• Dagospia

    E SE UN ASTEROIDE COLPISSE DI NUOVO LA TERRA? - PER EVITARE IL PEGGIO, LA NASA  STA STUDIANDO UN SISTEMA PER DEVIARE L'ORBITA DEL NOSTRO PIANETA - SI TRATTA DI UNA MISSIONE SUICIDA ASTRONOMICA TELECOMANDATA E PRIVA DI EQUIPAGGIO PROGETTATA PER SPINGERE UN ASTEROIDE FUORI DALLA SUA ORBITA DI MEZZO MIGLIO DI DIAMETRO - A RIPRENDERE L'IMPATTO SARA' UN DISPOSITIVO NON PIU' GRANDE DI UNA SCATOLA DI SCARPE PROGETTATO IN ITALIA...


     
    Guarda la fotogallery

     

    Dagotraduzione dal Boston Globe

     

    Una resa grafica del DART Una resa grafica del DART

    Diceva Larry Niven, scrittore di fantascienza americano, che «i dinosauri si sono estinti perché non avevano un programma spaziale». Fino a qualche tempo fa, avremmo fatto la stessa fine. Ma la Nasa, insieme a un team internazionale di ingegneri e scienziati spaziali, tra cui un ruolo fondamentale ce l'ha l’Italia, sta studiando un modo per evitare il peggio.

     

    Gli scienziati dell'Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University e del Planetary Defense Coordination Office della NASA hanno infatti messo a punto un sistema provvisorio chiamato DART (Double Asteroid redirection Test): si tratta di una missione suicida astronomica telecomandata e priva di equipaggio progettata per spingere un asteroide fuori dalla sua orbita di mezzo miglio di diametro.

     

    Progetto dart Progetto dart

    È solo un test. L’asteroide in questione, Didymos (in greco “gemello”, perché accoppiato con la sua piccola Luna) non è in realtà in rotta di collisione con la Terra. Tra novembre 2021 e febbraio 2022 il team lancerà il DART su un razzo SpaceX Falcon 9 dalla Vanderberg Space Force Base in California. Se tutto va secondo i piani, la navicella spaziale percorrerà 11 milioni di chilometri per raggiungere e scontrarsi con Dymorphos, la luna di Dydimos, che ha un diametro di 160 metri.

     

    LICIACube LICIACube

    Ma DART non viaggerà solo. Trasporterà infatti una navicella spaziale delle dimensioni di una scatola da scarpe progettata dall’Agenzia Spaziale Italia. Diversi giorni prima dell’impatto di DART con Dimorphos, quel piccolo veicolo, che si chiama LICIACube (Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids) si separerà dal corpo principale per catturare le immagini dello scontro.

     

    La collisione distruggerà DART ma fornirà dati preziosi su come l’urto altera la velocità della luna attorno al suo compagno più grande. L’obiettivo è quello di imparare ad accelerare o rallentare il transito di un asteroide in modo da ripetere l’operazione nel caso ci fosse un pericolo per la Terra.

     

    LICIACube Progetto LICIACube Progetto

    «Se conosci l'orbita di un asteroide da molto tempo e hai un preavviso, e pensi che colpirà la Terra, una piccola spinta lontano può cambiare la sua traiettoria e salvare la Terra», ha detto Michael J. Neufeld, curatore senior del National Air and Space Museum.

     

    E se DART non dovesse funzionare e non avessimo a disposizione nessuna tecnologia efficace? «Abbiamo altri strumenti» spiega Thomas D. Jones, veterano dello Space Shuttle e presidente del Comitato sugli oggetti vicini alla Terra dell’Associazione degli esploratori spaziali. «Possiamo “parcheggiarci” nelle vicinanze dell’asteroide e spingerlo con l’attrazione gravitazionale. Oppure usare un ordigno nucleare. O ancora provare a usare un impulso laser a energia solare per colpire ripetutamente l’asteroide, creando uno sbuffo di gas che vaporizzerà un pezzo della superficie e spingerà il masso come un razzo. Ma la fisica di DART è semplice: testiamo l’oggetto come facciamo con le auto sulla Terra».

     

    il frammento di meteorite nel lago strawberry, in michigan il frammento di meteorite nel lago strawberry, in michigan

    Fisici e ingegneri sono concentrati sul problema, anche perché le probabilità che il nostro pianeta venga nuovamente colpito da un grande oggetto «sono al 100%» secondo il comitato presieduto da Jones. Non solo. Ci sono fino a mille «minacce alla civiltà umana» che viaggiano vicino al pianeta. La sfida è doppia, perché per vincerla c’è bisogno del supporto tecnico, economico e politico di tutto il mondo: «La difesa planetaria è uno sport di squadra» ha detto la scorsa settimana Kelly Fast, manager del Near-Earth Object Observation Program della NASA, durante un seminario della Association of Space Explorers.

     

    Nei primi 14 anni del XXI secolo gli asteroidi hanno colpito la Terra 26 volte. Lo sappiamo grazie ai sensori installati intorno al pianeta per la Nuclear Test Ban Treaty Organization, che hanno identificato le esplosioni a forza nucleare, la maggior parte delle quali si sono verificate negli oceani.

     

    frammenti asteroide asteroide 2002nn4 3 frammenti asteroide asteroide 2002nn4 3

    Ma Il 15 febbraio 2013, un asteroide lungo 20 metri che viaggiava alla velocità di 64.000 chilometri orarie è esploso a circa 32 chilometri sopra Chelyabinski, in Russia. La sua forza, 48 volte superiore a quella della bomba di Hiroshima, ha danneggiato migliaia di edifici in sei città e ferito 1.500 persone.

     

    La missione di DART non è un'impresa facile. Un asteroide delle dimensioni di Dimorphos causerebbe un’esplosione enorme nell’atmosfera terrestre, ma come corpo celeste è piuttosto piccolo. DART viaggerà a circa 6,5 chilometri al secondo. Durante le 4 ore precedenti alla collisione, gli scienziati a terra passeranno i comandi di DART a computer di bordo autonomi, più precisi degli uomini nell’individuare il punto esatto su cui schiantare la navicella spingendo l’asteroide fuori rotta.

     

    asteroide si avvicina alla terra 3 asteroide si avvicina alla terra 3

    L'effetto a lungo termine di questi sforzi secondo Rivkin di Hopkins, «è rendere il pianeta un po' più sicuro». Ma non del tutto sicuro. Ci sono altre minacce là fuori nello spazio, come le comete, che sfrecciano verso la Terra ad alta velocità. Possono provenire da direzioni completamente inaspettate e non possiamo avere alcun preavviso del loro arrivo. Ma questo è un altro problema.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport