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    "AIUTIAMO I NOSTRI FIGLI NEL PERCORSO DI TRANSIZIONE MA TEMIAMO POSSA ESSERE SOLO UN'OSSESSIONE TRANSITORIA, ALIMENTATA E INDOTTA DA UN CONTAGIO SOCIALE…" - GIANLUCA NICOLETTI INCONTRA I MEMBRI DI "GENER AZIONED", UN'ASSOCIAZIONE FONDATA DAI GENITORI DI FIGLI MINORI CON DISFORIA DI GENERE CHE VOGLIONO CAMBIARE SESSO: "VORREMMO CHE LE DECISIONI IRREVERSIBILI LE PRENDESSERO IN UNA FASE DI MAGGIORE MATURITÀ E CONSAPEVOLEZZA..."


     
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    Estratto dell'articolo Gianluca Nicoletti per “la Stampa”

     

    disforia di genere disforia di genere

    Ho incontrato le madri di Gener AzioneD, un'associazione "quasi segreta" appena fondata da genitori di figli minori, adolescenti o giovani adulti con disforia di genere. Mi […]sono trovato invece davanti persone che, alle certezze dogmatiche di ogni segno sul tema, contrappongono il bisogno di approfondire, tanto consapevoli di essere strumentalizzabili da sentirsi più libere operando in clandestinità. […]

     

    «È vero, ci sentiamo delle carbonare, non è però possibile fare altrimenti- mi dice una di loro -, il rapporto con i nostri figli è molto delicato, alcuni di loro hanno anche disturbi psicologici importanti e la loro privacy è fondamentale. In questo ognuno di noi ogni giorno è preso dal dilemma di quanto assecondare e di quanto coltivare il dubbio, vorremmo si capisse che avere un figlio o una figlia che desidera farsi amputare delle parti sane del proprio corpo, essere medicalizzati a vita non è certo una festa, come spesso viene fatto credere. […]sappiamo che saremo subito attaccate come transfobiche, retrograde, bigotte e quanto altro. Vogliamo solo assicurarci di aver fatto tutto ciò che è possibile per il benessere dei nostri figli».

     

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    […] il loro movimento è assolutamente apolitico, aconfessionale e non vuole essere strumentalizzato, intanto le loro storie cominciano a intrecciarsi, si sovrappongono e lo schema è quasi sempre lo stesso. […]

     

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    Tutte le madri ci tengono a farmi capire che non esiste in loro nemmeno la minima volontà di reprimere la natura dei figli, né tantomeno di «normalizzarli». Obietto ancora che le stesse loro argomentazioni sono il cavallo di battaglia del pensiero più reazionario, sui temi che riguardano il genere. La differenza prova a spiegarmela un'altra madre: «Nessuna di noi ha considerato "anormale" che un proprio figlio o figlia si esprimesse in modalità differenti da quelle tipiche del suo genere di nascita; mia figlia ha 13 anni, sin da piccola ha sempre amato e praticato gli sport che per pregiudizio sarebbero solo per uomini, non le piacevano i trucchi, gli abiti "carini", le civetterie tipiche delle ragazze.

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    Per me non è stato mai motivo di rammarico. […] A me va bene se questo le dà felicità ma ora si pone il tema dei trattamenti ormonali, degli interventi chirurgici. Vorrei che le decisioni irreversibili le prendesse in una fase di maggiore maturità e consapevolezza, ora la vedo comunque confusa. […] Come possiamo decidere con serenità se assecondare anche i passi successivi? In Italia non esistono nemmeno i dati di quanti minori siano in trattamento con "puberty blockers", non sappiamo su quali evidenze si fondino i protocolli che ne regolano la somministrazione».

     

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    […] Mi dicono che come loro cominciano a essercene davvero tanti, il Covid pare abbia rappresentato per molti ragazzi uno spartiacque, mi citano solo come dato indicativo il fatto che in Italia, tra il 2018 e il 2021, il "Servizio per l'adeguamento tra Identità Fisica e Identità Psichica" (SAIFIP) di Roma, ha registrato un aumento del 315 per cento di accessi tra gli adolescenti.

     

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    […] dice un'altra madre ancora - […]  Mi sento sola e il rapporto con lei è ogni giorno più difficile, perché alla fine sarei considerata una retrograda se non l'assecondo in tutto.  La mia paura è che questo percorso non è reversibile, se poi crescendo si accorgesse che non era questo esattamente quello che la rende felice? Ho scoperto che esistono i "detransitioners", quelli che vorrebbero tornare indietro. Mi consuma la paura che la sua possa essere solamente un'ossessione transitoria, magari alimentata e indotta da un contagio sociale. Credo che scelte tanto radicali dovrebbero essere rimandate alla maggiore età, però non sembra possibile, tutto sembra debba essere fatto ora e in fretta".

     

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