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“LA SCUOLA ELEMENTARE SEMBRA CHE SIA DIVENTATA UNA CLINICA PSICHIATRICA, SONO TUTTI DISCALCULICI, DISGRAFICI, DISLESSICI, ASPERGER, AUTISTICI” – IL FILOSOFO UMBERTO GALIMBERTI PRENDE UNA POSIZIONE NETTISSIMA SULL'AUMENTO DELLE DIAGNOSI CHE RIGUARDANO I DISTURBI DELL'APPRENDIMENTO TRA GLI STUDENTI E ACCUSA I GENITORI: “PERCHÉ PATOLOGIZZARE TUTTE LE INSUFFICIENZE?” – SCOPPIA LA POLEMICA SOCIAL TRA QUELLI CHE RIVELANO "ERRORI E SUPERFICIALITA’" NELLE PAROLE DEL FILOSOFO CHE “FA CONFUSIONE” E ALTRI UTENTI CHE SOTTOLINEANO IL RISCHIO DI UN USO ECCESSIVO DELLE CERTIFICAZIONI, A VOLTE CONCESSO CON LEGGEREZZA – VIDEO
53 secondi di barbarie retrograda pic.twitter.com/TyVe9W0Xp1
— Luca Di Bartolomei (@ldibartolomei) February 22, 2025
Estratti da
https://www.open.online/2025/02/24/umberto-galimberti-troppi-dsa-bufera-social-video/
«La scuola elementare sembra che sia diventata una clinica psichiatrica, sono tutti discalculici, disgrafici, dislessici, asperger, autistici, ma chi l’ha detto? Ai tempi miei non c’erano queste condizioni, c’era uno che era più bravo e quell’altro un po’ meno bravo che poi si esercitava e diventava bravo. Perché patologizzare tutte le insufficienze?».
Sono le parole del noto filosofo e psicanalista Umberto Galimberti, pronunciate di fronte a un pubblico di genitori e imprenditori durante un evento sulla scuola organizzato da Confartigianato Vicenza, che stanno facendo discutere. A suo avviso, l’aumento esponenziale delle certificazioni per i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) tra gli studenti sarebbe dovuto più all’interesse dei genitori nell’agevolare il percorso scolastico dei figli piuttosto che a reali difficoltà.
«Pur di far fare un percorso facilitato, si fanno fare una bella ricetta dal medico. Ai genitori interessa questo, non la formazione, è vergognoso. È la strada dell’ignoranza. Un’insegnante cosa può fare di fronte a un certificato medico?», ha aggiunto il filosofo.
E ancora: «Calma con la patologia. Se no mettiamo al mondo solo dei ragazzi handicappati dal punto di vista psichiatrico? Insegnanti di sostegno? Ma stiamo scherzando? Gli insegnanti di sostegno, oltre a dover essere preparati e non semplicemente essere i residuali di coloro che non hanno avuto una cattedra e che non sanno niente delle patologie dei ragazzi, dovrebbero essere dati a chi ha veri problemi psicologici e non ai dislessici».
La posizione del filosofo ha, in poche ore, scatenato innumerevoli reazioni contrastanti, dividendo i social tra chi lo accusa di superficialità e chi invece ne condivide le preoccupazioni. La gran parte dei commenti carichi di indignazione (e dolore) arrivano dai genitori dei bambini con Dsa.
«Complimenti a questo signore, che ha riassunto le problematiche di una disortografia, dislessia e discalculia con una ricetta dal medico. A saperlo prima! Invece di farmi giorni e giorni di day hospital in ospedale, test su test e colloqui con neuropsichiatri, psicologi e logopedisti… mannaggia!», scrive con amaro sarcasmo una madre.
Poi, il tono si fa più duro: «Peccato però che mio figlio non ha scelto di avere un disturbo dell’apprendimento o dell’attenzione. Lei è un ignorante nel vero senso della parola! Lei ignora e in più le danno un microfono per divulgare fesserie. La invito a vivere con me tutto quello che passa un genitore di un figlio con Dsa».
In risposta alle parole di Galimberti, in molti sottolineano come in passato le difficoltà esistevano ugualmente, ma venivano semplicemente ignorate, portando intere generazioni di studenti a vivere la scuola come un inferno. «Prima non c’era informazione, non è che non ci fossero le patologie!
È un insulto all’impegno che le famiglie fanno quotidianamente tra visite, incontri con gli insegnanti e test vari, e agli insegnanti che come me danno il massimo ogni giorno», dichiara una docente di sostegno. A fare chiarezza su un errore fattuale nelle parole di Galimberti è un altro utente: «Ma infatti i ragazzi con Dsa non hanno il sostegno! Inoltre una diagnosi di autismo è una cosa molto seria e non un patologizzare la normalità. Direi che fa un po’ di confusione. Per sparare opinioni dovrebbe almeno sapere di cosa parla».
Nonostante la valanga di critiche, c’è anche chi si schiera dalla parte del filosofo. Alcuni utenti sottolineano il rischio di un uso eccessivo delle certificazioni, a volte concesso con leggerezza. «Finalmente! Il coraggio di dire le cose scomode ma sacrosante!», scrivono in molti.
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