurgici nella giornata di venerdì, sabato sera il personale medico ha constatato la morte cerebrale. Il 35enne pure versa in condizioni gravissime, ma per lui i medici conservano ancora qualche speranza.

     

    MANTOVA - PESTAGGIO CON LE MAZZE DA BASEBALL MANTOVA - PESTAGGIO CON LE MAZZE DA BASEBALL

    A quanto pare si sarebbe trattato di un vero e proprio agguato ai danni del 35enne e del 23enne. Secondo le prime ricostruzioni infatti i due la sera tra giovedì e venerdì si sarebbero dati appuntamento in un bar di Mottella, frazione di San Giorgio Bigarello non molto lontano da dove si è poi verificato l’episodio.

     

    Ad un tratto uno dei due avrebbe ricevuto una telefonata da un conoscente con l’obiettivo di darsi appuntamento, poco dopo, proprio nel piazzale del centro commerciale. Il 35enne e il 23enne sarebbero dunque arrivati sul posto, ma inconsapevoli di ciò che sarebbe accaduto. I due infatti sarebbero stati subito accerchiati da un gruppo di persone — a quanto pare tre o quattro e tutti di nazionalità albanese — e, dopo un breve inseguimento, raggiunti e massacrati di botte.

     

    MANTOVA - PESTAGGIO CON LE MAZZE DA BASEBALL MANTOVA - PESTAGGIO CON LE MAZZE DA BASEBALL

    A dare l’allarme è stato un passante che, transitando in auto, si è reso conto che in quel momento nell’area del centro commerciale era in atto la brutale rissa. Nel giro di pochi minuti i carabinieri di Mantova sono arrivati in forze sul posto. Ciò che rimaneva però erano solamente il 23enne e il 35enne, riversi a terra ed entrambi in condizioni gravissime. I due sono stati caricati in ambulanza e portati in ospedale. Sul luogo della rissa i militari hanno trovato, oltre a vistose chiazze di sangue, una mazza da baseball insanguinata e parecchie bottiglie di birra vuote.

     

    L’ipotesi è che sicuramente nel corso del pestaggio siano state usate almeno mazze in legno o in ferro: quali altri oggetti siano stati usati, però, non è ancora noto. Così come pure non è noto quante persone abbiano partecipato al sanguinoso scontro. Possibile in ogni caso che si sia trattato di una sorta di regolamento di conti.

     

    Sul piazzale del centro commerciale è presente un camioncino per la vendita di panini: il titolare, interpellato dai carabinieri, ha spiegato che a quell’ora aveva già chiuso i battenti e quindi non ha avuto modo di accorgersi di nulla. Possibile però che qualcun altro, oltre alla persona che ha dato l’allarme, abbia assistito al pestaggio.

    MANTOVA - PESTAGGIO CON LE MAZZE DA BASEBALL MANTOVA - PESTAGGIO CON LE MAZZE DA BASEBALL

     

    Proprio per fare luce su tutti questi punti ancora avvolti dall’oscurità e per trovare eventuali testimoni, i carabinieri stanno vagliando le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza. Ovviamente sono in corso anche le ricerche di indizi sulla mazza da baseball rimasta sul luogo dello scontro. Considerato che, a quanto pare, una delle due vittime del pestaggio avrebbe ricevuto una chiamata sul cellulare, i militari stanno passando al setaccio anche i tabulati telefonici. Nel frattempo ieri il pm di turno Fabrizio Celenza ha aperto un fascicolo d’indagine per tentato omicidio. In ogni caso si tratta di indagini che almeno per ora rimangono contro ignoti, in attesa che gli inquirenti facciano luce su un episodio che per gravità a Mantova e provincia conta davvero pochi precedenti.

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