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    FROOME E L’ASMA DA DOPING – IL CICLISTA CHE HA VINTO 4 TOUR POSITIVO ALLA VUELTA AL SALBUTAMOLO, SOSTANZA USATA PER CURARE L’ASMA. NE HA ASSUNTA IN QUANTITA’ DOPPIA – ORA IL BRITANNICO DEL TEAM SKY RISCHIA UN LUNGO STOP – I PRECEDENTI: DA INDURAIN E ROMINGER ASSOLTI A PETACCHI E ULISSE PUNITI – LA VITTORIA DELLA VUELTA 2017 POTREBBE ANDARE A NIBALI (ARRIVATO SECONDO)


     
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    Pier Augusto Stagi per “Avvenire”

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    Il via da Gerusalemme, con Chris Froome: non si poteva sperare di meglio e forse anche di più per il nostro beneamato Giro d' Italia. Eppure tutto sembra complicarsi. Non nasce certo sotto una buona stella la "corsa rosa" : prima le tensioni a Gerusalemme, adesso il caso di doping del protagonista più illustre e atteso: Chris Froome. Il britannico rischia di perdere la Vuelta di Spagna che aveva conquistato e di sostenere un lungo stop per aver abusato di un farmaco lecito. Nel ciclismo si viene puniti anche quando all' atleta viene contestata la negligenza, che può costarti da un' ammenda a una squalifica dai nove ai dodici mesi.

     

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    Finisse davvero in questo modo, il fuoriclasse inglese dovrebbe rinunciare al suo progetto di entrare nella Storia: vincere il Giro 2018, completando una collezione che già conta quattro Tour e una Vuelta, entrando in questo modo nel ristrettissimo club di chi nella sua carriera è stato capace di vincere almeno una volta tutti e tre i Grandi Giri, come Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Felice Gimondi, Barnard Hinault, Alberto Contador e Vincenzo Nibali.

     

    Il britannico è finito nei pasticci per un broncodilatatore, il salbutamolo ( Ventolin), usato per curare l' asma in quantità doppia rispetto a quanto permesso dai regolamenti. Risultato confermato dalle controanalisi. Il corridore del team Sky è stato informato della vicenda il 20 settembre scorso, giorno in cui ha conquistato il bronzo nella crono mondiale. In caso di squalifica, il keniano bianco rischia di perdere la corsa spagnola: al suo posto nell' albo d' oro entrerebbe proprio Nibali.

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    «Pessima notizia, per me e per il ciclismo - ha detto il corridore siciliano, in questi giorni in ritiro con la sua squadra in Croazia - : fosse confermata la positività di Froome, nessuno mi ridarebbe l' emozione di vin- cere di nuovo la Vuelta e di salire in cima al podio di Madrid».

     

    Non si sono fatte attendere neanche le parole del diretto interessato, che ha così commentato la sua positività: «Soffro di asma ed è una cosa nota: conosce bene le regole. Uso un inalatore nei limiti consentiti, come leader della corsa sapevo di esser controllato ogni giorno. Il mio malessere è peggiorato durante la Vuelta e, su consiglio del medico della squadra, ho aumentato il dosaggio. L' Uci ha ragione nel voler esaminare i risultati dei test, fornirò qualsiasi informazione richiesta e sono sicuro che arriveremo presto in fondo alla vicenda».

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    È fiducioso Froome. Pensa e spera di poter dimostrare all' Uci la propria buonafede. Dovrà per questo sottoporsi a dei test di laboratorio, in condizioni simili a quelle di quel fatidico 7 settembre (18° tappa, giorno in cui è stato trovato positivo: alla Vuelta pioveva, ndr) e inalare ancora salbutamolo, per dimostrare le proprie reazioni fisiche.

