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    GIANMARCO MAZZI, SOTTOSEGRETARIO MELONIANO ALLA CULTURA E AGENTE DI MASSIMO GILETTI (SIC!), SMENTISCE CAIRO! URBANETTO SOSTIENE DI AVER CHIUSO “NON È L’ARENA” PER MOTIVI ECONOMICI MA L'EX DIRETTORE DI SANREMO, INTERROGATO DAI PM DI FIRENZE, DÀ UN'ALTRA SPIEGAZIONE - SECONDO MAZZI, LE TRATTATIVE ERANO A BUON PUNTO. POI INSTILLA IL DUBBIO CHE A PESARE SULLA CHIUSURA SIA STATO LO SPECIALE "CLAMOROSO" SULLE STRAGI MAFIOSE, CHE IL GIORNALISTA STAVA PREPARANDO A PARTIRE DALLE RIVELAZIONI DI BAIARDO – IL MISTERO DELLA FOTO DI BERLUSCONI CON I FRATELLI GRAVIANO, I COLLOQUI CON DI MATTEO E LA PREFAZIONE SCOMPARSA AL LIBRO DI FERRUCCIO PINOTTI - CANDELA: "È NORMALE CHE L'AGENTE DI GILETTI SIA UN MEMBRO DEL GOVERNO?" - LA LETTERA DI PRECISAZIONE DI MAZZI


     
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    Estratto dell’articolo di Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”

     

    gianmarco mazzi sottosegretario alla cultura foto di bacco gianmarco mazzi sottosegretario alla cultura foto di bacco

    Intorno alla chiusura di Non è l’arena, la trasmissione su La7 di Massimo Giletti, si snodano gli sviluppi dell’inchiesta fiorentina sulle stragi mafiose del 1993. I procuratori Turco e Tescaroli vogliono capire se davvero la motivazione, come sostiene l’editore Urbano Cairo, sia stata esclusivamente economica e aziendale.

     

    L’ipotesi alternativa è legata alla trasmissione sui rapporti con la mafia di Dell’Utri e Berlusconi, in quei giorni ricoverato al San Raffaele. Giletti la stava preparando anche sulla base di una fotografia ritraente Berlusconi con il boss Giuseppe Graviano e il controverso generale dei carabinieri Francesco Delfino. Foto risalente all’inizio degli Anni 90 e mostrata a Giletti dall’ambiguo Salvatore Baiardo, favoreggiatore dello stesso boss.

     

    Sentito in Procura per quattro ore come testimone, Cairo ha ribadito la sua versione, attribuendo la chiusura della trasmissione alle declinanti performance di share. E ha negato interferenze – sia fatte che subìte – sui contenuti della trasmissione. Ma i pm hanno allargato le indagini ad altri protagonisti della vicenda. Sia esterni che interni alla struttura dell’emittente.

     

    URBANO CAIRO SBIANCHETTA L'INTRODUZIONE DI GILETTI AL LIBRO ATTACO ALLO STATO - LE DUE COPERTINE DA GENTE URBANO CAIRO SBIANCHETTA L'INTRODUZIONE DI GILETTI AL LIBRO ATTACO ALLO STATO - LE DUE COPERTINE DA GENTE

    Uno in particolare viene valutato di particolare rilevanza. Si tratta di Gianmarco Mazzi e nel microcosmo televisivo è un nome di peso. Produttore discografico e televisivo, ex direttore del festival di Sanremo, nel 2022 scende in campo con Fratelli d’Italia. Eletto alla Camera, viene nominato sottosegretario alla cultura.

     

    Ai pm fiorentini interessa in quanto storico agente di Giletti. Il suo ruolo non è cessato con l’impegno governativo. Tanto che le interlocuzioni Mazzi-Cairo proseguono anche nei primi mesi di quest’anno. Lo testimonia una cena romana, a metà febbraio.

     

    Ai procuratori fiorentini, Mazzi ha fornito una versione difforme rispetto a quella di Cairo. Ha ricostruito le trattative con l’editore, a suo dire giunte a un livello avanzato, per rinnovare il contratto con Giletti per la stagione televisiva 2023/2024.

