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    COME SI FA A DISCUTERE SERIAMENTE CON I NO VAX? - ECCO QUEL CHE DICE ELISA ALESSANDRINI, INSEGNANTE DI TIVOLI (E PURE ESPONENTE DI FIAMMA TRICOLORE): "POSSONO ANCHE METTERE L'OBBLIGO, MA IO QUESTO VACCINO NON LO FARÒ MAI. NEMMENO CHI LO HA PRODOTTO SA CON CERTEZZA COSA PUÒ SUCCEDERE, È IMPOSSIBILE CONOSCERE TUTTI GLI EFFETTI COLLATERALI SUL PROPRIO CORPO - E RIFIUTO L'IDEA CHE MI IMPEDISCANO DI INSEGNARE: SIAMO PRONTI A RICORSI E BATTAGLIE LEGALI - TRA L'ALTRO, NON È DETTO CHE SAPPIANO COME SOSTITUIRCI, PER GARANTIRE LA TENUTA DEL SISTEMA SCOLASTICO…"


     
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    Nic.Car. per "la Stampa"

     

    ELISA ALESSANDRINI ELISA ALESSANDRINI

    «Possono anche mettere l'obbligo, ma io questo vaccino non lo farò mai». Elisa Alessandrini ha 34 anni e da 7 insegna francese alle superiori, in provincia di Roma, «precaria, cambio scuola ogni anno». Non si ritiene una no vax, «in passato gli altri vaccini li ho fatti, quelli sicuri, con una sperimentazione vera e lunga».

     

    Questo non è sicuro?

    «Lei lo sa? Nemmeno chi lo ha prodotto sa con certezza cosa può succedere, è impossibile conoscere tutti gli effetti collaterali sul proprio corpo. Comunque, per me può essere anche una pozione magica, sicura al 100%, l'obbligo non lo accetto, non possono impormi un trattamento sanitario sulla mia pelle».

     

    ELISA ALESSANDRINI ELISA ALESSANDRINI

    Però possono decidere che, se lei non si vaccina, non va in classe a fare lezione «Vedremo, sarebbe una discriminazione sotto diversi punti di vista. Può stare sicuro che io e i tanti colleghi che la pensano come me siamo pronti a ricorsi e battaglie legali, come stanno già facendo molti operatori sanitari, che hanno impugnato le sospensioni presso i vari Tar. Dobbiamo fermare questa strategia».

     

    Quale strategia?

    «È chiaro che c'è la volontà di allargare gradualmente l'obbligo. Prima i sanitari, poi noi, poi altri lavoratori a contatto con il pubblico, tipo gli autisti degli autobus. Una categoria dopo l'altra proveranno a imporre il vaccino».

     

    ELISA ALESSANDRINI ELISA ALESSANDRINI

    Pronta a ritrovarsi a casa senza stipendio per rivendicare la sua libertà?

    «Sì e saremo in migliaia, voglio vedere se lo Stato davvero ci toglie il posto di lavoro e se la prende con madri e padri di famiglia. Tra l'altro, non è detto che sappiano come sostituirci, per garantire la tenuta del sistema scolastico».

     

    Ma se andate a scuola e vi contagiate? Nuovi focolai e didattica a distanza

    «La Dad è un incubo e sono la prima a dirlo, ma sostenere che se noi non ci vacciniamo non si torna a scuola in presenza è pretestuoso, non è certo questo il problema. Sono gli spazi inadeguati, le classi pollaio. Invece di obbligare noi alla vaccinazione, lo Stato investa sulla scuola».

     

    Proprio per questo, non è meglio essere tutti protetti?

    «Chi vuole vaccinarsi può farlo, qui non discutiamo l'utilità del vaccino, non entro nel merito delle questioni scientifiche. Il punto è che, con l'obbligatorietà, viene meno lo Stato di diritto».

     

    ELISA ALESSANDRINI ELISA ALESSANDRINI

    La spiegherebbe così a un suo studente che le chiede un consiglio sul vaccino?

    «Il ruolo dell'educatore è sviluppare il senso critico. Direi al mio studente che la medicina e i vaccini sono una bella cosa, ma che questo vaccino è sperimentale e che, prima di farsi iniettare qualcosa, bisogna conoscerne bene gli effetti. Soprattutto, gli direi che deve sentirsi libero di scegliere».

     

    Sicura che sia la migliore lezione di senso civico?

    «Possiamo discutere sul fatto che chi si adegua dimostri più senso civico di chi si oppone. Ma non bisogna trasformarla in una battaglia tra tifoserie, tra vaccinati e non. Io rivendico il diritto di non vaccinarmi contro il Covid e non lo farò. E rifiuto l'idea che mi impediscano di insegnare».

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