Francesco Borgonovo per “la Verità”
Mesi fa Andrea Coffari, avvocato difensore di Claudio Foti, rilasciò una intervista a questo giornale e spiegò di aver consegnato alle autorità ore di filmati delle sedute di terapia effettuate dal suo assistito sui bambini del caso «Angeli e demoni». Secondo Coffari, da quei video si sarebbe potuta evincere la bontà del lavoro di Foti. Grazie a quelle ore di registrazione, sosteneva Coffari, tutti coloro che avevano avanzato dubbi sulla professionalità del terapeuta torinese avrebbero dovuto ricredersi, e prepararsi a chiedere scusa.
claudio foti hansel e gretel
Siamo di fronte a uno dei più clamorosi casi di eterogenesi dei fini che la Storia ricordi. Poiché proprio quei filmati hanno costituito «al contrario di quanto prospettato dalla predetta difesa, un chiaro ed inequivocabile sostrato probatorio a sostegno invece delle ipotesi accusatorie della procura di Reggio Emilia». Questo ha scritto il giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia, Luca Raponi, nel provvedimento in cui stabilisce che il guru di Hansel e Gretel, 68 anni, «non potrà esercitare l' attività di psicologo o psicoterapeuta con pazienti minorenni» per un periodo di sei mesi.
Si tratta di una nuova misura interdittiva a carico di Foti, che scaturisce da accuse piuttosto pesanti mosse dalla Procura di Reggio Emilia, secondo cui Foti avrebbe condotto su una minorenne «sedute serrate, attraverso modalità suggestive e suggerenti, con la voluta formulazione di domande sul tema dell' abuso sessuale». Queste sedute avrebbero ingenerato nella piccola «il convincimento di essere stata abusata sessualmente dal padre e da un suo socio». In questo modo Foti avrebbe radicato «nella minore un netto rifiuto nell' incontrare il padre».
la copertina di panorama con stefania, la mamma di reggio emilia a cui gli assistenti sociali hanno portato via la figlia
Il risultato fu che al padre della minorenne fu tolta la potestà genitoriale. In pratica, la bimba gli fu strappata.
Quel padre fu trasformato in un mostro a seguito di sedute di terapia condotte in modo sbagliato, tramite i metodi che gli operatori di Hansel e Gretel hanno sempre rivendicato con orgoglio, presentandosi come gli illuminati cacciatori di abusi ingiustamente osteggiati dai difensori dei pedofili. Non importava che la comunità scientifica avesse da tempo rigettato le tecniche di Foti e dei suoi collaboratori. Questi ultimi continuavano a insistere di essere nel giusto.
È emblematico, a tal proposito, ciò che accadde mesi fa, quando a Foti furono revocati gli arresti domiciliari.
Inizialmente, infatti, il guru di Hansel e Gretel era stato sottoposto a una misura cautelare pesante. Il suo difensore fece però ricorso al Tribunale del Riesame di Bologna, che decise di revocare gli arresti, limitandosi a imporre a Foti l' obbligo di dimora a Pinerolo, il suo paese in provincia di Torino. In quell' occasione, Coffari cantò vittoria, spiegando che - proprio poiché aveva visionato i famigerati filmati delle terapie - il giudice aveva deciso di alleviare i provvedimenti nei confronti del terapeuta. Qualche tempo dopo, però, uscirono le motivazioni del Riesame, e i toni utilizzati dai giudici, si scoprì, non erano poi così blandi, anzi.
claudio foti hansel e gretel
In realtà, il Riesame usava parole pesantissime nei confronti del terapeuta piemontese. Il giudice spiegava che Foti, Federica Anghinolfi, Nadia Bolognini e gli altri del giro bibbianese erano «fortemente ancorati a una visione ideologica del proprio ruolo che li rendeva convinti di essere in grado di assistere i minori abusati con capacità e metodo loro proprio, di cui essi erano gli interpreti; uniti nella acritica convinzione della validità scientifica della loro metodologia e del loro approccio maieutico; in grado di far emergere, con valore salvifico e terapeutico, ricordi di abusi sessuali subiti da minori con personalità fragili e in difficoltà».
