Federico Novella per "la Verità"
rino formica
«Il fatto che venga richiesta un'analisi politica al sottoscritto, a 94 anni, è uno dei segnali evidenti della crisi politica attuale, non trova?».
Rino Formica, più volte ministro ai tempi della Prima Repubblica. Fu ministro delle Finanze nel primo e nel secondo governo Spadolini, durante il governo Andreotti 1989-92 e ministro del Lavoro durante i governi Goria e De Mita. È stato un membro di rilievo del Partito socialista italiano durante la segreteria di Bettino Craxi.
Insomma, lei resta una riserva inesauribile di memoria storica
Mario Draghi visita il centro vaccinale anti Covid dell'aeroporto di Fiumicino
«Ma qui si sta disgregando tutto, a cominciare dai partiti che sostenevano il Conte bis. I 5 stelle sono messi peggio d'un corpo attaccato selvaggiamente dal Covid. Il Pd è in una condizione precomatosa, Leu si è autoliquidata, Renzi dopo aver diroccato il vecchio governo ha dismesso l'attività politica per fine missione».
E nel centrodestra?
«Da quelle parti avvengono rivoluzioni silenziose, soprattutto nella Lega e in Fratelli d'Italia, mentre Forza Italia è una monarchia in estinzione, senza eredi. Ma questo per dirle che in questo caos, il punto di Archimede, il punto di appoggio, non lo vedo».
rino formica pippo baudo foto di bacco
Non è Mario Draghi?
«A Draghi non si può chiedere l'impossibile. Lui può cercare di sistemare l'organizzazione della vaccinazione, elaborare un progetto credibile di Recovery plan. Per il resto, non ha interlocutori all'altezza: tenta di trovare equilibrio tra politica e tecnocrazia. Ma la parte politica ogni giorno si autodistrugge, e dunque pesa di meno. Non è colpa di Draghi se oggi al governo non c'è un solo ministro che possa esprimere seriamente una vera volontà politica».
ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE
Secondo lei è un problema recente?
«No, il sistema partito come l'ho conosciuto io è morto nel 1989, e non è ancora nato niente al suo posto. Questo è il grande problema dei nostri tempi. Abbiamo abrogato di fatto l'articolo 49 della Costituzione, quello che riconosce i partiti come cellule democratiche della organizzazione repubblicana. La disfatta dei partiti è in atto da tempo, non solo sul piano della qualità della classe dirigente, ma anche sul piano delle dottrine teoriche».
Con quale risultato?
«Il risultato è che oggi, come nelle tragedie shakespeariane, persino il buffone dice ogni tanto qualcosa di vero. Quando Beppe Grillo si candida a segretario unico dei partiti in liquidazione, non fa una battuta. È la verità che emerge nelle fattezze dello sberleffo».
GIUSEPPE conte RINO formica
Il Parlamento è irreversibilmente depotenziato?
«Il Parlamento oggi può solo ratificare e dire signorsì. Prova ne sia che i due governi guidati da Giuseppe Conte, al di là di ciò che si dice, sono nati fuori dal Parlamento, in base ad accordi privati tra leader. E anche il governo Draghi non è una libera scelta del Parlamento: semmai è un'intuizione resistenziale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al fine di salvare il salvabile. E i parlamentari hanno accettato per salvare la poltrona, per timore di uno scioglimento».
Enrico Letta segretario del Pd può stare sereno?
rino formica matteo renzi
«Non capisco come un partito possa accettare di essere dichiarato in decomposizione da Nicola Zingaretti, per poi nominare un altro segretario come nulla fosse, senza congresso. Insomma passano in poche ore dal pressapochismo al miracolismo. Si stanno sottoponendo a un lento suicidio, vivendo alla giornata».
Letta verrà impallinato come i suoi predecessori?
«Ormai non c'è alcuna forza nel partito che possa toglierlo di mezzo. Così come non c'è nessuna forza che possa sostenerlo. Letta può stare sereno, ma senza serenità».
Che consiglio gli darebbe?
conte grillo
«Di essere chiaro sui programmi. In questa nomina Letta potrebbe intravedere un risarcimento del danno subito sette anni fa. Se non pretende un mandato politicamente ben definito, diranno che l'unica soddisfazione che ha avuto è stata quella di ricevere gli applausi da parte di chi lo aveva cacciato. Troppo poco: per lui, e per il Paese».
Non c'è mai stata armonia tra le due anime del Partito democratico: quella progressista e quella democristiana. Un vizio d'origine?
«Le turbolenze sono irrisolvibili. Queste cose si risolvono come nei matrimoni sbagliati: ci si divide. Il tentativo di coesistere non può durare all'infinito. Non vedo armi che possano evitare la disintegrazione del partito».
Che idea si è fatto della gita in Arabia Saudita di Matteo Renzi?
«Sono atti tipici della disinvoltura dell'inconsistenza. Se la politica scompare, restano solo le convenienze. E questo perché è caduto ogni condizionamento di ordine etico e morale. Ma non è solo un problema di Matteo Renzi: anzi, su questo piano ha molta concorrenza».
RINO FORMICA
Il Movimento di Beppe Grillo è in subbuglio. Giuseppe Conte può avere un futuro come leader dei 5 Stelle?
«Può essere. Del resto in politica il successo dipende da due cose: le proprie capacità, e le incapacità altrui».
Il suo socialismo, oggi, da chi è rappresentato?
«Da nessuno. Il socialismo resta radicato solo nella società: in certi momenti appare come umanitario, in altri centralistico, in altri libertario. Ma l'esigenza di rimettere in comunità gli uomini, che sono stati abbandonati all'isolamento e all'individualismo, è sicuramente una domanda di socialismo».
A proposito di isolamento, lei come sta affrontando il lockdown?
grillo pd
«Non sono stato ancora vaccinato, e cerco di tenere un comportamento disciplinato, per non danneggiare me stesso e gli altri».
Nell'emergenza sanitaria stiamo vivendo una sospensione della Costituzione?
«Nella storia repubblicana di emergenze ne abbiamo avute, ma neanche il terrorismo venne regolato bypassando la norma costituzionale. È ciò che è accaduto in Italia negli ultimi due anni, con i governi Conte. E questo mi preoccupa perché, più si va avanti, e più diventa difficile recuperare. Per perdere la democrazia ci vuole poco: per ricostruirla, moltissimo».
FORMICA CRAXI
Da questo punto di vista, vede continuità tra Draghi e il Conte bis?
«Continuità dettata dalla necessità. Ma a Draghi non possiamo imputare ancora nulla, se non un cambio dell'approccio comunicativo. E anche questo ha la sua importanza. Giuseppe Conte era tronfio: roboante ma vuoto. Mario Draghi è disteso: e nella sua calma introduce elementi di serietà nell'affrontare le difficoltà».
Prima tra tutte, il ritardo della campagna vaccinale?
«C'è stata una debolezza durante la gestione Conte nell'affrontare l'intensità del fenomeno. Non hanno saputo organizzare per tempo né la distribuzione né l'accelerazione della produzione».
draghi
Non teme il predominio del partito dei virologi?
«Certo che lo temo. Ma è comprensibile: quando arriva il vuoto della politica, si crea il pieno dei piccoli partiti delle specializzazioni. C'è il partito dei virologi, il partito della burocrazia, il partito dei baroni universitari tutti hanno il diritto di esprimersi, ma a decidere dev' essere la politica.
Quando al posto delle istituzioni decidono i piccoli gruppi d'interesse, siamo fuori dalla Costituzione. Riguardo ai virologi che compaiono quotidianamente sulla stampa: siamo sicuri che qualcuno non abbia interesse a un uso politico della paura?».
Cosa intende?
«Quando si diffonde la paura, il Paese è più fragile sul piano della vitalità democratica. E quindi è più disponibile a subire anche violenze democratiche. Che la paura pandemica sia stata strumentalizzata politicamente è indubbio: con quanta efficacia, poi, è da vedere».
MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME
Questo uso politico della paura le ricorda analogie con il passato?
«Diciamo che si rischia, come negli anni di piombo, una nuova strategia della tensione. Con l'aggravante che all'epoca si trattava di fenomeni ancora controllabili dalla risposta democratica, mentre oggi l'epidemia è una crisi naturale ed esistenziale, che crea crisi di panico difficilmente gestibili».
Questa settimana, con il decreto sostegni, verranno distribuiti 32 miliardi di aiuti a imprese e lavoratori. Da ex ministro delle Finanze, ci dia una mano a fare due conti. Quanto pensa potranno durare questi aiuti?
FORMICA
«Già nel passaggio dalla parola "ristoro" alla parola "sostegno", il governo ha voluto lanciare un messaggio di contenuti. Ristoro vuol dire risarcimento totale del danno, e non è possibile.
Ma è possibile un aiuto, per l'appunto un sostegno. Adesso si farà ricorso a un nuovo scostamento di bilancio, cioè debito. Ma ricordiamoci che questo debito peserà moltissimo, se non sarà sostenuto dalla crescita. È un principio semplice che non mi invento io, ma che si studia al primo anno di economia. Altrimenti, di scostamento in scostamento, non andremo molto lontano».
nicola zingaretti enrico letta MATTEO RENZI LORENZO GUERINI SILVIO BERLUSCONI FORZA ITALIA 9 FORMICA