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    “QUA STIAMO FACENDO UN BORDELLO” – EMERGONO NUOVI DETTAGLI DELLO STUPRO DELLA 19ENNE A PALERMO, AGGREDITA DA SETTE RAGAZZI LA NOTTE DEL 7 LUGLIO SCORSO – ANGELO FLORES, IL PIU’ GRANDE DEL GRUPPO CHE AVEVA AVUTO UNA RELAZIONE SENTIMENTALE CON LA VITITMA, RIPRESE LE VIOLENZE E LE CONDIVISE IN CHAT CON IL RESTO DEL GRUPPO – NEL SUO CELLULARE SONO STATI TROVATI, OLTRE AI FILMATI DELLO STUPRO, TRE VIDEO CON I RAPPORTI SESSUALI TRA FLORES E LA RAGAZZA E TRA QUEST’ULTIMA E UN ALTRO RAGAZZO - I MESSAGGI IN CUI FLORES RACCONTA CON ORGOGLIO LA VIOLENZA…


     
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    Estratto dell’articolo di Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”

     

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    Ridevano ricordando la sera dello stupro. Ridevano vantandosi di avere violentato l’amica. «Figghiò me lo mandi pure a me il video, quello di là al Foro Italico?» chiedeva uno dei complici ad Angelo Flores, il più grande del gruppo, che conosceva da tempo la vittima e l’aveva attirata in trappola. Le indagini svelano particolari sempre più terribili della notte del 7 luglio, quando sette ventenni palermitani, dopo averla fatta ubriacare, hanno portato una 19enne (Francesca il nome di fantasia) in un cantiere abbandonato del Foro Italico e abusato di lei. Mentre gli altri la violentavano, Flores li riprendeva col cellulare.

     

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    Due filmati di 20 e 23 secondi che avrebbe poi condiviso con il resto della banda e con due amici della comitiva estranei alla violenza. Il cellulare di Angelo, che con la vittima aveva avuto una relazione sentimentale mesi prima, si sta rivelando una fonte preziosa per i pm […] nel telefonino, oltre ai filmati dello stupro divenuti una delle prove principali a carico dei sette, sono stati trovati tre video con i rapporti sessuali tra Flores e Francesca e tra la ragazza e un terzo e messaggi in cui Angelo racconta con orgoglio la violenza.

     

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    Mentre filmava gli abusi il leader del gruppo mandava chat vocali ad amici, una sorta di cronaca dell’orrore tra risate e sghignazzi. «Niente cucì (cugino ndr) — uno dei commenti inviati — qua stiamo facendo un bordello». Frase che mal si concilia con la tesi difensiva dell’indagato che ha sostenuto di essersi «limitato» a riprendere lo stupro col cellulare ma di aver ben chiaro quanto fosse sbagliato quel che avevano fatto subire alla vittima. «In sottofondo si sentono le urla della ragazza e diverse voci di ragazzi», scrive nella sua relazione il consulente tecnico descrivendo gli audio. […]

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