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    PALLONCINI DI ELIO – L’ENNESIMO RITORNO DI STEFANO BELISARI, IN ARTE “ELIO”, CHE (RI)DEBUTTA IN TV CON LA DANDINI: “MI HA FATTO UN’OFFERTA CHE NON POTEVO RIFIUTARE” - MA LE STORIE TESE SI SONO SCIOLTE O NO? “SIAMO COME TERMINATOR, CHE VIENE DISTRUTTO MA POI TORNA IN UNA NUOVA FORMA. ORA LAVORIAMO A DUE, A TRE, COME I MONTY PYTHON. MI ESIBIRÒ CON ROCCO TANICA E COME LEADER DEI ‘THESCISSIONISTI’” - X FACTOR? “NON LO GUARDAVO PRIMA E NON LO GUARDO ADESSO” E IL MERCATO MUSICALE: “IL PUBBLICO NON VUOLE PIÙ UN CAZZO. SOLO…” - VIDEO


     
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    Silvia Luperini per “la Repubblica - Weekend”

     

    ELIO E LE STORIE TESE ELIO E LE STORIE TESE

    In auto verso Alba, con le mani al volante e il piede sull' acceleratore, («ma è pazzo 'sto camionista, si è buttato come un kamikaze») Stefano Belisari, 58 anni, è in movimento.

    Realtà e metafora di un uomo irrequieto. Nel 1980, fonda Elio e le Storie Tese. E da lì in poi, tra concerti dal vivo e sgangherate registrazioni pirata, si scopriranno i Trenta centimetri di dimensione artistica di John Holmes o le strofe immortali di Cara ti amo, esilarante dialogo in crescendo, fotografia dei ruoli di coppia: Lei che dice Non ti interessi mai di quello che faccio.

     

     

     

     

     

     

     

     

    ELIO E LE STORIE TESE ELIO E LE STORIE TESE

    ROCCO TANICA ROCCO TANICA

    E Lui che risponde: Vorrei palparti le tette. Oggi, dopo aver fatto quasi tutto, doppiatore, autore, scrittore, attore, giudice di X Factor, aver portato in scena Gioachino Rossini, la storia della lirica in Cantiere opera e rispolverato in tv Il Musichiere insieme a Rocco Tanica ( Il Musichione), Elio, il 21 novembre (ri)debutta su Rai3 in Stati generali, nuova trasmissione corale di Serena Dandini: «È un po' come il Padrino, mi ha fatto un' offerta che non potevo rifiutare. Io Serena la stimo.

    Mi sono sempre trovato bene con lei. Mi ha dato carta bianca senza sapere cosa mi sarei inventato».

     

     

    E ora lo sa?

    ELIO ELIO

    «Non ho ancora deciso. Mi esibirò con Rocco Tanica e come leader dei Thescissionisti, non so se è chiaro il riferimento a Thegiornalisti. Nel frattempo si sono sciolti anche loro, quindi ora posso dirlo: ero io che cantavo (ride, ndr) ».

     

    Con gli Elii - tra golardia e surrealismo - ha innovato la canzone italiana. Uso delle parolacce, temi seri trattati con leggerezza, parodie, porno sdoganato, travestimenti: c' è ancora spazio per la provocazione?

    elio e le storie tese elio e le storie tese

    «Questa è una delle fasi storiche più fertili. Accadono cose cinque anni fa inimmaginabili. Al di là della drammaticità, che una persona di 89 anni abbia bisogno di una scorta, è talmente vergognoso e imprevedibile che merita un po' di sana satira. Liliana Segre è solo la punta dell' iceberg, con tutta l' assuefazione al peggio di cui ormai siamo capaci, mi stupisco che ci sia stata così tanta eco. Pensavo che gli animi non si sarebbero scossi invece, fortunatamente, c' è stata una bella reazione».

     

    La satira sembra quasi scomparsa dalla tv...

    MACCIO CAPATONDA MACCIO CAPATONDA

    «Quando l' anno scorso ho visto le quattro puntate della Tv delle ragazze di Serena Dandini mi è parso ossigeno puro, talmente ci eravamo abituati all' assenza di ironia e intelligenza. È rimasto solo Crozza. O poco più»

     

    Cosa trova comico?

    «A parte Crozza, mi piace Maccio Capatonda. E Fabio Celenza: ha messo per primo in musica e con una maestria unica la Meloni. Ollolanda è di una bellezza e di una complicazione incredibile».

     

     

    La politica fa ridere?

    «La Meloni in versione Celenza sì. La Meloni, in versione Meloni, no. E poi ci sono i personaggi come Razzi: se li guardo mi vergogno, mi umiliano. Non posso fare a meno di pensare ai sacrifici fatti per arrivare a un parlamento e a quello che siamo oggi, realtà che queste persone sviliscono. È più forte di me. Divento serio».

     

    Tour d' addio, la canzone "Arrivedorci" a Sanremo, apparizioni in tv e teatro: da quando vi siete sciolti è un continuo ritorno

    ELIO E LE STORIE TESE ELIO E LE STORIE TESE

    «Siamo come Terminator che viene distrutto ma poi torna in una nuova forma».