Esisteva, secondo il giudice del Riesame, una «scuola Foti» e il metodo che essa utilizzava appariva «di per sé connotato da elementi di forte pressione e forzatura, nonché ingerenza nella vita privata dei minori, in violazione della Carta di Noto».
Secondo il giudice «l' opera di Foti si è inserita in una scia che portava gli indagati a credere fortemente nella sussistenza a priori di abusi sessuali nella vita dei piccoli pazienti».
Tra le altre cose, il giudice bolognese contestava persino la professionalità del terapeuta (che, va ricordato, non ha una laurea in psicologia o psichiatria, ma in lettere, ed esercita grazie a una sanatoria). Il Riesame, nelle motivazioni, parlava infatti di «trattazione di questioni delicatissime su eventuali abusi sessuali e maltrattamenti subiti da parte di una persona che, tra l' altro, non risulta in modo certo dotata delle competenze professionali e scientifiche per esercitare l' attività di psicoterapeuta».
ANGELI E DEMONI ABUSI BAMBINI MINORI
Di fronte a queste frasi viene da chiedersi: come mai, allora, il tribunale del Riesame decise di revocare gli arresti domiciliari a Foti e addirittura di far cadere una delle accuse nei suoi confronti? Il motivo è semplice.
L' accusa in questione era quella di frode in processo penale e depistaggio. Riguardava appunto la vicenda di una ragazzina che il terapeuta ha seguito tra il 2016 e il 2017 e che sarebbe stata spinta a ricordare abusi subiti dal padre in tenera età. La ragazza nel frattempo è diventata maggiorenne, il procedimento sugli abusi ha già fatto il suo corso e l' accusa è caduta soltanto per questioni tecniche legate alle tempistiche.
Secondo il tribunale, tuttavia, restava «pacifico che la terapia con la ragazza era per Foti un vantaggio economico, posto che per ogni seduta di un' ora il suo guadagno era di euro 135, tariffa ben al di sopra e quasi doppia rispetto alla tariffa media di uno psicoterapeuta pari a euro 70».
Questa ragazza è la stessa a cui, ora, fa riferimento il Gip di Reggio Emilia. Sapete che cosa significa? Che qui abbiamo ben due giudici - quello del Riesame di Bologna e quello reggiano - che hanno espresso nero su bianco critiche pesantissime all' operato di Claudio Foti e di Hansel e Gretel. Secondo entrambi i giudici, infatti, il terapeuta torinese utilizzava metodi invasivi, faceva pressioni sui pazienti minorenni affinché raccontassero abusi che in realtà non avevano subito. Il provvedimento del Riesame impediva a Foti di operare a Bibbiano, ma gli consentiva comunque di seguire pazienti a Pinerolo. Il nuovo provvedimento del Gip, invece, blocca per sei mesi qualunque attività del creatore di Hansel e Gretel.
centro studi hansel e gretel moncalieri
Di fronte a tutto questo, di fronte a giudici (non pm, non giornalisti) che attaccano con tanta forza il lavoro sui pazienti minorenni di Foti e compagni, tocca porsi una domanda. Per quale motivo ad Hansel e Gretel fu affidata la gestione esclusiva del centro La Cura di Bibbiano?
Quali attestati di benemerenza aveva prodotto Foti?
Sul suo conto circolavano già parecchi pareri negativi, il suo lavoro era stato ampiamente contestato anche prima che arrivasse in Emilia Romagna. Eppure il sindaco del Pd Andrea Carletti e gli assistenti sociali bibbianesi hanno deciso di concedere a Foti e ai suoi totale libertà di azione. Come sia stato possibile, forse, dovrebbero dircelo i fini analisti che, da qualche tempo, continuano a definire Bibbiano «un raffreddore». Lo dicano al Gip che il caso Angeli e demoni non esiste. Oppure, optino per un più dignitoso silenzio.