DARIO FRANCESCHINI GIANCARLO GIORGETTI
Carlo Bertini per “La Stampa”
«Beh, ma così mettete a rischio il governo!», si infuria Dario Franceschini quando prende la parola dopo l'annuncio bomba di Giancarlo Giorgetti, che piomba come un sasso sul tavolo ovale del Consiglio dei ministri. Per tutto il giorno la delegazione dei ministri Pd sponsorizza la linea di «aperture con gradualità perché bisogna ripartire in sicurezza e in modo irreversibile». Una linea mediana tra «le esigenze di ripartenza e la tutela della salute» che si infrange contro «il continuo susseguirsi di ultimatum dei leghisti».
ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA
Che prima si rivendono il decreto come frutto del loro pressing e poi neanche lo votano perché debole. Il racconto dei big dem Insomma, la misura è colma. «Non ci può essere una Lega di lotta in piazza e una Lega di governo nel Palazzo», gli fa eco dal Nazareno Enrico Letta, «deve decidere una volta per tutte se sta al governo o se sta all'opposizione: stare in entrambi è impossibile, evidentemente».
MARIO DRAGHI
Dopo il colpo del Carroccio a Draghi, sente per telefono i big per reagire alla provocazione. Il racconto che gli fanno del «dietrofront poco serio della Lega» è eloquente. Giancarlo Giorgetti rientra nel salone del Consiglio dei ministri dopo essersi appartato con i suoi colleghi per un consulto: i ministri dem e grillini li vedono confabulare e malignano che stiano prendendo ordini al telefono da Salvini.
peppe provenzano ritiro del pd all'abbazia di contigliano 32
Cattiveria che ai loro occhi viene confermata dal tono di voce imbarazzato di Giorgetti per quell'annuncio che fa infuriare anche Mario Draghi e il suo braccio destro Roberto Garofoli. Il timore di restare schiacciati Subito la bomba deflagra anche al Nazareno, dove Enrico Letta pensa a dare una risposta unitaria del partito contro l'atteggiamento «irresponsabile» del leader leghista che «gioca sulla pelle degli italiani per interessi di parte».
«Questa linea ondivaga mette in difficoltà Draghi e l'intero governo», sentenzia il vicesegretario dem, Peppe Provenzano. Dietro le uscite in blocco dei dirigenti Pd che alludono al timore di Salvini di perdere punti nei sondaggi sulla Meloni e di voler scaricare le sue debolezze sul Paese, c'è il timore di restare schiacciati in una posizione scomoda sul governo, subendo i colpi da fuori dell'avversario.
Che ha buon gioco a speculare sullo scontento del Paese contro chi invece porta la croce delle misure più graduali.
Letta a Draghi: «Bloccalo tu»
ENRICO LETTA
Racconta un ministro dem: «Nella riunione preparatoria i ministri della Lega erano rimasti allineati sul coprifuoco e sulle altre graduali riaperture decise. Ma prima del Cdm, sono rimasti fuori un poco, poi è entrato Giorgetti a dire che la Lega non può votare il decreto: "Ci asteniamo perché dobbiamo valutare altri aspetti e ci facciamo carico delle richieste delle regioni che bisogna riaprire". Insomma, hanno cambiato linea in cinque minuti...».
L'ira di tutti i membri di governo del Pd è scontata e già una settimana fa nell'ultimo incontro con Draghi, Enrico Letta lo aveva detto al premier: «Mario, solo tu puoi mettere fine a questo doppio gioco di Salvini». Esortazione che deve essere andata a segno, vista la reazione del premier.
ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI
Pericolo campagna elettorale
Il pensiero del leader Pd è che così facendo Salvini distorce anche la campagna elettorale per le amministrative: «Così mette in difficoltà Draghi e confonde gli italiani», attaccano dal Nazareno, dove a questo punto la preoccupazione cresce. «In questa fase serve la massima corresponsabilità nelle soluzioni ai problemi del paese», dicono dagli uffici del segretario dem. «Evidentemente dietro questo continuo rincorrere gli umori dell'opinione pubblica da parte di Salvini, c'è il bisogno di sparigliare per distrarre dalla crisi di consenso nei sondaggi». Per Letta è evidente che il Capitano sta perdendo la leadership nella coalizione di centrodestra e che non riesce a nascondere le fratture dentro la Lega, perché «c'è una Lega che parla ai ceti produttivi, che si aspettano dalla maggioranza di governo maggiore serietà».
DARIO FRANCESCHINI GIANCARLO GIORGETTI