Estratto dell’articolo di Francesca Mannocchi per “La Stampa”
FRANCESCA MANNOCCHI
L'esercito israeliano ha colpito due volte in 24 ore il valico di Rafah che collega la striscia di Gaza all'Egitto. Dopo il primo attacco di lunedì notte le autorità egiziane avevano imposto la chiusura del passaggio, aperto in precedenza per consentire, a chi avesse già un permesso, di attraversare il confine e accedere agli aiuti umanitari. Ma ieri mattina, colpito di nuovo, il valico è stato chiuso fino a data da destinarsi.
L'Egitto si stava preparando all'emergenza dopo l'annuncio di due giorni fa dell'assedio totale su Gaza, ospedali, scuole, magazzini di cibo del Nord Sinai si stanno attrezzando da due giorni per affrontare le ricadute di un esodo di massa. Il timore, sul lato egiziano, era quello della catastrofe umanitaria. Centinaia di migliaia di persone senza un posto sicuro riversate al confine in cerca di salvezza.
bombardamenti israeliani sulla striscia di gaza
Un ufficiale egiziano, parlando con Ap (Associated Press) in forma anonima ha detto che più di 2 tonnellate di forniture mediche dalla Mezzaluna Rossa egiziana erano state inviate a Gaza e che, fino a ieri, fossero in corso sforzi per organizzare consegne di cibo e carburante.
Era il tentativo, per l'Egitto, di tamponare la possibilità di un esodo di dimensioni inimmaginabili e di evitare il reinsedimento dei palestinesi di Gaza nel Sinai.
Poi, ieri, le poche speranze di fuga per gli abitanti di Gaza si sono spente sotto i due bombardamenti del valico.
attacchi israeliani a gaza
Secondo il canale di Tel Aviv Channel 12, il governo israeliano avrebbe informato l'Egitto che bombarderà qualsiasi mezzo contenente aiuti diretti alla popolazione attraverso il confine.
Dopo l'avvertimento, nel pomeriggio di ieri, le associazioni umanitarie egiziane hanno pubblicato le prove fotografiche del ritiro dei camion di carburante e di materiale umanitario diretti a Gaza.
macerie a gaza
Il messaggio è chiaro: chiunque porti rifornimento di soccorso sarà colpito.
Un effetto domino di ritorsioni e rappresaglie a conferma che l'assedio annunciato da Israele non lascerà scampo ai due milioni di abitanti ormai intrappolati a Gaza.
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donna palestinese tra le macerie a gaza
C'era un unico modo, fino a ieri, di garantire l'accesso ai beni di prima necessità ai palestinesi allo stremo: il confine egiziano, che pure ha una capacità inferiore rispetto agli altri valichi di confine con Israele. E un unico modo per permettere ai civili in fuga di trovare salvezza dai bombardamenti.
Ieri, la chiusura di Rafah, ha spento le ultime speranze. Non entra uno spillo, non esce una persona.
palestinesi dopo gli attacchi di israele
I numeri della distruzione a Gaza, al terzo giorno della risposta israeliana dopo l'attacco di Hamas di sabato, sono terribili. Secondo il ministero della Sanità di Gaza sono stati uccisi 800 palestinesi e la ritorsione israeliana ha provocato lo sfollamento di almeno 200.000 persone e, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, gli attacchi aerei hanno interamente distrutto 790 unità abitative e ne hanno gravemente danneggiate 5.500.
TERRORISTI DI HAMAS SFONDANO IL CONFINE TRA LA STRISCIA DI GAZA E ISRAELE
È stato distrutto l'edificio della Compagnia Palestinese delle Telecomunicazioni e i tre siti idrici e igienico-sanitari che hanno lasciato senza acqua quasi mezzo milione di persone che rischiano in poco tempo di diventare 700 mila, secondo l'Onu che ha avvertito che la grave carenza di acqua potabile, già scarsa prima dell'attacco, rischia di sfinire i civili in poco tempo. […]
distruzione a gaza dopo i raid israeliani attacco israeliano su gaza raid israeliani su gaza. distruzione a gaza dopo i raid israeliani morti palestinesi razzi dalla striscia di gaza