rocco casalino grande fratello
Francesco Specchia per “Libero quotidiano”
Rocco, parlare, parla pochino.
Al limite, rumina pensieri attraverso sguardi e sorrisi taglienti: è la tecnica di Alastair Campbell, il portavoce del Labour inglese ai tempi di Tony Blair (anche se magari Rocco questo non lo sa).
Rocco è una sfinge dell' alto Salento accucciata dietro le quinte dei Cinque Stelle. Uno che lancia i suoi anatemi e i suoi segni di benevolenza via Whatsapp. Ringhia, al limite, con i cronisti che s' azzeccano sui suoi candidati (le ultime scintille al comitato elettorale di Virginia Raggi); o si congratula con i parlamentari per una ficcante ospitata tv - con DiBa o Di Maio ha smesso da tempo, vanno per conto loro, ma molti peones ne aspettano la chiamata -; o smista le domande, gestisce il traffico di idee, intreccia parole, suggestioni, coscienza di ogni militante che Beppe Grillo abbia piazzato sulla Terra.
rocco casalino grillo
«Chiedi a Rocco», «senti se Rocco è d' accordo», «facciamo prima controllare a Rocco», era il refrain.
La sua autorevolezza, grazie allo stretto rapporto con Gianroberto Casaleggio, era consolidata. Qualcuno s' era chiesto se lo fosse di meno, oggi, con la prepotente ascesa di Luigi Di Maio, che non lo ama; ma la sua recente comparsata sul balcone del Campidoglio sottobraccio a Grillo ha sciolto ogni dubbio.
Rocco non rimane solo l' uomo-ponte tra l' anima milanese e quella romana del partito; ma diventa pure, con Ilaria Loquenzi, il centro di gravità permanente del M5S. Insomma, se il «Dott. Ing. Rocco Casalino, Portavoce e capo comunicazione del Gruppo Movimento 5 Stelle al Senato e Coordinatore della Comunicazione Nazionale del Movimento 5 Stelle» e molto altro, ha fatto la scalata che ha fatto, dall' antro infernale del primo Grande Fratello - 92 giorni nella «Casa» - al Parlamento, beh, urge analisi sociologica. Urge.
mario moretti
CORSO PER CRONISTI
Innanzitutto, pochi sanno che se il M5S possiede un suo controverso spin doctor la causa, indiretta, sono le Brigate Rosse. Accadde infatti che, nel 2004, il galeotto Mauro Moretti, ex capo delle Br, a causa della mancata autorizzazione del Giudice di sorveglianza non riuscì a presentarsi alla lezione del corso di giornalismo della Provincia di Milano.
Sicché l' organizzatore del corso, Enrico Fedocci, spiazzato, dopo aver tentato di sostituire inutilmente Moretti con Ettore Mo, Giorgio Gori e un generale dell' Arma dei Carabinieri, ripiegò, disperato, verso Casalino, nel quale era incocciato, la notte prima, nel privè della discoteca Hollywood.
Rocco, classe '72, era un allampanato ingegnere elettronico nato in Germania ma cresciuto a Ceglie Messapica (provincia di Brindisi), che parlava già sei lingue (non si sa quanto fluentemente). Era diventato famoso, anzi famigerato, dal 2000: aveva sfidato a colpi di congiuntivo Marina La Rosa e Piero Taricone; incrociato le telecamere con Platinette e Vittorio Sgarbi; bazzicato l' agenzia di Lele Mora; urticato gli spettatori come polemista nei talk Mediaset più disparati. Allora si guadagnava la pagnotta con televendite da 20mila euro al mese. Accettò, curiosamente, di essere gettato in pasto agli studenti di Comunicazione e di discettare di giornalismo pur non avendo la minima idea della materia. Il che è un buon inizio, per un giornalista.
rocco casalino grillo
Da lì, da quell' incontro, Rocco si scelse la sua personale via di Damasco. Mi ricordo i suoi anni di gavetta negli studi di Telelombardia, dove si materializzava all' alba nella trasmissione Buongiorno Lombardia, preparandosi puntigliosamente per il terrore di sbagliare la rassegna stampa e di non poter rispondere alle domande in diretta degli spettatori lombardi, gente che s' incazzava in dialetto e dalla tigna leggendaria.
Fu, quel periodo, una sorta di lavacro penitenziale. Rocco rivendicava il suo diritto all' oblio.