     

    Froome, nato 32 anni fa a Nairobi in Kenya, cittadino britannico scoperto ciclista dal tecnico italiano Claudio Corti e diventato campione con il team Sky, fino a pochi mesi fa sotto la lente dell' antidoping inglese per presunto abuso di certificati medici. «Grazie per tutti i messaggi di supporto - ha aggiunto nel pomeriggio il britannico - .

     

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    Sono fiducioso che arriveremo fino in fondo. Purtroppo non posso aggiungere ulteriori dettagli fino a quando non si chiuderà l' indagine». Ma cosa è il Salbutamolo? È un principio attivo contenuto nel Ventolin, un medicinale destinato al trattamento dell' asma. Nella lista delle sostanze proibite dalla Wada, viene indicato sia in classe A (stimolanti) che in classe C (agenti anabolizzanti) e tracce superiori a 1.000 nanogrammi per millimetro danno origine ad un risultato anomalo e non sono più considerate come dovute ad un utilizzo terapeutico del farmaco.

     

    Ma dalla Francia, terra del nuovo presidente dell' Uci David Lappartient, che è succeduto al britannico Brian Cookson, arrivano parole tutt' altro che benevole, e cariche di dubbi: «Il tasso di 1.000 ng/ml è pari a 16 puff - ha spiegato a L' Equipe il dottor Jacky Maillot, medico responsabile delle nazionali francesi - ed è ampiamente in grado di trattare l' asma. Se così non fosse, il medico sarà costretto a rivedere il trattamento di base dell' asma. Se questo limite è superato nettamente, possiamo dire che non si tratta di un normale uso terapeutico».

     

    2 - DA INDURAIN FINO ALL' ODISSEA DI ULISSI

    Pier Augusto Stagi per “Avvenire”

     

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    I primi casi di positività alla sostanza risalgono al biennio 1993 1994 quando alcuni corridori - Zuelle, Indurain, Hamburger, Ballerini e Rominger - risultarono positivi ma se la cavarono senza squalifica o perché avevano autorizzazione ad assumerlo o perché l' Uci non aveva ancora inserito il Salbutamolo tra le sostanze da monitorare, al contrario di quanto accadeva per l' Agenzia Antidoping francesi.

     

    Non a caso il primo corridore squalificato - per un mese - fu proprio un transalpino, Laurent Madouas. Nel 2006 anche Oscar Pereiro, vincitore del Tour de France dopo la squalifica per doping di Floyd Landis, risultò positivo al salbutamolo ma non venne sanzionato grazie all' autorizzazione terapeutica. Le condanne più importanti nella storia sono state quelle inflitte ai ciclisti italiani Alessandro Petacchi e Diego Ulissi.

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    Nel 2007 Petacchi e Leonardo Piepoli risultarono positivi alla stessa sostanza durante il Giro d' Italia: per Piepoli ci fu subito l' archiviazione, per Petacchi (il cui valore di salbutamolo nel urine era di 1320 ng/ml) si aprì un procedimento che lo vide prima assolto dalla Commissione Disciplinare della Federciclismo e poi, dopo il ricorso di Uci e Wada, squalificato per un anno con cancellazione delle cinque vittorie di tappa ottenute quell' anno al Giro.

     

    Diego Ulissi è risultato positivo al Giro d' Italia 2014 con una quantità di 1900 ng/ml: per lui, squalifica di nove mesi. Medesima squalifica, evidentemente di durata gradita a Uci e Wada, è stata inflitta al moldavo Alexandr Pliuschin, positivo lui pure nel 2014. A questi ultimi due corridori è stata riconosciuta la buona fede, mentre è stata imputata loro la negligenza. Dal 1993 ad oggi, ventuno casi accertati di positività, ma solo sette squalifiche comminate.

     

    Pier Augusto Stagi Nel biennio 1993-'94 assieme al campione spagnolo risultarono positivi al salbutamolo anche Zuelle, Hamburger, Ballerini e Rominger. Le condanne più pesanti a Petacchi e all' altro azzurro nel 2015.

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