• Dagospia

    M’ILLUMINO DI COVER – GIANNA NANNINI: COME FARE A PEZZI PAOLI, VASCO, FOSSATI, MODUGNO, ENDRIGO, DALLA, GUCCINI – NELL’ALBUM “HITALIA” UNA BIOGRAFIA STONATA: “METTO IN ROCK LE CANZONI DEGLI ALTRI”


     
    Guarda la fotogallery

    Gino Castaldo per “la Repubblica

     

    GIANNA NANNINI FOTO DI GIOVANNI COZZI GIANNA NANNINI FOTO DI GIOVANNI COZZI

    Cover, cover, fortissimamente cover. C’è arrivata anche Gianna Nannini, 17 canzoni più una bonus track ( Bella senz’anima ), per un disco intitolato Hitalia e che ripercorre momenti straordinari del patrimonio italiano. «Come una biografia cantata» racconta la Nannini, «nella scelta dei pezzi ho seguito un percorso emozionale, non cerebrale, mi sono lasciata prendere dai testi e infatti mi sono resa conto dopo averle scelte che erano tutti pezzi cantati da autori». Ma è ovvio che a scorrere il disco, che inizia con Dio è morto e si chiude con Volare , passando per meravigliose canzoni di Endrigo, Dalla, Fossati, Paoli, Vasco Rossi, si ha le netta impressione di un percorso emotivo e personale, certo, ma anche della voglia di erigere un monumento a una immensa stagione della canzone italiana.

     

    GIANNA NANNINI IN TOPLESS GIANNA NANNINI IN TOPLESS

    Però di cover abbonda il mercato. Non aveva paura la nostra più nota e agguerrita cantante rock di cedere a una consuetudine ormai abusata? «No, non direi, ho scoperto questa vena da interprete quando ho cantato Lontano lontano , e poi è un’esigenza del momento, mi sono resa conto che ogni sette anni devo fare qualcosa di diverso dal solito. Come gli indiani. Delle volte è bene fare esperienze che la gente non si aspetta, e che neanche io mi aspetto, questo non l’avevo mai fatto, e quindi… E poi è una grande responsabilità, devi cantare bene, non tradire la canzone e il percorso catartico di chi l’ha scritta. Quando scrivi te è tutt’un’altra cosa. Le mie difficilmente le imparo a memoria, le finisco all’ultimo momento perché devo sempre rifinirle».

    Vasco Rossi Vasco Rossi

     

    Di sicuro il disco permette di scoprire che molte di queste canzoni in chiave rock funzionano benissimo, o almeno nella chiave di rock melodico che è sempre stato il marchio della Nannini. Meno bene Caruso magari («ma ho pianto quando l’ho cantata, l’avevo già fatta una volta con Lucio, e poi è stato un anno terribile, ho perso mia mamma, e anche due amici»), molto meglio Pugni chiusi ( «nessuno lo sa ma Demetrio Stratos è stato un maestro per me, mi ha insegnato due trucchi per mantenere bene la voce prima dei concerti, mi mostrava come fare le diplofonie»), benissimo Io che non vivo senza te, più scontata Volare ( «l’hanno definita Metal Modugno, e non potevo non metterla perché il disco uscirà in tutta Europa, e quella è ancora oggi la più nota canzone italiana all’estero»).

     

    festa per gino paoli gino paoli e gianni morandi 4 festa per gino paoli gino paoli e gianni morandi 4

    Ci sono partecipazioni illustri. Gino Paoli che ha messo la voce in Il cielo in una stanza, Vasco Rossi che ha accettato di cantare nella coda di C’è chi dice no, e Massimo Ranieri in ‘ O sole mio.

     

    Ma c’è anche un altro tipo di partecipazione. Per la sua Dedicato, Ivano Fossati ha accettato la proposta di aggiungere qualcosa al testo. «Non volevo entrare in competizione. Dedicato è talmente legata alla Bertè che l’ha interpretata benissimo. Ma mi è venuto spontaneo di aggiungere qualcosa e Fossati ha detto che era d’accordo, questo perché lui ha capito cos’è la canzone popolare, che era fatta con le varianti, ognuno aggiungeva qualcosa, e quindi è venuto fuori questo “dedicato all’Italia…” che a lui è piaciuto molto».

    LUCIO DALLA LUCIO DALLA

     

    Viene da pensare: non è che la scelta di incidere un disco di cover sia più o meno consapevolmente legata al fatto di essere diventata madre e di voler trasmettere questa storia a sua figlia? «No, non ci ho pensato, lei la musica la sente da quando è in pancia, è molto determinata, questa mi piace questa no. Delle mie qualche volta canta Meravigliosa creatura . Ogni tanto si arrabbia, quando vado a suonare, perché le tolgo del tempo. A volte la porto ai concerti, ma cerco di tenerla fuori dalle luci della ribalta». Un disco di cover cos’è davvero: una pausa, un momento di rigenerazione? «Avevo un disco di inediti quasi pronto, poi ho detto: ma no con calma, ogni tanto ci vuole qualcosa di diverso. Il produttore, Will Malone, non le conosceva, a parte un paio, per lui erano come mie canzoni e così le ha trattate».

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport