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Gaia Piccardi per il Corriere della Sera
fognini pennetta
«Le sto parlando con la coppa accanto. Domenica notte ci ho dormito insieme: io, Flavia, Federico e il trofeo, tutti nel lettone! Ha i nastrini rossi e bianchi della bandiera di Montecarlo. Sa che è ancora più bella di quando il principe Alberto me l' ha data...?». Accarezzato quasi fuori tempo massimo dagli dei del tennis, reduce dalla «settimana più bella della mia vita», il tennista randagio fa finalmente le fusa. Ed è difficile riconoscere nell' amabile 32enne che ieri ha rifiutato tutti gli impegni da nuovo re di Montecarlo per festeggiare in famiglia il compleanno di mamma Silvana (gli anni il campione li compie il 24 maggio, sotto il segno dei gemelli e non fa una grinza: dottor Fognini e Mister Fabio si alternano da anni sullo stesso playground) il bambino viziato di mille dimenticabili sceneggiate. Ma nella vita, a un certo punto, si cresce.
«Meglio tardi che mai» ride lui con la barbetta ancora elettrica dell' energia del torneo che gli cambia la carriera. «Ma io proprio no, non cambio».
Ah ecco. Parliamone, monsieur Fognini.
È tutto vero, quindi?
«Verissimo! Sono il cioccolatino dentro l' uovo di Pasqua».
Com' è, il giorno dopo, il sapore del trionfo Fabio?
«Faccio fatica a descrivere cosa provo. Davvero mi mancano le parole. È stato tutto così inaspettato...».
Proviamo a riavvolgere il nastro. Lunedì scorso: sotto 4-6, 1-4 con il russo Rublev al primo turno. Un piede fuori dal torneo.
fognini
«Sono sincero: sono stato fortunato. Sia con Rublev che con Simon al secondo turno, che si è ritirato. Poi, di partita in partita, mi sono sentito sempre meglio. Soprattutto ho ritrovato il gusto della lotta, e non mi succedeva da un po'.Ho battuto il n. 3 del mondo Zverev, ho rimontato Coric, ho vinto con il n. 1 sulla terra, Nadal. E ho trovato in finale Lajovic, n. 48 del ranking: quando mi ricapita?».
Ritrovare il gusto della lotta è importante.
«Decisivo. È quello che ti tiene lì, in campo, quando le cose vanno male. Ho cominciato bene la stagione in Australia, ma gli ultimi due mesi sono stati pessimi. Mi allenavo bene, poi in partita non ero io. Non mi riconoscevo nella lotta, ero negativo, mi sopportavo poco. Per risalire ho dovuto toccare il fondo».
Quando è successo?
fognini meloccaro
«A Marrakech, ai primi di aprile. Sono arrivato da testa di serie n. 2, dopo un match ero già fuori. Ho spaccato qualche racchetta, poi mi sono riunito con Flavia (Pennetta, regina dell' Us Open 2015, la moglie ndr ) e Corrado (Barazzutti, finalista a Montecarlo con Borg nel '77, coach in coabitazione con Franco Davin ndr ). Ho le occasioni ma non le sfrutto: che succede?».
Che succedeva?
«Che avevo perso la voglia, non avevo più pazienza: ogni tanto se ne vanno, succede. A Montecarlo mi è tornato tutto indietro, con gli interessi».
Perché proprio a Montecarlo?
«Perché è il torneo di noi italiani. Pietrangeli ci ha vinto tre volte, Corrado ha giocato la finale con Borg. Io mi ci sento a casa: sono nato a Sanremo, a 40 km dal Principato. Quei campi li frequento da quando ero piccolino. E in tribuna c' era tutto il mio mondo: la famiglia, gli amici».
fognini la gazzetta dello sport
Senza famiglia, la sua famiglia (Flavia e il piccolo Federico), tanta bellezza sarebbe stata possibile?
«Flavia non mi ha mai lasciato. Mi ha supportato e sopportato. Bisogna sapermi stare accanto, non è facile gestirmi. Flavia è tutto: moglie, mamma, assistant coach. Si è presa anche qualche parolaccia...».
Basta Fabio con queste parolacce: prometta che con il nirvana di Montecarlo ha raggiunto la pace dei sensi.
«Eh... Quando ci vogliono, ci vogliono. Se sono positive e costruttive, è meglio dirle che tenersele in gola».
Mah.
