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    FATE PRESTO: UN TERZO DELLE FAMIGLIE HA DA VIVERE SOLTANTO PER TRE MESI - SECONDO L'INDAGINE CONDOTTA DA BANKITALIA, LA PANDEMIA HA EROSO I RISPARMI DEGLI ITALIANI - IL 40% HA DIFFICOLTÀ CON IL MUTUO, FERMO IL MERCATO IMMOBILIARE. UNO SU TRE NON ANDRÀ IN VACANZA E QUASI IL 60% RITIENE CHE ANCHE QUANDO L'EPIDEMIA SARÀ TERMINATA LE PROPRIE SPESE PER VIAGGI, VACANZE, RISTORANTI, CINEMA E TEATRI SARANNO COMUNQUE INFERIORI A QUELLE PRE-CRISI…


     
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    Camilla Conti per “la Verità”

     

    Coronavirus, l'Italia dei nuovi poveri Coronavirus, l'Italia dei nuovi poveri

    Nel film Frankenstein Junior, il professore universitario Frederick Frankenstein si reca di notte accompagnato dal suo assistente Igor al cimitero, alla ricerca di un cadavere su cui sperimentare le numerose ricerche del nonno Viktor von Frankenstein. Il Dottore e Igor cominciano a dissotterrare la tomba del malcapitato, compito alquanto ingrato: «Che lavoro schifoso!» esordisce il dottor Frankenstein. «Potrebbe essere peggio», risponde ottimisticamente Igor, «potrebbe piovere!».

     

    Un tuono, un lampo e inizia lo scroscio di una pioggia incessante. In Italia sembra di vivere lo stesso film. E sta per cominciare a piovere forte. Le stime della Commissione Ue assegnano al Pil dell'Italia la maglia nera del 2020 con un -11,2% e per l'Istat oltre un'azienda italiana su tre rischia la chiusura. Poteva bastare? No. Perché anche dall'indagine straordinaria condotta fra aprile e maggio da Bankitalia sulle famiglie italiane emergono dati drammatici: più di un terzo degli intervistati dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di tre mesi a coprire le spese per consumi essenziali in assenza di altre entrate, un periodo compatibile con la durata del lockdown legato all'emergenza Covid-19.

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    «Utilizzando come riferimento omogeneo una soglia di povertà relativa stimata sulla base dell'Indagine sui bilanci delle famiglie italiane del 2016, la quota di popolazione che non ha sufficienti risorse finanziarie liquide per poter restare alla soglia di povertà per tre mesi in assenza di altre entrate raggiunge il 55%».

     

    La quota supera il 50% per i disoccupati e per i lavoratori dipendenti con contratto a termine. Poco meno di un quinto dei lavoratori indipendenti e dei lavoratori dipendenti con contratto a termine si trova in questa condizione e contemporaneamente ha subito una riduzione di oltre il 50% del reddito familiare nei primi due mesi della emergenza sanitaria». Riassumendo: le riserve del ceto medio degli italiani sono agli sgoccioli.Oltre la metà della popolazione dichiara di aver subito una contrazione nel reddito familiare, in seguito alle misure adottate per il contenimento dell'epidemia.

     

    «L'impatto è stato particolarmente severo per i lavoratori indipendenti». Il dato, spiega Banca d'Italia emerge «anche tenendo conto degli eventuali strumenti di sostegno ricevuti; per il 15% il calo è di oltre la metà del reddito complessivo. L'impatto è più negativo tra i lavoratori indipendenti: quasi l'80% ha subito un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare».

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    E le previsioni sono negative anche per il futuro: «Circa la metà della popolazione si aspetta una riduzione del reddito familiare anche nell'arco dei prossimi 12 mesi, anche se di intensità inferiore a quella degli ultimi due mesi: solo il 7% ritiene che tra un anno il reddito della sua famiglia avrà subìto un calo di oltre il 50% rispetto a quello precedente l'emergenza sanitaria. Anche tra coloro che riportano una caduta di oltre il 50% del reddito negli ultimi 2 mesi, più della metà si aspetta che tra un anno il calo sarà ridimensionato e il 15% ritiene che il reddito tornerà ai livelli precedenti l'emergenza sanitaria».

     

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    Quasi il 40% delle persone indebitate dichiara inoltre di avere difficoltà nel sostenere le rate del mutuo a causa della crisi. La quota è più elevata nel Centro e nel Mezzogiorno. «Solo un terzo di chi è in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo ha fatto ricorso o intende far ricorso alla moratoria mutui. Fra coloro che hanno un finanziamento per credito al consumo la percentuale di individui in difficoltà con il pagamento della rata è del 34%». Inevitabile l'impatto sul mercato immobiliare.

     

    Bankitalia ha consultato anche 1.352 agenti immobiliari dal 18 maggio al 18 giugno: nel primo trimestre è decisamente scesa la quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile e sono diminuiti in misura marcata sia i potenziali acquirenti sia i mandati a vendere. Secondo gli operatori, molti potenziali acquirenti avrebbero deciso di rinviare o rinunciare all'acquisto di un'abitazione e molte transazioni per cui si era già raggiunto un accordo tra le parti sarebbero state interrotte.

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    Va poi aggiunto l'impatto sul turismo: «Circa il 30% della popolazione dichiara di non potersi permettere di andare in vacanza la prossima estate e quasi il 60% ritiene che anche quando l'epidemia sarà terminata le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno comunque inferiori a quelle pre-crisi», dice Bankitalia.

     

    Che intanto propone al legislatore di cambiare strada per raggiungere l'obiettivo di favorire l'inclusione finanziaria in Italia, un problema che affligge il 7% delle famiglie italiane (ossia quelle senza un rapporto bancario). La proposta è arrivata da Magda Bianco, capo Dipartimento tutela della clientela dell'istituto di via Nazionale, ascoltata ieri in commissione Finanze del Senato sul ddl in materia di utilizzo ed erogazione del rapporto di conto corrente.

     

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