giorgia meloni
Estratto dell'articolo Francesco Bechis per “il Messaggero”
È una doppia partita da giocare a Bruxelles. Di fronte alla Commissione europea e al quartier generale della Nato. Aumentare le spese militari, rispettare l'impegno preso con l'Alleanza atlantica di investire nella Difesa il 2 per cento del Pil nazionale. Non sarà facile, ha ammesso di recente il ministro Guido Crosetto. Al vertice della Nato a Vilnius l'11 e 12 luglio l'Italia rischia di finire nella schiera dei "Pierini" dell'alleanza, i Paesi membri che spendono meno.
SPESA MILITARE
IL MONITO
[…] Il governo aumenterà la spesa nella Difesa come promesso. […] Raggiungere il target del 2 per cento entro il 2024, però, resta una chimera. Sono ben altre le previsioni italiane. Nel 2023, ha annunciato di recente il ministro della Difesa di Fratelli d'Italia, il governo riuscirà a sfiorare quota 1,48 per cento. […] tuttavia ancora lontano dalla roadmap Nato. Complici i vincoli di bilancio europei che impediscono all'Italia di raggiungere il gruppo di testa dei Paesi Nato che primeggiano per le spese militari.
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Il governo Meloni, al pari dei precedenti, ha per questo motivo avanzato a Bruxelles la richiesta di scorporare le spese per la Difesa dai vincoli di bilancio. Ovvero, mentre si aprono i negoziati per la riforma del Patto di Stabilità europeo, Roma chiede di escludere dal raggio di azione del Patto le spese militari. Una via di uscita per evitare, dice Crosetto, «di essere gli unici a non raggiungere» la soglia fissata dalla Nato […]
La richiesta però difficilmente andrà in porto. Del resto la battaglia del governo sconta una duplice resistenza. Da un lato il muro degli Stati "frugali" in Ue, per nulla disposti ad accettare sconti e deroghe per le spese militari all'interno del nuovo Patto di stabilità. Dall'altro il fronte interno con un asse sempre più trasversale fra i banchi delle opposizioni, dal Movimento Cinque Stelle ad ampie frange del Pd targato Elly Schlein, pronto alle barricate in Parlamento contro l'aumento della spesa militare.
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[…] Per raggiungere il 2 per cento di Pil in spese militari entro il 2024 l'Italia dovrebbe infatti aumentare fin da subito la spesa in Difesa di circa dieci miliardi l'anno. Risorse impensabili mentre il Paese fa ancora i conti con gli effetti dell'inflazione e il governo è impegnato notte e giorno a mettere a terra i miliardi del Pnrr.
Va detto che l'Italia non è l'unico Paese a scontare ritardi e difficoltà nel rispetto degli impegni assunti con l'Alleanza atlantica. Ad oggi, ben venti Paesi membri su trenta non hanno infatti ancora raggiunto il target del 2 per cento. Fra questi anche la Francia […]
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