«È che sono così: fuori dal campo miglioro, dentro mi trasformo. È come se avessi un doppio lavoro!».
fognini
Che fine fanno, da re di Montecarlo, le sfuriate, le sceneggiate, quell' orribile squalifica all' Open Usa 2017 per insulti sessisti alla giudice di sedia? Era tutto necessario per arrivare fin qui?
«Sono andato per la mia strada, nel bene e nel male.
Quando ho sbagliato, e ho sbagliato, ne ho pagato le conseguenze. Ma sono sempre rimasto me stesso: ho lavorato, ho guardato avanti. Gli errori si commettono e ho dovuto imparare ad accettarli. Poi si cambia, si cresce. Nella settimana di Montecarlo penso di averlo dimostrato».
Crede nel caso o nel destino?
«Credo che questa vittoria si arrivata proprio a me per un motivo speciale».
Quale?
«Boh. Glielo saprò dire, ancora mi sfugge...».
Cosa le ha detto il totem Nicola Pietrangeli (re di Montecarlo '61, '67, '68, l' ultima volta 51 anni fa) sul podio?
«Che ha fatto fatica a salire sul palchetto perché gli faceva male una gamba».
Tutto qui? Qualcosa di un po' più lirico, magari?
fognini pietrangeli
«Ah sì, mi ha detto che era contento per me, perché Montecarlo è il torneo des italiens , roba nostra».
Numero 12 del mondo da ieri, best ranking. Numero uno d' Italia ristabilendo le gerarchie con Marco Cecchinato. Come cambiano gli obiettivi dopo essersi annesso il primo Master 1000 della carriera, Fabio?
«Non cambia niente, chi mi conosce lo sa. Non cambierò io e non cambieranno gli obiettivi. Proverò a giocare a Barcellona anche se mi fa male la caviglia, il gomito non è a posto e durante la finale con Lajovic mi è venuto un dolore a una gamba. A Roma e a Parigi andrò, come sempre, per dare il meglio. Poi bisogna mettere in conto di poter perdere: nel tennis succede più spesso che vincere. E lo stesso vale per Djokovic, Federer, Nadal, i grandissimi. Oggi giocano tutti bene: tutti i turni, anche il primo, sono difficili. Io sono contento anche quando vinco i tornei più piccoli di Montecarlo, perché so che fatica c' è dietro».
È corretto dire che la gioia più grande è stata trionfare davanti a suo figlio Federico, che ha quasi 2 anni e comincia a capire che papà stavolta l' ha combinata grossa?
«Domenica mattina, uscendo per andare al circolo, gli ho dato un bacino e gli ho promesso: Fede, stasera papi torna con la coppa. Questa volta ho mantenuto».
2. ALLA CONQUISTA DELLA TERRA
fognini alberto di monaco 9
RICCARDO CRIVELLI per la Gazzetta dello Sport
Una settimana da dio. Per sé e per la storia. Un Masters 1000 che per la prima volta parla italiano. Grazie, Fognini: sono state emozioni senza prezzo. E dopo avergli spezzato il sogno del 12° trionfo nel Principato battendolo in semifinale, ha perfino sottratto a Nadal un altro record: adesso è lui il vincitore più anziano del torneo di Montecarlo nell' Era Open, a 31 anni e 10 mesi.
In fondo, aveva ragione Corrado Barazzutti, che del numero uno azzurro è sempre stato il primo difensore e adesso lo segue pure all' angolo come allenatore insieme a Franco Davin: in un tennis ormai senza età, sarebbe venuto il momento in cui Fabio si sarebbe preso le soddisfazioni congrue al suo talento. E la sensazione è che, trovato l' equilibrio tra cuore e cervello, la festa sia appena cominciata.
fognini montecarlo 3
Fabio, possiamo dire che per lei si apre una nuova era?
«Sono soltanto felice di aver vinto un torneo così importante. Poi, quando vinci, il ranking viene di conseguenza, ma la prima sensazione è che sei riuscito a coronare il sogno che inseguivi da bambino».
Perché proprio a Montecarlo?
«Perché è un torneo speciale, si gioca a pochi chilometri da dove sono nato e quindi in tribuna la famiglia e gli amici creano un' atmosfera particolare. E poi su questi campi mi sono allenato da ragazzino e in quei giorni mi capitava spesso di sognare di vincerlo, anche se poi mi mettevo a ridere perché la consideravo una pazzia. Diciamo che è una sorta di magia che si realizza».
E perché a 31 anni e non a 25?
