virginia raggi
1. SUI GIOCHI DI ROMA NO DEL DIRETTORIO M5S “SALTANO AL 99,9%”
Andrea Carugati e Laura Serloni per “la Repubblica”
Nessuna sorpresa sulle Olimpiadi in casa M5S. L’entusiasmo di Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica del Campidoglio, è stato presto smorzato. Ieri è stato bloccato a più riprese per i corridoi di palazzo Senatorio. Prima uno dei colleghi della giunta Raggi: «Non sono contro, ma ora è troppo presto per prendere una posizione». Poi da un membro dello staff della sindaca: «C’è la tregua olimpica, ricordi? Abbiamo promesso di non dire nulla sui Giochi».
Nonostante le parole dell’assessore, che martedì aveva aperto all’ipotesi Olimpiadi «se si faranno per la città», su Roma 2024 pesa come un macigno il «no» dei vertici del M5S: dentro il direttorio l’opinione è che «non si faranno al 99,9%» e che non ci sia «alcun margine» per trattative con il Coni.
giovanni malago
Nessuna condizione da porre a Malagò, dunque, perchè la partita è considerata chiusa. E un assist inatteso al no grillino arriva da Pier Luigi Bersani che considera «legittima » la posizione della Raggi di «non buttare tutte le energie sulle Olimpiadi». E bacchetta il Pd romano: «Va tenuto a bada, senza umiltà il M5S prende il 90%».
Certo, sul tavolo della Raggi c’è la possibilità di utilizzare i 5,3 miliardi che arriverebbero da Cio e governo per riqualificare la Capitale. Ma la vittoria di giugno è arrivata dopo un ballottaggio- referendum che il Pd romano ha deciso di giocarsi proprio sulle Olimpiadi. E Virginia Raggi da quel confronto è uscita con il 70% delle preferenze, con picchi plebiscitari nelle periferie che in campagna elettorale le chiedevano meno buche e più decoro. Non certo le Olimpiadi. Sconfessare quella promessa in un momento tanto delicato (la tensione sul caso nomine è ancora alta) viene interpretato dai vertici del M5S come un azzardo.
virginia raggi sindaca di roma
Nonostante Luca Cordero di Montezemolo, pur spiegando che «Roma è la favorita», abbia assicurato di essere pronto a uscire dal comitato organizzatore dei Giochi e le aperture del numero uno del Coni Giovanni Malagò che si dice «a disposizione per entrare nel merito di ogni argomento » con la Raggi e il vice Frongia, il Movimento continua per la sua strada. A 70 giorni dalle elezioni non c’è stato ancora nessun incontro ufficiale tra il Campidoglio pentastellato e i vertici di Roma 2024.
PAOLO BERDINI
Il confronto improvvisato (quasi strappato) tra Malagò e il vicesindaco Daniele Frongia dello scorso 11 luglio, in occasione dell’inaugurazione di una pista di atletica a Ostia, resta un unicum che si inserisce in una strategia più ampia: quella del silenzio, così come chiesto dal Coni con l’obiettivo di non turbare gli atleti e i paratleti italiani impegnati a Rio.
Uno stallo utile anche ad avviare da entrambe le parti la riflessione sulle prossime mosse. I grillini si sono detti a più riprese, e sono ancora, disponibili ad ascoltare Malagò. L’incontro con la sindaca Virginia Raggi sarà fissato subito dopo la conclusione delle Paralimpiadi. Ovvero dopo il 18 settembre. I pentastellati si riservano di lasciare aperto uno spiraglio minimo per una trattativa: lo 0,1 per cento di cui si parla nel direttorio. Solo un’offerta irrinunciabile, che nessuno nel Movimento si aspetta davvero, potrebbe riaprire la partita.
RAGGI
Nel frattempo, meglio evitare slanci alla Berdini. Fermi sul fronte del «no» ci sono il capofila Alessandro Di Battista e la deputata Carla Ruocco: «Qualsiasi cittadino romano può comprendere che le Olimpiadi non sono la priorità», spiega Ruocco. «Bisogna dare un assetto di normalità ai servizi, poi pensare ad ospitare milioni di persone, Roma è una città a vocazione turistica e non ha bisogno di un grande evento».
Rincara la dose Angelo Diario, presidente della commissione Sport in Campidoglio: «Più passa il tempo più le probabilità che questo percorso si concluda positivamente tendono a zero. Il dossier olimpico così come è non ci va bene e il Coni lo sa». Sulla stessa linea si posizionano anche la senatrice Paola Taverna e il deputato Stefano Vignaroli.
MALAGO
Il caso di Luigi Di Maio va invece analizzato in modo diverso: prima ha fatto da tramite fra il Movimento e il Coni. Poi i contatti si sono raffreddati. E ora anche quel fragile canale di dialogo sembra essersi chiuso.
2. "MONTEZEMOLO SI FA DA PARTE? NON CI BASTA”
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
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Ha visto che Luca Cordero di Montezemolo ha detto che è pronto a farsi da parte nel momento in cui i Giochi del 2024 dovessero essere assegnati a Roma, onorevole Stefano Vignaroli? Questo passo può bastare ai 5Stelle per cambiare idea e non fermare la candidatura della Capitale alle Olimpiadi?
«Ma guardi, a noi che Montezemolo si faccia da parte interessa ben poco… Anzi, mi fa sorridere che lui dica che è pronto a farsi da parte. Cioè, parliamo di Montezemolo…».
Stefano Vignaroli è deputato del Movimento Cinque Stelle. Eletto a Roma, non è certo un fan delle Olimpiadi, né di chi le sta promuovendo. Quindi le rassicurazioni di Montezemolo non rassicurano.
«Intanto bisogna vedere come, quando, perché e in che modo si fa da parte. E comunque, le ripeto, cambia poco».
Insomma, il Movimento non cambia idea, anche se Montezemolo sostiene che Roma è favorita tra le città in corsa per i Giochi del 2024?
«Certo. E poi tutti ricordano che fu proprio Montezemolo a organizzare i Mondiali del ‘90. E noi, se non sbaglio, quei debiti li stiamo finendo di pagare adesso…».
Ieri invece l’assessore all’Urbanistica Berdini ha detto che le Olimpiadi si possono fare e rappresentano un’opportunità per i romani. Lei cosa ne pensa?
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«Sono sulla posizione di Virginia Raggi ».
Contrario ai Giochi?
«Sicuramente».
Nulla può spostare la questione? Glielo chiedo perché comunque il Campidoglio si prepara ad incontrare il presidente del Coni Malagò. E c’è chi dice che se arrivasse una offerta che non si può rifiutare, allora le cose cambierebbero.
«Senta, se arriva un progetto rivoluzionario, eccezionale… Ma no, per noi non sono una priorità. E, anzi, conta soprattutto che non paghino i cittadini».
I romani?
TAVERNA VIGNAROLI
«Non solo i cittadini romani, intendo i cittadini italiani. Io sono un parlamentare, il problema non è solo di Roma e anzi mi interessa relativamente sapere che non pagano i romani: non devono pagare gli italiani».
Nessuna spesa per lo Stato sembra impossibile, Vignaroli.
«Mi dispiace, ma noi stiamo prima di tutto dalla parte dei cittadini. Non deve crescere la spesa pubblica, non deve aumentare il debito del nostro Paese».
virginia raggi si intrattiene con il pubblico