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    FUGA DA MOSCA - MENTRE TUTTI (O QUASI) GLI ISTITUTI FINANZIARI STRANIERI SCAPPANO DALLA RUSSIA, CHE FANNO INTESA SANPAOLO E UNICREDIT? IERI ORCEL HA DETTO CHIARAMENTE CHE STA CONSIDERANDO L’USCITA DAL PAESE, E ANCHE MESSINA STA VALUTANDO. IL RISCHIO È CHE IL GOVERNO NAZIONALIZZI TUTTO. D’ALTRA PARTE, COME FARE PER LIQUIDARE IN POCHI GIORNI CREDITI, TITOLI, DERIVATI? LE PERDITE POTREBBERO SCATENARE UN EFFETTO A CATENA…


     
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    Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera”

     

    vladimir putin 2 vladimir putin 2

    Le banche europee voltano le spalle alla Russia, strette tra le sanzioni imposte a Mosca dall'Occidente e la grave crisi economica che sta esplodendo nel Paese dopo la guerra scatenata da Vladimir Putin contro l'Ucraina.

     

    Intesa Sanpaolo e Unicredit sono le due banche italiane presenti e tra le europee più esposte alla Russia insieme con la francese Société Générale e l'austriaca Raiffeisen.

     

    BANCA INTESA IN RUSSIA BANCA INTESA IN RUSSIA

    Tutte stanno valutando di lasciare le attività nel Paese, anche perché incombe il rischio di una nazionalizzazione da parte del governo russo: una mossa, da parte di Mosca, che potrebbe avvenire sia come contro-sanzione sia per salvare gli istituti di credito locali che non possono più accedere ai capitali delle case-madri europee.

     

    Ogni situazione è comunque diversa tra banca e banca. Ieri il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, è stato esplicito: «Non si possono prendere conclusioni nel giro di una notte», ha detto a una conferenza organizzata da Morgan Stanley.

    unicredit in russia unicredit in russia

     

    «Dobbiamo considerare seriamente l'impatto e le conseguenze e la complessità del distacco completo di una banca dal Paese». Insomma, si stanno facendo i conti ma nessuna decisione è stata ancora presa.

     

    andrea orcel di unicredit andrea orcel di unicredit

    Ci sono da considerare anche i destini dei quattromila dipendenti delle 79 filiali in Russia e «le 1.500 aziende clienti, di cui 1.250 sono europee, che stanno cercando di staccarsi dal Paese». Unicredit ha già spiegato che i prestiti concessi in Russia sono pari a 7,5 miliardi di euro e che nella peggiore delle ipotesi la perdita sarà di 1,9 miliardi.

     

    Un danno assorbibile, che - ha assicurato il banchiere - non cambia i piani della banca milanese. Anche Intesa Sanpaolo sta facendo i conti con l'impatto delle sanzioni contro Mosca, dove è esposta per 5,5 miliardi di euro.

     

    carlo messina carlo messina

    «La nostra presenza in Russia è oggetto di valutazioni strategiche», ha detto pochi giorni fa l'amministratore delegato Carlo Messina. In Russia, Intesa Sanpaolo è presente con un istituto locale da 28 filiali, 976 dipendenti e attività per circa 1 miliardo. Ed è anche l'unica banca italiana in Ucraina con Pravex Bank (45 filiali, 780 dipendenti e attività per 0,3 miliardi di euro). Ogni giorno che passa la Russia viene sempre più isolata finanziariamente dal resto del mondo, anche indipendentemente dalle sanzioni.

     

    BANCA INTESA IN RUSSIA BANCA INTESA IN RUSSIA

    Tra gli istituti europei, Deutsche Bank ha già comunicato la decisione di uscire dal Paese, così come hanno fatto i giganti americani Goldman Sachs e Jp Morgan. Tuttavia, più che alle singole banche il mercato guarda all'effetto complessivo che provocherà il dover liquidare in pochi giorni operazioni complesse su crediti, titoli, derivati.

     

    antonio fallico antonio fallico

    Il timore è quello di un effetto a catena con perdite che si propagano all'intero sistema finanziario globale. Ieri il presidente della Vigilanza Bce, Andrea Enria, ha definito «contenute» le esposizioni dirette delle banche, che «sembrano gestibili» anche in scenari estremi di abbandono del Paese grazie alla solidità patrimoniale delle banche. Appare invece a rischio il capitale investito nelle controllate locali.

    Andrea Enria AB Andrea Enria AB

     

    Enria ha anche evidenziato gli effetti indiretti, «sui quali sappiamo poco e che potrebbero essere sorprendenti. Dobbiamo essere molto attenti». Nessuno di questi canali indiretti di trasmissione delle crisi appare comunque «fino ad ora destabilizzante». Il rischio vero, ha spiegato, può derivare piuttosto dagli attacchi informatici degli hacker russi alle banche europee: «Resta una minaccia concreta» anche se «fino ad ora non si sono verificati eventi significativi».

    Andrea Orcel Andrea Orcel carlo messina carlo messina antonio fallico sergei lavrov antonio fallico sergei lavrov Andrea Orcel Andrea Orcel

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