Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
TURCHIA MILITARI ARRESTATI
Il fallito golpe militare di venerdì è costato la vita ad almeno 308 persone, di cui solo un terzo sono militari, mentre più di 500 sono ancora gravemente ferite. La reazione del presidente Recep Tayyip Erdogan sta invece cambiando faccia al potere statale turco.
Arresti, dimissioni forzate, sospensioni dal servizio hanno già raggiunto quota 20 mila. Per colmare i vuoti di organico lo Stato ha cancellato le ferie degli altri.
Ci sarà traffico oggi sulle strade che dal mare riportano alle città. Tre milioni di dipendenti pubblici sono stati richiamati al lavoro a tempo indeterminato. È uno stato di emergenza più nervoso che legale perché il presidente appare determinato a cambiare la Turchia molto velocemente. Almeno fino a che non troverà qualcuno disposto a fermarlo.
TURCHIA MILITARI ARRESTATI 2
Per un turco qualunque questi sono stati i primi tre giorni della vita in cui non ha visto un servizio televisivo o letto un articolo sulle straordinarie imprese delle Forze armate. Tutto il contrario. Sugli schermi sono sfilati generali in manette. Ufficiali denudati e ammassati con le mani legate dietro la schiena come prigionieri di guerra. Attorno al presidente e al primo ministro non si è ancora vista una divisa, solo «popolo», gomito a gomito con il suo condottiero.
GOLPE FALLITO IN TURCHIA
Appena cala il sole, il caldo soffocante allenta la morsa e le piazze si riempiono. È stato «lui» a chiederlo. Vuole che si festeggi e si dimostri la forza del «popolo» almeno sino a venerdì. E ogni notte «loro» diventano più numerosi. Ieri si erano anche inventati una canzoncina che cantava la forza, il coraggio, la bontà del presidente. Tutto sulle note di una marcetta dell' età ottomana. Si è abbondantemente entrati nel terreno del culto della personalità. Il presidente Recep Tayyip Erdogan è il dominatore assoluto della scena.
«Loro» sono gli attivisti del partito per la Giustizia e lo sviluppo del presidente. Uomini in camicia e donne con il velo.
GOLPE FALLITO IN TURCHIA
Gli oppositori li etichettano come «islamisti». «Loro» sono il popolo di Erdogan, i musulmani fieri di non essere confusi con gli europei o gli arabi o gli iraniani che stanno scrivendo un nuovo capitolo nella storia millenaria del Paese.
Nel governo c' è chi chiede di armare i civili per difendersi meglio da futuri colpi di Stato.
La militarizzazione della società darebbe però il via alla guerra civile. Nei raduni notturni, ai funerali delle vittime c' è chi scandisce slogan come «Vogliamo la sharia», la legge islamica, oppure «Vendetta» o «Pena di morte».
ERDOGAN
Ieri notte alla Cnn, Erdogan ha raccontato com' è sfuggito all' attacco dei ribelli dal suo hotel sulla costa mediterranea: appena pochi minuti prima dell' arrivo di chi voleva probabilmente ucciderlo e solo grazie alle informazioni dei servizi segreti. Erdogan ha di nuovo confermato l' intenzione di fare pulizia di tutti gli oppositori. Ovunque si nascondano, nell' amministrazione, nella magistratura, nell' esercito, nei media.
«Perché il golpe è stato un dono di Allah» per costruire una nuova Turchia.
Gli arresti sono stati più di 7.500 arresti, divisi equamente tra militari e magistrati. Tredicimila dipendenti pubblici sono stati licenziati. Più di 8.770 erano dipendenti del ministero dell' Interno, la maggior parte agenti di polizia, costretti a restituire armi e distintivi, 30 i prefetti e 47 presidenti di provincia. Millecinquecento dipendenti del ministero delle Finanze.
Non un passo indietro neppure sui tesissimi rapporti con Stati Uniti e Unione Europea.
Fethullah Gulen
Ankara chiede a Washington la consegna di colui che considera la mente del putsch: l' imam Fethullah Gülen. Gli Usa chiedono prove, ma Erdogan attacca. «Come Washington ha chiesto all' Afghanistan la consegna del terrorista Osama Bin Laden e ha preso dei provvedimenti per ucciderlo sul terreno, anche noi abbiamo il diritto di chiedere Gülen e comportarci di conseguenza».
Quanto alla pena di morte che l' Europa chiede di non re introdurre, la risposta del presidente è tagliente: «Gli Usa, la Cina e la Russia hanno la pena di morte. Che diritto ha l' Ue a porre il veto su qualcosa che vuole democraticamente un popolo?».