Mariolina Iossa per corriere.it
ROBERTO BURIONI
«Dobbiamo cominciare a pensare a una ripresa delle nostre vite: non possiamo pensare di stare in casa al fine di rimanere in casa per sempre. Però in questo momento la situazione è ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve». Lo scrive su twitter il virologo Roberto Burioni con riferimento alla proposta di Matteo Renzi di riaprire le fabbriche prima di Pasqua.
«No agli slogan»
«Non vorrei che l’uscita di Renzi sia del tipo “apriamo tutto, chiudiamo tutto, apriamo tutto”. Bisogna ragionare con intelligenza e progressione». Lo ha detto a SkyTg24 il capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, commentando le dichiarazioni del leader di Italia Viva. «Conte ha dimostrato di saper affrontare tutti gli interventi con la dovuta moderazione del caso e al momento opportuno», ha aggiunto.
la quarantena di matteo renzi
Lopalco: «Il problema è serio»
C’è però anche chi ritiene che le considerazioni di Matteo Renzi non siano campate per aria. «Bisogna urgentemente mettere in piedi un gruppo di lavoro che elabori una strategia e dica a tutti noi quando e in che modo potremo riprendere le nostre attività», scrive su facebook l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco «Il problema posto dal leader di Italia Viva è serio.
La chiusura delle attività non può essere infinita sia perché i cittadini in casa non possono stare per mesi senza impazzire o ammalarsi, sia perché le attività produttive devono in qualche maniera ripartire altrimenti c’è chi si ammalerà di povertà. Ma per fare questo serve una strategia. Questa strategia è urgente», spiega.
ROBERTO BURIONI
«Riaprire le fabbriche ad aprile»
Queste alcune delle reazioni alle parole di Matteo Renzi, prima in un’intervista ad Avvenire, poi sabato mattina sulla sua pagina Fb con post e anche una diretta. Ecco quello che ha detto il leader di Italia Viva. «Io penso che bisogna lavorare in sicurezza, con la distanza sociale, guanti e mascherine, ma bisogna ripartire altrimenti l’Italia non riapre. Non c’è solo un problema economico. Ma non si può immaginare di restare in casa due-tre anni. Gradualmente dobbiamo e possiamo ripartire, basta gestire tutto con intelligenza. Riaprire le fabbriche gradualmente ad aprile è possibile».
La diretta Fb di Renzi
Renzi alla Cnn
Nella diretta su Fb, Renzi ha risposto alle polemiche che la sua intervista ad Avvenire ha suscitato. «Sono qui in diretta perché oggi la discussione che si è accesa dopo una mia intervista va affrontata e approfondita in modo molto serio. Tanta gente l’ha commentata senza averla nemmeno letta... poi uno si stupisce se vince il populismo e la gente dice “uno vale uno”...».
«So di prendermi le critiche - ha continuato Renzi -, ma io non ho paura delle critiche. La politica non deve inseguire e rincorrere gli eventi come abbiamo fatto nel gestire questa emergenza all’inizio. La politica deve guardare al futuro. Dire e scrivere queste cose fa male, è brutto, ma non scriverle e dirle significa disertare davanti al compito che ha un politico: indicare una via, non cercare solo il consenso».
UN GIOVANE ROBERTO BURIONI
«Come dopo la peste di Firenze»
E ancora: «Al Senato e ad Avvenire cosa ho detto? Che si deve dare una mano al governo e ai presidenti di Regione e cercare di uscire tutti insieme da questa situazione. C’è un prima Covid-19, che sarà affidato a una Commissione d’inchiesta passata l’emergenza, poi c’è un dopo, ovvero quello che avverrà dopo questa terribile vicende, simile alla peste di Firenze del 1348 che ha portato al Rinascimento. Infine c’è un durante. E quest’ultimo per me è il punto».
«Solo il vaccino metterà la parola fine»
«Questa emergenza - ha avvertito Renzi - durerà fino a quando non si troverà un vaccino. Ci vorrà, speriamo, almeno un anno per averlo. Da ora fino alla scoperta del vaccino come gestiamo il durante? Per due-tre anni non torneremo alla normalità, ma nemmeno possiamo pensare di restare a casa per tre anni, perché non si regge se teniamo tutti chiusi in casa.
Ora dobbiamo pensare a come gestire pian piano la ripartenza, pensare a come impostare l’uscita. Sappiamo che il virus colpisce più gli anziani che i giovani. Forse dobbiamo iniziare pensare che ci sarà una data di uscita diversa per queste due categorie: è brutto dirlo, ma va detto. La sintesi del mio ragionamento è che sin da ora bisogna iniziare a impostare la ripartenza con la comunità scientifica».
burioni