Gianni Mura per “la Repubblica”
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Mettiamola così: l' Inter fa il suo, sul solito binario Lukaku-Lautaro. Vantaggio dopo 3', Conte può giocare la partita che preferisce, aspetta (anche troppo) e riparte. Anche l'Atalanta fa il suo, spinta dal punteggio, ma l' avrebbe fatto comunque, per le caratteristiche che ha. Spinge e spinge, ma con poca pericolosità negli ultimi 20 metri. Nel secondo tempo, però, è lei che gioca da prima della classe.
Colpisce un palo, pareggia e potrebbe anche vincere, se Muriel non si facesse parare un rigore dallo specialista Handanovic. Chi non fa il suo è Rocchi e soprattutto Irrati, reduce dal disastroso arbitraggio di Marassi. Messo al Var, considerato il superspecialista europeo (forse un po' meno, da ieri) non vede o valuta male un vistoso abbattimento di Toloi da parte di Lautaro. Partite così tese, belle, veloci, meriterebbero più attenzione. Ma questa, col Var, è già una storia vecchia.
inter atalanta
Lazio formidabile: 10 vittorie di fila non le aveva mai ottenute in 120 anni di storia. Immobile, al ventesimo gol in 18 partite, marcia a un ritmo altissimo. È il sigillatore, non il trascinatore: qui, sarebbero molti i nomi da fare, da Lulic a Luis Alberto. Ancora un gol decisivo negli ultimi 10' e Immobile ha commentato: "Per molti questa è fortuna, invece è non mollare mai". Giusto, come giusto da parte sua riconoscere che un punto il Napoli l'avrebbe meritato. Come minimo, aggiungo. Perché Strakosha è stato il portiere più impegnato, perché sullo 0-0 a metà del secondo tempo Zielinski centra un palo.
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Ma soprattutto perché, come già con l' Inter, non è accompagnato da un briciolo di buona sorte. Prima una papera di Meret, ieri di Ospina. Bravo Immobile a portargli via il pallone, e più di Ospina colpevole Di Lorenzo che potrebbe intervenire in modo più freddo e composto, anziché deviare il pallone nella sua porta. Sempre più in alto, la Lazio deve crederci e, sempre nei quartieri bassi, il Napoli non deve abbattersi ma solo liberarsi dalle tante paure.
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Più padre nobile che padre padrone, Ibrahimovic parte dall' inizio, prende per mano il Milan e lo porta alla vittoria. E il Cagliari alla quarta sconfitta consecutiva di un girone d' andata comunque positivo. Ibrahimovic s' era preso Leao sotto l' ala e Leao segna, sia pure in modo fortunoso. Il 2-0 è un sinistro maligno, specialità di Ibra. Che segna pure in tuffo, di testa, ma è in fuorigioco. Verrebbe da dire che crea più pericoli lui in una partita di Piatek in mezzo campionato. Sarebbe eccessivo, ma certamente al Milan la musica è cambiata. Oltre al mestiere, lo svedese ci mette molta concentrazione e serietà. Il Milan non è guarito, ma almeno è arrivato un buon medico. Così tutto sembra più rosa.