«Sinceramente non lo so. È difficile da spiegare. Il tennis è uno sport benedetto e maledetto allo stesso tempo, ho attraversato tanti periodi buoni e altri negativi, magari ti senti al top e non vinci e invece ottieni risultati quando ti sembra di non stare troppo bene».
fognini lajovic montecarlo 9
Sia sincero: alla top ten ci pensa?
«Ogni volta che vinco o attraverso un buon periodo, me lo chiedete. In Italia è così, in una settimana sono passato dalle stalle alle stelle, ma accetto tutto. Ci sono andato vicino l' anno scorso, potevo riuscirci agli Us Open e giocai un torneo pessimo. Ho avuto la seconda occasione in Cina, ho perso la finale di Chengdu dopo tre match point a favore, poi la settimana successiva stavo giocando benissimo e mi sono infortunato prima della semifinale di Pechino contro Del Potro. Se, se...
Per questo sono felice di aver alzato il trofeo e mi godo il momento. Anche perché ho potuto regalarlo a mamma che compiva gli anni».
Non ha risposto alla domanda...
«Mille punti tutti assieme non li ho mai presi in vita mia, ma ora è importante continuare, anche perché questa parte di stagione sulla terra è favorevole alle mie caratteristiche. Vincere un Masters 1000 è una cosa su cui posso mettere un asterisco, e mi piacerebbe metterne un altro sulla miglior posizione in classifica alla fine della carriera. Intanto pensiamo a un appuntamento per volta».
fognini nadal 7
E pensare che, una settimana fa, lei era praticamente fuori dal torneo contro Rublev...
«Lo ricordo benissimo, quattro palle per lui per andare 5-1 nel secondo set. Ho messo perfino un ace, forse l' unico del mio torneo (e per di più con la seconda palla: in realtà nel torneo ne ha fatti 5, ndr )».
Forse era un segno. E poi ha sfatato pure la maledizione di Nadal: nelle tre precedenti occasioni, dopo averlo battuto aveva sempre perso la partita successiva.
«Quella con Rafa è stata senza dubbio la miglior partita del mio torneo, perché ho sempre tenuto un livello molto alto, sino alla fine. Sicuramente all' inizio della settimana sono stato fortunato, ma a partire dal match con Zverev sono cresciuto e contro Coric sono riuscito a venire a capo di una situazione complicata per il freddo e l' umidità».
La finale di domenica è stata, fin qui, la partita più importante della carriera sia per lei sia per Lajovic. Infatti i gratuiti hanno superato di gran lunga gli errori. È stata una vittoria dell' esperienza?
fognini 8
«Può darsi. Era difficile giocare un tennis normale, per la tensione e per il vento. Credo che la chiave sia stata la mia capacità di giocare bene i punti decisivi. Non lo nego, è stata una brutta partita. Ma l' unica cosa che contava era portare a casa il risultato».
Anche perché i mesi precedenti non erano stati particolarmente ricchi di soddisfazioni.
«Avevo toccato il fondo. Fino all' Australia penso di aver giocato anche piuttosto bene, ma gli ultimi due mesi sono stati veramente difficili. In allenamento sentivo buone sensazioni, poi in partita non mi riusciva proprio nulla. Così mi innervosivo, spaccavo racchette ed ero incazzato con me stesso. Avevo perso la pazienza e non mi perdonavo il livello del mio gioco.Avevo smarrito la voglia di lottare. Mi era già capitato di passare periodi così, ma forse con l' età questa volta non sono stato disposto ad accettarlo. Adesso sono fuori dal buio».
fognini 7
A proposito di età: a 31 anni dove può ancora migliorare tecnicamente Fognini?
«Io penso che non sia mai stato un problema di tennis, pur se i dettagli contano e si può sempre migliorare. Direi che l' obiettivo è di continuare a giocare a questo livello anche nei prossimi tornei».
Anche perché chi vince a Montecarlo non potrà nascondersi quando comincerà il Roland Garros...
«Parigi è così lontana... Certamente non è un segreto che sia un sogno nel cassetto, lo apro ogni volta e poi mi tocca richiuderlo. Diciamo che questa volta mi piacerebbe aprirlo e scoprire che cosa c' è dentro fino alla fine. Ma uno Slam è diverso, devi tenere la condizione due settimane e devi essere fortunato con i sorteggi. Per il momento il Roland Garros non è un mio problema. E penso che tutti i tornei sulla terra europea abbiano un solo favorito, cioè Nadal».