     

    gennaro sangiuliano giancarlo giannini vittorio sgarbi gianmarco mazzi foto di bacco gennaro sangiuliano giancarlo giannini vittorio sgarbi gianmarco mazzi foto di bacco

    Da quelle trattative Mazzi e Giletti avevano ricavato l’affidamento sulla concreta disponibilità di Cairo a proseguire il rapporto di lavoro. Una circostanza incompatibile la tesi della chiusura della trasmissione per motivazioni economiche.

     

    Peraltro nello stesso periodo Solferino, casa editrice di Cairo, aveva messo in cantiere una monografia su Dell’Utri e chiesto a Giletti di scrivere la prefazione al libro del giornalista Ferruccio Pinotti sulle stragi mafiose. Giletti aveva mandato il suo testo, da affiancare a quello dell’altro prefatore, lo stesso procuratore fiorentino Tescaroli. Ma quando il libro è stato pubblicato, la prefazione di Giletti è scomparsa.

     

    MASSIMO GILETTI FUORI DALLA PROCURA DI FIRENZE MASSIMO GILETTI FUORI DALLA PROCURA DI FIRENZE

    […] E che il conduttore volesse allestire una trasmissione clamorosa su Dell’Utri è confermato da un’altra circostanza. Della vicenda, e anche della fotografia mostratagli da Baiardo, Giletti parlò a un interlocutore di primissimo livello: il pm antimafia Nino Di Matteo, in quel momento consigliere del Csm. Dove fu raggiunto da Giletti, che lo mise al corrente per invitarlo a partecipare alla trasmissione. Il magistrato declinò l’invito per ragioni di opportunità istituzionale.

     

    […]

     

     

    LA PRECISAZIONE DI GIANMARCO MAZZI

     

    Buongiorno dr. Caruso, per opportuna conoscenza e a tutela della mia

    reputazione, riscontro il Suo articolo apparso su "Il Foglio" di sabato

    scorso (15 luglio 2023), inserendo in copia il direttore dr. Claudio Cerasa e il dr. Roberto

    D'Agostino di Dagospia che lo ha rilanciato.

     

    1) Non sono mai stato agente di Massimo Giletti che appartiene alla "vecchia" scuola,

    dove non c'erano manager che gestivano giornalisti e, come noto nell'ambiente,

    si rappresenta da sempre in prima persona. A Giletti mi lega un rapporto diverso, autoriale

    e di amicizia.

     

    2) Sto lavorando al nuovo codice dello spettacolo, come disposto da una legge delega

    del Parlamento. E' un mio dovere istituzionale. Lo faccio con passione, confrontandomi

    puntualmente con i dirigenti del Ministero e dialogando con le varie rappresentanze

    del settore che aspettano quel codice dal 1967.

     

    3)  Non ho mai trattato l'Arena di Verona come "la mia villa di campagna"

    Semmai ho contribuito, insieme ad altri, a programmare concerti importanti e a farla

    diventare in Italia (e non solo) il teatro icona dei più grandi eventi televisivi. Ho iniziato

    nel 2007, a quel tempo in Arena non c'era traccia né di TV né di eventi.

     

    4) Siedo nel CDA della Fondazione Casa dei cantautori, presieduto da Dori Ghezzi,

    presieduto da Dori Ghezzi, per nomina del precedente governo (Ministro Franceschini) e il successivo via libera dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che,

    seguito del controllo di legittimità, ha dichiarato quell'impegno, di natura culturale e a carattere del tutto gratuito, compatibile con l'incarico di sottosegretario.

     

    5) Non mi "aggiro" al Festival di Sanremo come fossi ancora il direttore artistico.

    Non lo sono dal 2012. Nelle ultime edizioni a cui ho preso parte - 2020, 2021 e 2022

    il direttore artistico è sempre stato Amadeus e io ho semplicemente ricoperto un ruolo

    fiduciario di consulente e membro della commissione di scelta delle canzoni dei giovani

    Incarichi che ho lasciato definitivamente il 30 agosto 2022, all'indomani della mia

    candidatura al Parlamento.

