Funeral kounellis - a piazza del popolo l’ultimo saluto di roma all’artista

21 feb 2017 12:55

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Edoardo Sassi per il Corriere della Sera - Roma

Le parole del prete officiante, don Walter Insero, citavano in realtà il Libro della Sapienza dal Vecchio Testamento. Ma per un attimo, ieri, hanno risuonato nella chiesa gremita fino all' inverosimile sembrando evocare proprio l' inconfondibile alfabeto visivo dell' artista scomparso venerdì: «Nel giorno del loro giudizio risplenderanno, come scintille nella stoppia ...».

C' era, poggiato sulla bara, anche un mazzo di rose rosse tenute insieme da un poetico nastro di juta, un altro degli elementi ricorrenti nell' opera del maestro. E fuori e dentro la Chiesa degli Artisti, nella «sua» Piazza del Popolo, tutta la cosiddetta Roma dell' arte e non solo quella, una commossa comunità che in mattinata ha tributato l' ultimo saluto a Jannis Kounellis, artista di fama internazionale che nella Capitale, dalla natìa Grecia, era giunto per la prima volta il giorno di Capodanno del 1956.

Per non lasciarla più: «Arrivai il giorno di Capodanno del 1956, data che non si scorda - ci raccontò in una intervista del 2011 -. Roma? La amo. Roma è Roma, non ha bisogno di nulla. Né di ricchezza. Né di miseria. È il centro della latinità. La vivi, certo. Ma è anche un' idea, una grande idea...».

la famiglia di jannis kounellis

Un addio che dunque non poteva che svolgersi a piazza del Popolo e proprio in questa chiesa, Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli artisti.

Grandi infatti, grandissimi gli orizzonti geografici nella biografia e nella carriera di Kounellis, uno dei più noti artisti italiani a livello internazionale con viaggi e mostre in tutto il mondo. Ma in questa vastità la piazza romana e la sua basilica hanno avuto un ruolo-chiave; nella storia di Jannis come in quella di tante altre vite d' artista.

umberto croppi

A Piazza del Popolo era la galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, a Piazza del Popolo era il Caffè Rosati, abituale ritrovo d' artisti, a Piazza del Popolo la chiesa che ieri ne ha ospitato le spoglie ma che nel 2013 aveva già accolto una delle sue celebri installazioni. E non lontano dalla stessa piazza, in via Beccaria, c' era una volta quel garage sede della galleria L' Attico, il luogo da dove il giovane e radicale «Gianni» era entrato - il giorno 14 gennaio 1969 - nella storia dell' arte del Novecento grazie alla celebre esposizione di cavalli vivi.

stefano malatesta

Una piccola-geografia artistico-sentimentale tutta romana in cui trova posto anche l' attigua Via di Ripetta: all' Accademia di Belle Arti solo pochi giorni fa l' ultima uscita pubblica di Kounellis, che proprio al Ferro di Cavallo aveva ricevuto il titolo onorifico di Maestro Emerito. E insieme a quella di Bruno Corà è stata la voce di Tiziana D' Acchille, direttrice dell' Accademia, a ricordare l' artista durante la messa: il Kounellis che proprio di quell' Accademia era stato allievo frequentando, tra i vari corsi, quelli di Franco Gentilini e Toti Scialoja.

KOUNELLIS

Tra i tanti presenti, oltre alla famiglia - la moglie Michelle, il figlio Damiano - il ministro greco della Cultura, Lyvia Koniordou, galleristi e amici di una vita come Fabio Sargentini, gli artisti Nunzio, Marco Tirelli, Alfredo Pirri, il presidente di San Luca Gianni Dessì, il teorico dell' Arte Povera Germano Celant, Antonio Bassolino, il presidente del Maxxi Giovanna Melandri, critici, storici, collezionisti e sodali di Gianni: Ester Coen, Ludovico Pratesi, Pio Monti, Jas Gawronski, Alda Fendi, Pio Baldi, Federica Pirani, Bartolomeo Pietromarchi, Anna Mattirolo e tanti altri.

«Pittore moderno, uomo antico», lo ha salutato don Insero. Perché pittore, Kounellis si era sempre sentito: «La pittura - ci disse ancora nel 2011 - è costruzione di immagini. Ed è tale se è rivoluzionaria, senza freni per l' immaginazione».

raffaele curi