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    NON E' FINITA: LO STATO DI EMERGENZA PROLUNGATO FINO ALLA FINE DEL 2021 - LE NUOVE REGOLE EVITANO LA ZONA GIALLA PER VENETO, SICILIA, SARDEGNA E LAZIO: SI CAMBIA FASCIA SE IL TASSO DI OCCUPAZIONE DEI POSTI LETTO IN TERAPIA INTENSIVA NON SUPERA IL 10% E QUELLO NEI REPARTI DI MEDICINA IL 15% - E IN QUESTI ULTIMI DUE GIORNI DI CRESCITA PIÙ MARCATA DEI NUOVI POSITIVI LA PERCENTUALE DEI LETTI OCCUPATI NEGLI OSPEDALI È RIMASTA FERMA, GRAZIE AI VACCINI…


     
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    Pa. Ru. per "la Stampa"

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    Alla fine il nuovo semaforo messo a punto dal governo dopo un lungo braccio di ferro con i governatori difficilmente accenderà la luce gialla per le Regioni da qui alla fine delle vacanze di agosto. E a maggior ragione non scatteranno l'arancione e il rosso che chiudono a raffica le attività e limitano gli spostamenti delle persone.

     

    Questo perché per uscire della fascia bianca dove tutto è aperto e restano solo l'obbligo delle mascherine al chiuso e il divieto di assembramento, indipendentemente dall'aumento dei contagi bisognerà avere una quantità di posti letto ospedalieri occupata da pazienti Covid, possibile solo se gli studi fino ad oggi sbandierati sulla capacità dei vaccini di proteggere dalle forme gravi di malattia si rivelassero non attendibili.

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    Perché lo schema messo a punto dal decreto prevede sì che in fascia gialla si vada con oltre 50 casi settimanali ogni 100 mila abitanti. Limite già abbondantemente superato questa settimana da Veneto, Sicilia, Sardegna e Lazio. Ma stabilisce anche che non ci sarà alcun passaggio in giallo se il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva non supera il 10% e quello nei reparti di medicina il 15%. In questo momento la media del tasso di occupazione delle terapie intensive è al 2%, con qualche regione che tocca il 3. Questo nonostante l'impetuoso aumento dei contagi, più 115,7% nell'ultima settimana certifica il monitoraggio della fondazione Gimbe.

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    E in questi ultimi due giorni di crescita ancora più marcata dei nuovi positivi la percentuale dei letti occupati negli ospedali è rimasta ferma. Segno che gli studi scientifici ci stanno prendendo e che i vaccini alzano una barriera difficilmente valicabile rispetto al rischio di ammalarsi seriamente. Il «pericolo giallo» è dunque per il momento scongiurato. Sempre che di pericolo si possa parlare, visto che in quella fascia di colore l'unica cosa che cambia rispetto a quella bianca è che bisogna di nuovo indossare le mascherine all'aperto e che al ristorante ci si siede al massimo in 4 al chiuso e in 6 all'aperto.

     

    TERAPIA INTENSIVA TERAPIA INTENSIVA

    Il meccanismo che regola il semaforo prevede poi che in zona arancione si vada con un'incidenza dei casi superiore a 150 e un tasso di occupazione del 20% dei letti in terapia intensiva e del 30% negli altri reparti. Il rosso lockdown scatta infine con oltre 250 casi settimanali ogni 100 mila abitanti e le terapie intensive piene al 30% di malati Covid. Percentuale che sale al 40% nell'area medica.

     

    Nell'incontro che ha preceduto il varo del decreto in consiglio dei ministri il governo aveva assicurato alle Regioni che la permanenza nei colori a maggior tasso di restrizioni sarebbe scesa da due a una settimana in caso di miglioramento anche di un solo parametro e che per essere retrocessi occorreva aver superato la soglia dei ricoverati tanto in terapia intensiva che negli altri reparti.

    Tamponi Tamponi

     

    Due disposizioni che avrebbero allontanato ulteriormente i passaggi verso i colori più penalizzanti, delle quali non c'è però più traccia nel decreto. Che invece come previsto proroga fino alla fine dell'anno lo Stato di emergenza, che permette al commissario Figliuolo di gestire con meno vincoli acquisti e campagna vaccinale e al governo di varare provvedimenti urgenti, bypassando il Parlamento se necessario. Segno che l'uscita dal tunnel è meno vicina di quanto si potesse immaginare fino a meno di un mese fa.

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