caterina e gabriele
Marco Gasperetti per il Corriere della Sera
Sollevando i calici, durante il brindisi agli sposi in un agriturismo nascosto tra le colline toscane, tra gli invitati c' è chi racconta che l' amore è proprio imprevedibile. E può nascere, all' improvviso, nei luoghi e nelle situazioni più impensabili.
Una scintilla che, per Gabriele e Caterina, ieri sposi felicissimi, è scoccata all' alba del 6 gennaio del 2009 in piazza Dalmazia, centro storico di Firenze. Un colpo di fulmine? «No, due colpi, il primo malvagio e il secondo sublime», risponde sorridendo Gabriele Nincheri, 46 anni, lo sposo, figlio di una famiglia di edicolanti.
Già, perché la storia d' amore inizia sì con un colpo, ma firmato da un briccone. «Uno scippatore che adocchia la bella ragazza che sarebbe diventata mia moglie alla fermata dell' autobus - racconta Gabriele - e tenta di rubarle la borsetta. Lei reagisce e lui la scaraventa a terra e la picchia».
Gabriele ha da poco aperto l' edicola. Sente urlare la giovane donna, molla i pacchi di quotidiani e corre fuori. «Vedo il bandito, lo rincorro - ricorda -, lo blocco e lo consegno ai carabinieri. Poi torno indietro, cerco di capire come sta quella povera ragazza».
caterina e gabriele
Caterina ha il viso tumefatto, lividi ovunque, ed è visibilmente sotto choc. «Quel ragazzo per me è un angelo - racconta la donna - mi tiene la mano, mi dà conforto. Poi mi portano all' ospedale ma quel volto e quelle parole di conforto non riesco a dimenticarle». Così dice alla mamma di andare a ringraziare quell' uomo.
Poi, quando le ferite guariscono, anche Caterina si presenta all' edicola. «Gli dico che è stato proprio bravo, dolce e coraggioso, un uomo vero e non so proprio come ringraziarlo», ricorda la sposa. Gabriele prende la palla al balzo e le chiede se vuole uscire con lui. «Ma nessuno avrebbe potuto immaginare, nove anni dopo, che saremmo diventati marito e moglie», dicono all' unisono gli sposi. Pronti a partire per una vacanza in Grecia, uno dei Paesi che più amano.
caterina e gabriele
Caterina Badalassi, 43 anni, lavora come ausiliaria all' ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. Ha la passione per il disegno, ma da quando ha conosciuto Gabriele è diventata anche un' instancabile camminatrice. «Sì, amo fare lunghe passeggiate nei boschi - dice lui - e ho coinvolto pure Caterina in questa mia passione. Poi amo tutti gli sport, non posso stare fermo un minuto, soprattutto quando vedo qualcosa che non va».
Come accaduto il 13 dicembre 2011 sempre in piazza Dalmazia quando un simpatizzante di Casa Pound sparò e uccise due senegalesi solo perché neri. «Dopo gli spari vidi una persona fuggire e anche stavolta cercai di fermarlo - racconta Gabriele -. Ci ero quasi riuscito, me lo trovai davanti. Mi fissò negli occhi, poi aprì il giacchetto facendomi vedere la pistola. Mi avrebbe sparato, lo feci passare».
Ma il suo intervento fu comunque decisivo a rallentare la fuga dell' assassino.
E lo scippatore? «Non ha fatto neppure un giorno di galera», risponde Gabriele. Però almeno lo scippo "galeotto" lo è stato davvero.
edicola nincheri