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FINANZA, PROCURE, SERVIZI “SERI E DEVIATI”: TUTTI GLI AGGANCI DELLA BANDA DEGLI SPIONI – CARMINE GALLO TENEVA I CONTATTI CON GLI APPARATI DI POLIZIA E L’INTELLIGENCE, ENRICO PAZZALI CON LA POLITICA E I MAGISTRATI – UNO DEI MASSIMI ESPONENTI DELLA GUARDIA DI FINANZA, COSIMO DI GESÙ, COMANDANTE DELLA REGIONE SICILIA, ERA IN RAPPORTI MOLTO STRETTI CON IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE FIERA, CHE LO DEFINIVA “UN AMICO”, AL PUNTO DA RACCOMANDARGLI UNA “RAGAZZA DA INSERIRE NEL TEAM”

1. CYBER SPIE, 'ABBIAMO CONTATTI CON SERVIZI SERI E DEVIATI'

Estratto da www.ansa.it

 

carmine gallo

"I cialtroni saltano...un cialtrone fa le cose fatte" male "salta, non merita lavoro, noi abbiamo la fortuna di avere clienti Top in Italia...i nostri clienti importanti...contatti tra i servizi deviati e i servizi segreti seri ce li abbiamo, di quelli lì ti puoi fidare un po' di meno, però, li sentiamo".

 

A dare un quadro delle relazioni della presunta rete di cyber-spie al centro delle indagini della Dda di Milano e della Dna con il mondo dell'intelligence, è Nunzio Samuele Calamucci, il tecnico informatico e braccio destro dell'ex super poliziotto Carmine Gallo, entrambi ai domiciliari, che di fatto gestivano l'attività di dossieraggio che ruotava attorno a Equalize.

 

Società nella cui sede, emerge dalle migliaia di pagine degli atti dell'inchiesta, ci sarebbero stato anche un incontro tra le presunte spie e "funzionari di palazzo Chigi.

 

ENRICO PAZZALI

Gallo e Pazzali, si evince dagli atti, potevano dunque contare su contatti e 'sponde' di un certo peso, reali o millantati che fossero, anche tra le istituzioni e la politica, visto il ruolo di Pazzali. Cosa che, assieme al loro know how, avrebbero sfruttato come una miniera per la loro attività e quella della squadra di hacker e dipendenti infedeli dello Stato.

 

Dagli accertamenti svolti, di cui è stata fatta una parziale discovery, ci sarebbero stati incontri con frange dell'intelligence non solo israeliana ed estera, ma anche italiana. Un tema suggestivo su cui, oltre alla magistratura, sono in corso accertamenti di altri apparati per capire se sia fondato o meno, e che già all'inizio delle indagini era emerso. […]

 

2. TRE GENERALI NELL’INCHIESTA SULLE SPIE

SAMUELE CALAMUCCI E VINCENZO DE MARZIO

Estratto dell’articolo di Lodovica Bulian e Luca Fazzo per “il Giornale”

 

È lo Stato che indaga su se stesso, in una inchiesta in cui passo dopo passo emergono rapporti organici e ravvicinati tra la squadra di dossieristi guidata dall'ex poliziotto Carmine Gallo e ambienti delle istituzioni. Nelle intercettazioni agli atti dell'indagine milanese emerge come Gallo e il suo azionista di riferimento, il presidente della Fiera di Milano Enrico Pazzali, si suddividano i contatti: Gallo con gli apparati di polizia e l'intelligence, Pazzali con le istituzioni, la politica e la magistratura.

 

«Enrico va in Procura almeno una volta alla settimana a parlare con i magistrati, tant'è che tutti pensano che sia un informatore della Procura», dice il braccio destro di Gallo, Samuele Calamucci.

SAMUELE CALAMUCCI CONTA I SOLDI CHE DICE DI AVER RICEVUTO DA LEONARDO MARIA DEL VECCHIO

 

La Procura di Milano, man mano che l'indagine nata per caso su Gallo prendeva forma, si è resa conto che quanto emergeva la sfiorava da vicino, e che coinvolgeva forze di polizia da sempre al suo servizio: a partire dalla Guardia di finanza, con uno dei suoi massimi esponenti, il generale Cosimo Di Gesù, comandante della Regione Sicilia, in rapporti così stretti con Pazzali da usarlo come ufficio di collocamento.

 

«I tre parlano poi di una ragazza da inserire nel loro team che godrebbe anche di una raccomandazione istituzionale da parte del Generale della Guardia di Finanza, Di Gesù», si legge nelle carte. «Okay - si vanta Pazzali in un'altra intercettazione - possiamo fare perché lui è il mio amico, è un Generale a due stelle ed è, sarà uno dei prossimi comandanti generali».

 

marco malerba giuliano schiano giulio cornelli samuele calamucci massimiliano camponovo carmine gallo

Di Gesù è un nome che conta, legato all'ex comandante Giuseppe Zafarana, e soprattutto ufficiale di fiducia dell'ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. E non è l'unico alto ufficiale in contatto col gruppi di via Pattari: quando Pazzali riceve una soffiata su un'indagine a suo carico, «un suo amico, il Generale della Guardia di Finanza», racconta Gallo a Calamucci, «gli ha detto guarda che il dottor Storari indaga su di te». «Di Gesù?», «No, uno di via ...».

 

L'indirizzo del generale chiacchierone, purtroppo, risulta incomprensibile. E quando un finanziere al soldo della banda, il leccese Giuliano Schiano, manifesta i suoi timori, «Calamucci suggerisce di dire a Schiano che comunque lo tuteleranno anche per il tramite del Generale di divisione della Guardia di Finanza, Giuseppe Magliocco». «Comandante della Regione Toscana, annotano a piè di pagina gli investigatori.

 

SAMUELE CALAMUCCI E CARMINE GALLO

La squadra di carabinieri varesini dai coloriti nomi in codice («Mistral. Grillo, Tackle, Nemo») è guidata da un semplice tenente colonnello, David Pirrera, ma sembra muoversi senza timori reverenziali in una indagine che chiama in causa livelli alti delle istituzioni, e che porta a pedinare e indagare fin dentro lo stesso Palazzo di giustizia milanese.

 

Nelle carte vengono riportati i pagamenti per cifre rilevanti che la Procura generale di Milano effettua alla società di intercettazioni dove lavora uno degli indagati, Gabriele Pegoraro: tra i servizi offerti, persino la clonazione del telefono del difensore di Cesare Battisti per localizzare il terrorista latitante. […]

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