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Durante i suoi 25 anni di carriera, il fotografo svedese Per-Anders Pettersson si è occupato di tutti i temi più scottanti che riguardano il continente africano: la fame in Etiopia, le guerre civili nella Repubblica Democratica del Congo, l'epidemia di aids in Botswana e in Sudafrica.
Le sue foto hanno guadagnato lodi e premi. Hanno scosso gli animi e riempito gli occhi di lacrime in tutto il mondo. A un certo punto però decide di non voler più commuovere. Reinterpreta la sua missione e decide di mettersi alla ricerca di un senso irrefrenabile di bellezza. Compra un biglietto per le montagne russe, e non ne riemerge più. Da quel momento ha prodotto forse il suo lavoro più grande. I suoi scatti hanno raggiunto un ritmo e una bellezza che mai avevano avuto prima.
Trascorre quattro anni fotografando il mondo della moda e del glamour in Africa. Assiste a più di 30 spettacoli in tutto il continente. Diventa un volto familiare e si guadagna l’accesso diretto a qualsiasi sfilata.
"Mi sono buttato senza paracadute in quest’impresa. Forse perché ho passato troppo tempo a raccontare “storie ordinarie” sull’africa. Ma ero attratto e affascinato dall’Africa del benessere”.
Le immagini di Pettersson non solo cercano di sfidare gli stereotipi della moda africana, come i disegni etnici e le stampe animali. Ma, soprattutto, hanno lo scopo di confrontarsi con lo "sguardo occidentale", con la percezione sbagliata della loro cultura e annunciare al mondo che l'Africa non è solo un continente devastato dalla guerra, dalla dilagante povertà, dalle malattie e dai conflitti etnici.
Già nel 2009 l’audace fotografo aveva proposto di ritrarre l’alta borghesia africana, una classe in rapida crescita, che negli ultimi anni aveva attirato poco o nulla l'attenzione dei media stranieri. Si reca a una sfilata di moda a Johannesburg, a caccia di soggetti per “Rainbow Transit”, un libro fotografico sulla vita quotidiana in Sudafrica, dopo la democratizzazione della paese.
Dal primo istante, Pettersson rimane stregato da quel mondo: modelli sexy e affascinanti, tessuti ricchi di colori, passerelle eleganti, la fantasia della gente agli after party. Da allora, non si riuscì più a fermare. Era salito sulla giostra e non poteva più scendere. Si abbandonò così allo sfrenato e avvolgente mondo della moda in Africa.
"Non è solo di moda che si parla, ma di una nuova crescita per l’Africa”.
E dal Sudafrica, ormai acclarata capitale del afro glamour, la febbre si sta espandendo in tutto il continente e spuntano spettacoli e sfilate ovunque. Non è forse un segno che l'economia dell'Africa si stia sviluppando e il potere d'acquisto delle persone sia in crescita?
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