Paola Pellai per “Libero quotidiano”
Franco Nero
Se arrivi a 80 anni come Franco Nero vuol dire che hai capito tutto della vita. E lui, un'icona del cinema mondiale, non fatica a rivelarti il suo segreto: «Ho riempito ogni giorno della mia esistenza di cose da fare, di sfide da portare al traguardo. Non mi sono mai annoiato, ma divertito tanto».
L'attore e regista è arrivato a Busto Arsizio in occasione della 20esima edizione del Baff, il festival del cinema, per ricevere il premio alla carriera.
Ha il fisico allenato da interminabili partite a tennis, gli occhi azzurri come un tempo e un codino come unica civetteria: ha l'espressione seria, si sdegna contro una guerra che considera «un'aggressione assurda da parte di un dittatore che cerca di rovinare la democrazia» e torna al sorriso solo se lo fai parlare di cinema.
franco nero il giorno del cobra
«Se sono quello che sono - spiega - lo devo a Laurence Olivier che considero il più grande attore del mondo. Quando lo incontrai agli inizi della mia carriera mi chiese se volevo fare la star o l'attore. Mi spiegò che per fare la star mi sarebbe bastato un film commerciale all'anno, per essere un attore invece dovevo rischiare e non accontentarmi mai.
Questo è quello che ho fatto: mai un solo genere, mai una sola faccia, mai un solo ruolo. Altrimenti sai che monotonia....».
IL PAPA
Nato in una frazione del comune di Parma nel 1941, Franco Nero sottolinea i suoi numeri da primato: «Ho girato 240 film, lavorato in 30 cinematografie e vestito i panni di 30 personaggi di nazionalità differenti. Ho fatto l'eroe jugoslavo in Jugoslavia, l'eroe ungherese in Ungheria, quello italiano, ovvero Garibaldi, in Italia. All'appello mi mancava solo d'interpretare il Papa. Lacuna colmata 3 mesi fa, quando mi ha chiamato un regista spagnolo proprio per interpretare quel ruolo».
franco nero in django unchained
Ride divertito e racconta come i ricordi sono un bagaglio non solo da conservare, ma da far crescere col futuro e nel futuro: «Non mi ha bloccato neppure la pandemia, durante la quale ho girato 7 film, di cui 3 in Croazia e uno in Romania. Qui in Italia mi vedete poco perché negli ultimi 30 anni il 90% del mio lavoro è stato all'estero». E prosegue: «È un lavoro duro, ma continua a divertirmi e a piacermi tantissimo.
Tempo fa stavo girando a Torino sotto un tendone e in un caldo infernale. C''erano 47 gradi, i giovani dicevano: «Quello scoppia. Sono scoppiati loro». Altra risata, tenera e non di supponenza.
franco nero django
Con la naturalezza di chi ha attraversato quasi 60 annidi cinema al fianco dei registi più importanti del mondo (John Huston, Luis Bunuel, Werner Fassbinder, Carlo Lizzani, Quentin Tarantino, tanto per citarne qualcuno), lui ti ricorda con ironia di fare tesoro dei consigli: «A Los Angeles ad una festa di amici John Wayne mi chiese come sceglievo un cavallo sul set. Io gli risposi che lo volevo imponente. Lui mi spiegò che sbagliavo. "Montane uno piccolo - mi disse-, altrimenti ti nasconde, ti ruba la scena". Aveva ragione».
LA TV
franco nero keoma
Franco Nero è tuttora un giramondo instancabile e pieno di curiosità: «Credo di aver preso da mia nonna Maria Lopez, una gitana dell'Andalusia. Come lei non mi fermo mai, mi piace andare incontro a nuove avventure, non c'è un giorno uguale all'altro». Il senso della sfida è la sua energia: «Accetto un film quando mi innamoro di un copione e amo lavorare con i grandi. Se reciti con un cane diventi un cane anche tu, se lo fai coi migliori vuoi dimostrare di essere più bravo di loro».
franco nero vamos a matar companeros
Il cinema nella sua carriera ha sempre prevalso sulla tv («Ne ho rifiutata tanta, da La Piovra al Maresciallo Rocca») e- ribadisce- «bisogna fare tutto il possibile per aiutare il cinema e non la tv o le serie tv. La gente deve pagare il biglietto e godersi un film davanti al grande schermo». E al cinema c'è The match, dove Nero è il protagonista: racconta di una storia vera avvenuta in un campo di concentramento, di una partita di pallone e di un nonno («Sono io, ma per invecchiarmi si sono dovuti impegnare molto») che spiega al nipotino come andò a finire.
AGENDA FITTA
franco nero vamos a matar companeros 2
Nella sua fittissima agenda c'è anche l'attesa per l'uscita nel prossimo autunno di un film di cui ha curato la regia (L'uomo che disegnò Dio) e per l'autobiografia, che sarà presentata il prossimo 20 maggio al Salone del libro di Torino: «È stata un'impresa condensare la mia esistenza, neppure 20 volumi sarebbero bastati....». Ma il titolo è di quelli che non si dimenticano: Django e gli altri. Già, Django, il classico del western all'italiana di Sergio Corbucci che folgorò anche Quentin Tarantino. Per tutti Franco Nero è stato, è e sarà sempre Django.
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