RENZI TERRAZZA PD
«D'Alema e Berlusconi hanno ripreso a telefonarsi. Allora è amore vero...». Così il segretario del Pd, Matteo Renzi, presentando il suo libro «Avanti» ad Agerola (Napoli). Subito dopo però aggiunge: «È una battuta...».
«Chi va a Palazzo Chigi lo decidono i voti degli italiani, non i giornalisti e neanche le speranze dei militanti». Così Renzi ha poi risposto alla domanda se sarebbe disposto a fare un passo indietro come possibile capo del governo. «Ho fatto il premier con tanti che pensavano a farmi le scarpe - ha aggiunto Renzi - perciò vi chiedo di dare il massimo appoggio a Gentiloni».
Renzi è tornato poi sul caso dei deputati del Pd insultati ieri dai no-vax dopo l'approvazione del decreto sui vacini. «Quando sento un comico genovese che insulta la memoria di Rita Levi Montalcini, quando insulta la memoria di Veronesi, quando si permette dire che i vaccini fanno male io dico che serve coerenza. La legge approvata ieri è un piccolo passo avanti, non una soluzione definitiva. Dunque, vergogna per chi ha aggredito i nostri deputati e solidarietà a loro», ha detto Renzi.
«Noi alle primarie qualche voto lo prendiamo. Evitiamo di farci dare lezioni di democrazia interna da chi ha un blog in cui uno decide per tutti», aveva sottolineato il segretario del Pd in un'altra presentazione del libro a Diamante in Calabria.
BERLUSCONI D'ALEMA
«Abbassare le tasse a chi investe in azienda, semplificare le regole del gioco e puntare sull'agroalimentare, che è una miniera d'oro che vale 90 miliardi di euro». Questa la ricetta indicata poi da Renzi per cercare di superare il problema della mancanza di lavoro. «Negli ultimi anni - ha detto Renzi - ci sono stati 800 mila posti di lavoro in più. Il punto è che sono quasi tutti al nord. Veneto, Emilia e Lombardia viaggiano più forte delle regioni tedesche».
Massimo D'Alema e Silvio Berlusconi
«Siamo stati chiamati a governare il Paese perché in quegli anni le cose andavano male e non perché particolarmente amati. Qualcosa è stato fatto e sono pentito di avere fatto passare il messaggio che cambiare fosse facile. Non ho dato il senso del sudore dell'impegno. Ho capito che non è facile, ma si può fare ed è possibile rimettersi in moto, piaccia o non piaccia ai salotti romani», ha continuato Renzi parlando dei suoi rapporti con i salotti romani. «Insieme ai miei amici - ha detto il segretario del Pd - siamo stati considerati, a ragione, corpi estranei al sistema romano. Ci hanno visto come vandali. Quando parlano del Giglio magico parlano di persone chiamate a governare l'Italia in quel momento perché era in grandissima difficoltà».
«Ci sono quelli che vogliono dare il reddito di cittadinanza senza capire che con l'assistenzialismo il Mezzogiorno non va da nessuna parte. Io vorrei trasmettervi il senso della possibilità», ha proseguito l'ex premier. «Quando volevano escludere lo stabilimento di Reggio Calabria dalla vendita di Breda - ha aggiunto - mi sono messo di traverso ed avete visto adesso lo stabilimento Hitachi cosa fa.
RENZI E GENTILONI
Bisogna però fare di più. Se partiamo dall'idea che non ci sono possibilità per la Calabria, allora va bene tutto. La Calabria è forse il territorio più difficile in Italia oggi, con una percentuale di disoccupati tra le più alte e la presenza forte della criminalità organizzata che è la 'ndrangheta, che chiamiamo con il suo nome senza paura. Ma con l'impegno di tutti la Calabria non é il luogo dove tutto finisce, ma quello in cui tutto può ripartire».
GENTILONI E RENZI