Voleva far dimenticare le risse in diretta tv, l' accusa di eccesso di botulino (Gian Luigi Paragone si beccò una querela per questo) e di volgarità. Per non dire delle sue provocazioni portate all' estremo.
Roba ai limiti del razzismo che una volta lo spinse a dichiarare, intervistato dalle Iene: «Il povero ha un odore diverso dal ricco, hai mai provato a portarti a letto un romeno?». Un' uscita ovviamente a uso scandalistico che, in seguito, Rocco riuscì a giustificare genialmente, affermando di aver voluto provare in video la parte del razzista di un corso di recitazione alla Stanislavskij che stava frequentando.
Lo scrittore Walter Siti, pur ironizzando, ne aveva intuito il talento: «È un ragazzo intelligente, giovane e preparato ingegnere, che ha scelto di sottoporsi a cambiamenti radicali (si direbbe perfino chirurgici) per giocare il suo ruolo di personaggio».
AMORE E ODIO
lamberto sposini su instagram 8
Ma il percorso della redenzione era lungo. Nel gennaio 2008 Lamberto Sposini lo chiamò a fare l' inviato di Versus, programma d' attualità sulla barese Telenorba. Per ringraziarlo, Casalino gli scrisse una lettera sul settimanale Dipiù: «Da un anno ero disperato, senza lavoro. Ho studiato giornalismo, ma nessuno mi ingaggiava. Tu mi hai teso la mano e ora sono il tuo inviato speciale».
E a Telenorba Rocco lavorò di servizio pubblico, taccuino e suola da scarpe fino al 2012. Fino a quando, cioè, il Movimento 5 Stelle in esplosione cercava candidati dal basso. Rocco, per la prima volta senza un filo di paraculismo, registrò su Youtube un videomessaggio per Grillo e Casaleggio, che era un' autocandidatura per le elezioni regionali: «Sono Rocco Casalino, ingegnere elettronico e giornalista professionista. Penso di essere utile al movimento avendo molte capacità nel parlare con la gente e nel convincere le persone a passare dalla nostra parte. Vi chiedo solo di giudicarmi per quello che sono e di evitare i pregiudizi che ingiustificatamente mi accompagnano da molto tempo…».
GIANROBERTO CASALEGGIO
Ma i pregiudizi, specie quelli da reality, sono duri a morire.
Venne crocifisso dalla Rete, impiccato ai social come un San Sebastiano qualsiasi: candidatura ritirata. Ma Casaleggio, come Siti aveva intravisto, ha un certo talento per le parole. La comunicazione del Movimento era stata, sino a quel momento, livida e controproducente, come quella della Berlino Est negli anni '70; quindi si poteva riallocare la risorsa.
Finora, come comunicatore a 2.000 euro netti al mese (certo, a fare il cazzone in tv si guadagnava meglio), Rocco ha sbagliato poco. È stato rampognato dei fan di Daria Bignardi per averle indirizzato pubblicamente una lettera di fuoco sul passato penale del suocero Adriano Sofri; ma la Bignardi, da conduttrice delle Invasioni barbariche, aveva sfruculiato nel passato fascista del padre del cittadino Di Battista: fu semplice rappresaglia.
ROCCO CASALINO E ALTRI MASCHIONI
E Rocco si è beccato anche l' accusa, poi spentasi, di essere tra quelli dello staff comunicazione ad avere in uso un monolocale romano spesato dal Movimento. Non è stato, diciamo, elemento sufficiente a farlo fuori.
All' interno del M5S è amato e odiato allo stesso modo. Si dice che basculi tra il piglio dittatoriale e l' ansia del controllo assoluto; ma è un dato di fatto che la comunicazione, anche a livello elettorale, oggi sia tra le cose più oleate dei pentastellati.
RAGGI
Alcuni lo hanno infilato nella diatriba sulla nomina del portavoce della Raggi, coinvolto in un' arruffata guerra fra bande interne ai grillini. Eppure Rocco, l' altro giorno, era sempre lì, in Campidoglio, con la sua bella camicia bianca sotto giacca fumè, a dirigere il traffico del primo giorno della sindaca, sempre parlando pochino, sempre con quei sorrisi taglienti, sempre col Whatsapp brandito come un revolver.
Il suo orgoglio personale l' ha riscattato, la sua faccia mostra il nitore dei penitenti. Ora deve pensare, per passione e per contratto, all' orgoglio e alla faccia degli altri…