Marco Bonarrigo per www.corriere.it
francesco moser carla merz e figli
«Cosa volete che vi dica? La vita va avanti veloce, a un certo punto ci si guarda in faccia e non ci si riconosce più. Arrivati a quel punto è giusto prendere strade diverse per rispettarsi a vicenda».
È un Francesco Moser diverso da quello chiacchierone e aggressivo che tutti conoscono, un Moser quasi malinconico quello che, dal suo Maso di Palù di Giovo dove si gode il Tour de France in tv («Gran bella corsa e grande spettacolo»), accetta di chiacchierare sul suo divorzio da Carla Merz, dopo 42 anni di matrimonio e tre figli cresciuti in un borgo che per molti da sempre è una sorta di feudo familiare.
Il vostro divorzio ha fatto clamore, Francesco?
francesco moser
«Forse perché è venuto fuori assieme a quello di Totti: i giornali hanno associato fatti molto diversi, però. In realtà la notizia è vecchia: siamo separati da tre anni, abbiamo firmato le carte per il divorzio a maggio, due mesi fa. Qualcuno deve aver scovato la notizia in Municipio ed eccoci qui».
Dopo 42 anni.
«Tantissimi, me ne rendo conto, specie se aggiungiamo il fidanzamento. Forse, adesso che tante coppie si separano presto, la gente è rimasta colpita da questo: la vera notizia è che siamo rimasti sposati per 42 anni».
I Totti si separano con veleni e strascichi legali. Voi?
«Noi no, credetemi. Ci abbiamo ragionato sopra da persone civili, siamo rimasti in buoni rapporti come si dice in questi casi. Ci vediamo, ci sentiamo, mangiamo assieme, ci occupiamo dei nostri figli che sono grandi ma hanno sempre bisogno dei genitori. E poi c’è il vino. Per noi la famiglia è tante cose».
francesco moser
Lei ha 71 anni e ancora adesso fa la vita del corridore, sempre in giro per il mondo tra cene, cerimonie, pedalate con gli sponsor. Sempre in fuga dalla vita familiare?
«A me è sempre piaciuto vivere in modo dinamico, conoscere persone e posti nuovi o ritrovare vecchi amici viaggiando e pedalando. Alla Carla ho proposto fin dall’inizio della nostra relazione di venire in giro con me ma non è il tipo di vita che le piaceva e io ho sempre rispettato le sue scelte. Però credo di essere stato anche un buon uomo di casa e di famiglia: i ragazzi li abbiamo cresciuti assieme e questa è sempre stata la priorità».
Non è che c’è un’altra persona nella sua vita?
«No, no non c’è nessun’altra, si figuri».
Rimpianti?
«No. La vita corre veloce, un po’ come una gara ciclistica. Fai delle scelte, prendi delle decisioni che non sai se sono giuste o sbagliate. Ma la vita non puoi correrla un’altra volta. Sono, siamo sereni e al momento la nostra preoccupazione è un’altra».
MOSER SARONNI
Quale?
«L’acqua. La siccità si sta facendo sentire in modo pesante qui in Trentino e in Val di Cembra in particolare. I torrenti sono in secca, per irrigare le vigne ricorriamo ai pozzi artesiani ma adesso siamo arrivati al goccia a goccia. Se va avanti così non ho davvero idea di cosa possa succedere. L’orgoglio della famiglia Moser non è più Francesco l’alteta ma il vino: abbiamo lavorato duro e dato lavoro a tanti giovani, ma senza acqua sarà durissima».
moser padre da fazio francesco ignazio moser gianni bugno francesco moser marco pantani e cesare romiti 1998