     

    Trent' anni di vita collettiva hanno lasciato il segno. Facevate anche le vacanze insieme?

    ROCCO TANICA ROCCO TANICA

    «La nostra è una lunga amicizia, ma non fino al punto di passare le ferie insieme, tipo marito e moglie. Però, quando ci incontriamo, stiamo bene, c' è gioia. Ora lavoriamo a due, a tre, come i Monty Python. Non è perché un gruppo si scioglie che hai per forza litigato».

     

     

    Ora che è meno Elio e più Stefano, le pesa la solitudine?

    «Mai andato in paranoia se non c' era nessuno con me. Sono sempre stato bene da solo. Ma la vita è bella quando è varia: un po' solo, un po' con gli altri. Il nostro gruppo è nato perché ci piaceva suonare e fare progetti insieme. Un po' mi manca».

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    Ha un' indole irrequieta. Non sta fermo un attimo.

    «E meno male. A casa faccio anche un sacco di lavatrici, carico la lavastoviglie. Vado al super. Ci sono appena stato».

     

    Era sportivo. Lo è ancora?

    «Da quando ho avuto i figli (due gemelli, ndr) ho mollato. Ma un effetto collaterale del Grigio di Giorgio Gaber che sto portando in giro per l' Italia è che ho perso cinque chili.

    ELIO X FACTOR ELIO X FACTOR

     

    Ora sono un portento. Nel monologo, sto solo sul palco tutte le sere per un' ora e mezzo. Il teatro, è un impegno fisico oltre che mentale. Fa bruciare calorie».

     

    Come mai ha fatto aggiungere delle canzoni?

    «Durava due ore. Il patto è stato che lo avrei interpretato solo se fosse stato più corto e con delle canzoni. Ce ne sono una decina: Il sosia, per esempio, non lo conoscono neanche gli appassionati più estremi. I mostri che abbiamo dentro arriva dopo che parlo di quanto siamo mostruosi dentro e non ce ne rendiamo conto».

     

     

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    Con Gaber condivide l' autoironia e un certo gusto per la parola.

    «Nella scrittura dei testi di Elio e le Storie Tese ci siamo sempre sforzati di trovare sinonimi e parole inusuali. Studiando i testi di Giorgio Gaber mi sono reso conto che, come noi, non usava mai le stesse a distanza di poche righe. L' italiano è una lingua talmente ricca che è un peccato utilizzarne solo il 20-30 per cento».

     

    Lei è cresciuto negli anni 70 dei cantautori.

    ROCCO TANICA ROCCO TANICA

    «Una volta c' era un pubblico molto esigente. Forse troppo, se penso ai processi sul palcoscenico. Ma era il sintomo di una ricerca di qualità e di impegno. Ora il pubblico non vuole più un cazzo. Solo tranquillità, la musichetta in sottofondo mentre compra al supermercato. Se non sei alla moda non vai bene.

     

    Prima c' era un certo conformismo ma pure una grande creatività. Ora c' è conformismo e basta. Mi parlano dei rapper: io li ascolto e non ci trovo niente. Gaber, De Gregori, Battiato erano un' altra cosa».

     

     

    Non salva neanche Anastasio, vincitore della scorsa edizione di "X Factor"?

    «Quelle poche volte che l' ho visto mi si è rizzato un pelo, "mi è arrivato", per dirla come Simona Ventura, ma non lo vedo più: cosa fa?».

     

     

    E dell' attuale "X Factor" che ne pensa?

    ELIO STEFANO BELISARI ELIO STEFANO BELISARI

    «Si meraviglierà: non lo guardavo prima e non lo guardo adesso».

     

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    A proposito di povertà di linguaggio. Sembra che il nuovo giudice Sfera Ebbasta riesca a dire solo "spacca".

    «È un collegamento con il mondo giovanile alla stregua di Fedez che è entrato subito nel meccanismo. Si è trasformato in un attimo da corpo estraneo, schifato dal pubblico, a colonna insostituibile».

     

    "X Factor" serve a qualcosa?

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    «È come un master. Hai a disposizione i migliori professionisti ma dura solo tre mesi. Poi cominciano le difficoltà. Sono rimasto in contatto con Nathalie che ha vinto il mio primo X Factor e Shorty che è arrivato terzo. C' è dell' affetto».

     

    In tv cosa guarda?

    «Le rispondo come Ricky Gervais nel suo stand up: vedo solo National Geographic e History Channel».

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    GIORGIO GABER GIORGIO GABER

    Come Gaber è milanese. Che rapporto ha con la città?

    «È sotto gli occhi di tutti. Milano è migliorata, e non solo per i grattacieli che mi piacciono poco. È ripartita dalle ceneri, dal buio nel quale era precipitata, e ha saputo andare avanti. Sarò un illuso, ma quando vado in giro, respiro negli altri la voglia di fare cose belle».

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