     

    6) Non ho mai chiesto di ricevere la carica di sottosegretario. Sono molto grato

    a chi ha pensato a me, probabilmente in forza della competenza sulle materie oggetto

    della stessa, come scrive Lei correttamente.

     

    7) Avendo alle spalle oltre 42 anni di storia professionale, ho avuto rapporti con tutti i principali operatori del settore. Non solo con Lucio Presta e Ferdinando Salzano

    ma anche con Beppe Caschetto, con i compianti Bibi Ballandi, David Zard e Francesco

    Sanavio, con Roberto De Luca, con Clemente Zard, con Mimmo D'Alessandro e Adolfo

    Galli, solo per citarne alcuni. Con Lucio Presta sono stato nella società da Lei indicata

    che vedeva la partecipazione anche di un terzo socio, la signora Claudia Mori, come Lei

    avrà potuto rilevare dalla visura camerale.

     

    8) Lei scrive che al Ministero sono "infrattato". Il termine è volutamente ingeneroso.

    In realtà al Ministero svolgo il lavoro che mi è stato affidato. Con impegno quotidiano

    e alla luce del sole.

     

    9) Ribadisco, non rappresento Massimo Giletti, che è un giornalista televisivo e non un artista, e ho risposto alla convocazione della procura di Firenze per essere sentito

    in qualità di persona informata sulle vicende che hanno riguardato la sospensione

    del suo programma. Era mio dovere di cittadino.

     

    10) Con La7, sin dal 2018, ho avuto un contratto di consulenza editoriale collegato

    al programma di Giletti. Il resto lo dice bene Lei. La7 ha sospeso qualsiasi pagamento

    per l'attività professionale da me svolta, definendo il contratto "superato", a partire

    non dalla data della mia nomina a sottosegretario, ma da quella precedente, ossia

    dalla mia elezione a parlamentare. Su questa interpretazione unilaterale non concordo io

    e non concorda nemmeno l'avv. Giorgio Assumma che ha scritto un parere pro veritate

    in tal senso. Difendo, come è giusto che sia, i miei diritti di lavoratore che, all'improvviso,

    non possono essere annullati per il fatto che sono stato eletto al Parlamento.

     

    11) Sono una persona seria e responsabile, conosco e rispetto le leggi che disciplinano

    la mia attività di sottosegretario. Se ho dubbi sulla loro interpretazione mi rivolgo

    direttamente all'Autorità. Se Lei  conoscesse a fondo i ritmi delle mie giornate, e gli impegni che il ruolo comporta, constaterebbe che non mi rimane tempo per altro.

     

    12)  Penso che tra i compiti di un Ministero moderno ci sia anche quello di organizzare

    attività e supportare iniziative. Per questo, di recente, ho fatto ricorso alle mie conoscenze

    e alla mia esperienza di autore e organizzatore per sostenere l'evento di solidarietà

    "Italy loves Romagna', promosso dal Ministero della cultura. A breve comunicheremo,

    insieme al presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, la destinazione

    degli oltre 2 milioni e mezzo di euro raccolti in favore delle popolazioni romagnole colpite

    dall'alluvione.

     

    13) Vivo da sempre a Verona, dove sono nato. Ma non sono il podestà Sono semplicemente un professionista che si è dato da fare per la sua Città. Tutto qui, molto lineare.

     

    14) Lei cita la società FP Group di Ferdinando Salzano come organizzatrice nel 2022

    di 36 date su 56 dell'Arena. Lo fa per impressionare. In realtà, in quell'anno

    immediatamente successivo alla pandemia, si decise di dare un forte segno di apertura,

    aumentando il numero degli spettacoli e accogliendo di fatto tutte le richieste

    di concessione pervenute. Per completezza, va anche aggiunto che la società menzionata, con il gruppo internazionale a cui appartiene, rappresenta più di 100 artisti solo in Italia ed è di gran lunga leader assoluta del live (in cui operano non più di 2/3 grandi aziende) e anche degli spettacoli musicali televisivi, come ben noto a tutto il settore.

     

    15) Non sono mai stato destinato a fare l'allenatore. A vent'anni, nel 1980, venni scelto

    dall'allora presidente della FIGC, Italo Allodi, per partecipare  al primo corso di management per società di calcio organizzato al centro tecnico federale di Coverciano.

