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CLIC! LE FOTO CHE HANNO CAMBIATO LA STORIA – 50 ANNI FA “L’ESECUZIONE DI SAIGON”: LO SCATTO DI EDDIE ADAMS CHE MOSTRÒ L'UCCISIONE DI UN VIETCONG: “PENSAVO CHE QUEL SOLDATO VOLESSE SOLO SPAVENTARLO” - DAL RITROVAMENTO DEL CORPO DI ALDO MORO A TIENANMEN FINO ALL’11 SETTEMBRE: LE FOTO CHE HANNO AVUTO IL POTERE DI MODIFICARE LA COSCIENZA DELL'UMANITA’
Michele Neri per Il Messaggero
eddie adams esecuzione di saigon
Sono passati cinquant'anni da quel primo febbraio del 1968, quando il reporter americano Eddie Adams congelò l'istante della morte di un vietcong, freddato in una strada di Saigon dal generale capo della polizia sudvietnamita, Nguyen Ngoc. Adams, nel puntare l'obiettivo pensava che il militare volesse soltanto intimidire il prigioniero; non poteva immaginare che lo scatto avrebbe vinto il Pulitzer l'anno successivo, mostrando agli americani tutta la brutalità della guerra.
La fotografia di Adams è una delle numerosissime che, soprattutto nella seconda metà del Novecento, l'età d'oro del fotogiornalismo, hanno avuto il potere di cambiare la coscienza dell'umanità, e di cui presentiamo una selezione.
LA BAMBINA Sono passati quattro anni dall'immagine del vietcong giustiziato e un'altra foto morde le coscienze. La scatta il fotografo di AP Nick Ut: coglie la fuga disperata di una bambina di nove anni, Phan Thi Kim Phuc. È stata raggiunta dal napalm, sganciato da un attacco sudvietnamita. Quando arrivò sui tavoli del New York Times, la direzione esitò a lungo prima di pubblicare un nudo frontale.
I grandi fotoreporter hanno condiviso una scelta, essere il più vicino possibile all'evento. Una delle fotografie che dimostra l'effetto dirompente di una testimonianza ravvicinata, è quella scattata da Robert Capa di Magnum sulla spiaggia di Omaha, il 6 giugno del 1944, il D-Day, inizio dell'invasione Alleata della Francia occupata dai nazisti.
Non è passato un anno, è il febbraio del 1945, e un fotografo scatta quello che forse è il più famoso e festeggiato posato della storia: i tre grandi della conferenza di Yalta, Churchill, Stalin e Roosevelt sorridono e gettano le basi per il futuro europeo. L'autore è un militare americano.
Non tutte le fotografie celebri urlano il loro messaggio, alcune possiedono una calma estrema. Si veda The Falling Man: sono le 9 e 41 del mattino dell'11 settembre, a Manhattan, e il fotografo Richard Drew cattura al volo la caduta di un uomo dalla Torre Nord del World Trade Center, in una posa che sembra nascondere la tragedia in un gesto elegante. Colpisce per il suo silenzio.
Lo stessa calma apparente contraddistingue un'immagine recente, forse l'ultima ad aver contribuito al cambiamento del modo di pensare di milioni di persone. è il corpo abbandonato di Aylan Kurdi, il bambino siriano di tre anni trascinato dall'acqua sulla spiaggia turca di Bodrum. È il 2 settembe del 2015, e la finta normalità di un bambino che pare addormentato, fotografata da Nilüfer Demir, colpisce più di mille immagini violente.
Altri istanti clou del fotogiornalismo mostrano la differenza di forze in campo tra oppresso e oppressore. Così è la foto, quasi irreale nella sua staticità, di piazza Tienanmen, 1989, quando un uomo solo sembra fermare una fila di T59 dell'esercito cinese. L'immagine è di Stuart Franklin di Magnum.
La protesta è un tema che riguarda anche lo sport. Quest'anno ricorre il cinquantenario di un'altra celebre istantanea, quella che ha colto l'attimo in cui, sul podio dei 200 metri alle Olimpiadi di Città del Messico, il primo e il terzo classificato, Tommie Smith e John Carlos, alzano il braccio facendo il saluto delle Pantere Nere. Tra i tanti a scattare, il fotografo John Dominis.
Fatti di cronaca e fotografi non professionisti producono talvolta immagini dall'impatto inesauribile. È il caso dell'attentato a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro il 13 maggio 1981, a opera del turco Ali Agca. C'è un'altra immagine che riguarda un dramma italiano e di cui ricorre l'anniversario. È il 9 maggio 1978, via Caetani, Roma. Il cadavere di Aldo Moro è ritrovato nel bagagliaio della R4 rossa. Un giovane fotografo romano, Gianni Giansanti, arriva sul posto condotto da un istinto di gran giornalista, sale al primo piano di un palazzo sulla strada ormai in preda alla confusione, e coglie la sua testimonianza esclusiva.
Un altro coraggioso maestro del fotogiornalismo italiano è morto ieri: il toscano Romano Cagnoni. Suo un ritratto di Ho Chi Minh sorridente che nel 1966 finì su Life.
saigon 1968
tafferugli a newark 1967
adams in vietnam 1966
cambogia 1979
segregazionismo 1964
malcolm x 1964
louis armstrong
funerale jfk
ritrovamento corpo aldo moro
adams immortala i marine
adams scatto del 1983
zora folley muhammad ali. 1967
guerra vietnam 1966
la monroe in corea
libro eddie adams
parris island 1970
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