Ci spiega come nasce il «Fogna 2 aahahahaha» scritto sulla telecamera dopo ogni match?
fognini
«È nato per gioco con Berrettini durante gli allenamenti (insieme hanno giocato il doppio, uscendo al primo turno, ndr ), mi ha stuzzicato e allora gli ho detto che se avessi vinto la prima partita e mi avessero chiesto di scrivere sulla telecamera, avrei messo quella frase. Poi ha portato fortuna, direi...».
Fognini sembra un uomo felice.
È questo il segreto delle vittorie?
«Sì. Ho avuto tutto dalla vita, è vero. Mi sento felice perché quando vinci un torneo così importante significa che stai facendo bene il tuo lavoro. E poi ho la salute, sono un marito felice, sono un padre felice, ho una moglie splendida e una meravigliosa famiglia. Cosa posso volere di più? Forse un secondo Masters 1000, adesso che ho cominciato... Ma c' è tempo. E anche altri progetti».
Quali?
«Flavia ed io vorremmo un altro figlio. Quando ho scritto Fogna 2, qualcuno pensava fosse dedicato al secondo bebè in arrivo. Per adesso non ci sono novità, ma ci stiamo pensando. E sarebbe un dono grandissimo»
fognini
3. LO DICEVO DA GIORNI NON POTEVA PERDERE
Gianni Clerici per la Repubblica
Già mi stavo congratulando, con Fognini e il mio egocentrismo, per i due risultati positivi. Infatti stavamo entrambi vincendo: Fabio il suo primo torneo 1000, io la mia puntata su di lui, per interposta persona, perché le regole Itwa (International Tennis Writers Association) non permettono, chissà perché, le scommesse ai soci. Era da sabato che ripetevo agli amici che Fognini non poteva perdere. Per varie ragioni che andavano dal suo stato di forma (aveva battuto via via Rublev, Zverev, Coric e Nadal) a quello del suo avversario. Mai in una finale di un 1000, mai un simile risultato era toccato a Fabio.
fognini
Niente e nessuno avrebbe potuto battere Fognini, se non un incidente.
E infatti, mentre il match era in pratica già finito, ecco d' un tratto Fabio nelle condizioni di un grande ciclista che fora una gomma su un rettilineo d' arrivo quando è già in vantaggio di 50 metri. Fognini era in testa di un set e di un break nel secondo, quando l' obiettivo di Sky ingigantiva la sua smorfia per un dolore alla coscia, dopo la vistosa fasciatura al braccio nel turno precedente quando era riuscito a battere addirittura Rafa Nadal, che a Montecarlo è imbattibile, o quasi.
Quel Lajovic non era mai stato tanto avanti in un Torneo Mille, era un professionista con un ottimo rovescio, un dirittaccio malarrotato, un gioco da fondo regolare e una mediocrità a rete. Era giunto alla finale non certo battendo Nadal, match inimmaginabile, ma Medvedev.
fognini
0ra però ritrovavo Fognini nelle sue mani, per interposto medico e fisioterapista, quest' ultimo intento a bendare Fabio come una mummia. Dopo un game praticamente non disputato da Fognini, eccetto due regali del serbo, i dubbi sul nostro eroe ritornavano, insieme al dolore e agli appoggi, e al 4-5 di Lajovic. Nel game in cui si sarebbe dovuto limitare a non sbagliare, quel mediocre serbo subiva un ace, un drop, e terminava di offrire una vittoria divenuta dubbia con un servizio colpito male.
PENNETTA FOGNINI 3
Fognini riusciva così a vincere, infortunato, un torneo in cui aveva battuti gli ottimi tennisti sovramenzionati, e infine il più debole dei suoi avversari, Dusan Lajovic. E affermava che, dopo il connazionale Pietrangeli, tre volte vittorioso a Montecarlo nel '61, '67 e '68, quel che contava non era certo la vittoria sul povero Lajovic, ma la Coppa del Principe. Era dal 2007, quando a Montreal l' avevo visto battere Andy Murray, che non gli era accaduto di meglio. Ero felice per lui, e per Flavia Pennetta, giunta, dice un mio amico psichiatra e pessimista, con qualche ritardo.
MATTARELLA FOGNINI FOGNINI 1 fognini dedica a pennetta PENNETTA FOGNINI 6 PENNETTA FOGNINI 6 fognini vieri
FOGNINI FOGNINI ITALIA COPPA DAVIS FOGNINI ITALIA COPPA DAVIS FOGNINI MARADONA