     

    16) Nella mia vita, non ho "agganciato" Mogol, Morandi, Barbarossa, passando

    per Adriano Celentano. Il termine "agganciare" è suggestivo per i suoi fini ma ingeneroso

    nei miei confronti. Sono tutti artisti con cui ho consolidato nel tempo un rapporto di stima

    professionale ed amicizia. Con Celentano ho iniziato a collaborare nel 1992, fino a questo

    nuovo impegno. Tuttora ci lega un rapporto forte e affettuoso.

     

    17) Fu Mogol a "inventare"' nel 1981 la Nazionale Cantanti e a chiamare Gianluca Pecchini e il sottoscritto, giovani diplomati del corso FIGC di Coverciano.

     

    18)  Nel 2004 ho seguito Sanremo come delegato dell'allora direttore generale della Rai

    Flavio Cattaneo. Cercava un contatto con Celentano e fu l'ex direttore di Rai1,

    Maurizio Beretta, a fargli il mio nome. Il rapporto con Paolo Bonolis è nato nel 2005,

    per scelta di Flavio Cattaneo e dello stesso Bonolis, dopo la rinuncia alla direzione artistica

    da parte di Pippo Baudo.

     

    19) Credo che "prendere per mano politici e accompagnarli personalmente a sedere"

    sia un gesto di cortesia e non un gran metodo per mettersi in luce nella vita, come penso Lei abbia inteso attribuendomene l'abitudine, ancora una volta in modo ingeneroso e un po' denigratorio. Se dice questo, rischia anche di trasferire all'esterno un brutto suggerimento. Quello che per me ha sempre contato è solo lavorare, dare il meglio

    per essere all'altezza, ottenere risultati e farmi apprezzare. Punto.

     

    20) Ho collaborato al progetto di Checco Zalone in forza di un contratto professionale

    antecedente alla mia elezione e ovviamente alla nomina a sottosegretario. Controlli

    le notizie che Lei riporta e si renderà conto che fanno tutte riferimento ad un annuncio

    risalente alla primavera del 2022.

     

    21) Le società sono lo strumento legale per operare nel mondo delle imprese e quindi

    anche dello spettacolo. E non credo che il loro eventuale numero rappresenti un segnale

    negativo. Anzi, il contrario.

     

    A volte nascono collegate ad artisti con cui si fa un tratto

    di strada insieme, a volte si utilizzano per dar vita a un progetto, sono generalmente

    funzionali al business, possono andare bene o male e possono anche servire a sostenere

    un amico (è conosciuta la mia partecipazione, a metà anni '80, ad una società con Gianni

    Morandi per aiutare Pupo in difficoltà).

     

    In ogni caso, anche per non far perdere tempo alle

    trasmissioni d'inchiesta (sull'argomento La sento molto sicuro, pensa forse a La 7?),

    Le ricordo che, dal 2018, ossia dal momento in cui assunsi la carica di amministratore

    delegato di Arena di Verona s.r.l., non ho più avuto partecipazioni in alcuna società.

     

    22) Cecilia Gasdia è un'artista veronese, molto famosa, che ha sviluppato tutta la sua carriera quarantennale nel mondo dell'Opera, prima come cantante e dal 2017 come Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona. In entrambi i ruoli ha ottenuto

    risultati straordinari. La Fondazione ha un suo statuto e regole che ne governano la vita.

     

    Tutto quello che è accaduto, e Lei riporta, è espressione della volontà esclusiva della maggioranza del Consiglio d'Indirizzo, organo sovrano, di cui ovviamente non faccio parte.

     

    23) Lei racconta infine che un produttore musicale (!), da anni costretto ad accettare

    la mia "egemonia" (!), avrebbe detto che "con me ogni limite era già stato superato".

    Ma questa conclusione mi sorprende, dottor Caruso. È troppo facile. Sarebbe come se io riferissi che un Suo collega mi ha inviato un messaggio, definendo Lei un giornalista cattivo e il Suo articolo, scritto su commissione per compiacere qualcuno. Considerato che non ci conosciamo affatto, pensa che ci potrei credere?

     

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