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1 – "SERVE LO SCUDO PENALE, MA CDP NON INTERVENGA SULL'ILVA L'ITALIA SI GIOCA LA CREDIBILITÀ ALL'ESTERO"
Alessandro Barbera per “la Stampa”
Da settembre Giovanni Tria è tornato alla vita mite del professore. Si occupa di relazioni internazionali per la sua università. Fatica a dare giudizi netti su quel che si è lasciato alle spalle. Mantiene lo stile dubbioso che ha fatto la fortuna del personaggio di Maurizio Crozza, ma sul destino dell' ex Ilva e la riforma del Fondo Salva-Stati dà giudizi precisi.
ILVA DI TARANTO
Tria, è favorevole o no all' intervento dello Stato per salvare Taranto?
«Il problema va risolto, ma sarebbe stato meglio evitare di cancellare lo scudo penale».
Crede che Mittal abbia ragione di lamentarsene? O è stato un alibi per tirarsi indietro?
LA SOLITUDINE DI GIOVANNI TRIA
«Ho vissuto in prima persona la vicenda della Tav Torino-Lione: allora come oggi si è creato un enorme danno reputazionale al Paese. Chi fa investimenti deve avere la certezza che il quadro normativo non cambi».
lakshmi narayan mittal 5
Tav e Ilva: le considera due vicende sovrapponibili?
«Se non si tornasse al regime precedente il caso di Taranto sarebbe ancora più eclatante. Gli accordi vanno rispettati, da entrambe le parti. Questa sullo scudo (introdotto e tolto due volte da quattro governi diversi, ndr) è una sceneggiata che si sarebbe dovuta evitare».
giovanni tria fabrizio palermo
Insisto: ipotizziamo che Mittal se ne vada davvero. Considera l' intervento pubblico necessario? O è favorevole anche ad una soluzione a sostegno della stessa multinazionale indiana, ad esempio attraverso Cassa depositi e prestiti?
«Investire in aziende come Ilva non è fra i compiti della Cassa. Cdp non può essere utilizzata per interventi di cui non è sicuro il risultato. Occorre essere molto cauti, c' è in palio il risparmio postale degli italiani».
GIOVANNI TRIA E L'AUMENTO DELL'IVA
Eppure lei disse sì all' intervento pubblico in Alitalia.
«Dissi di sì purché ci fosse un piano industriale credibile e dentro le regole europee. Il sì era condizionato a queste due precondizioni, che peraltro in quel caso non si sono ancora realizzate».
alitalia
Parliamo di un altro tema che conosce da vicino: la riforma del Fondo salva-Stati. Lega e Cinque Stelle denunciano la firma di un accordo segreto, del quale il Parlamento sarebbe rimasto all' oscuro. Se non ricordo male l' ha discussa lei all' Eurogruppo di luglio, il consesso dei diciannove ministri finanziari della moneta unica. Cosa risponde alle accuse?
(Tria ridacchia, poi si fa serio, ndr). «Non c' è stata nessuna firma, tantomeno segreta. È una polemica a dir poco pretestuosa. Il testo è disponibile sul sito della Commissione europea».
Smentisce che l' accordo penalizzerà l' Italia?
meccanismo europeo di stabilita' 2
«Il processo di riforma del Fondo è iniziato nel 2011. È stata condotta una lunga trattativa, e certamente quello trovato è un compromesso. Come tale scontenta un po' tutti: l' Italia, ma anche la Francia o la Germania. Si dimentica però di dire che la firma non c' è stata ancora, e che il Parlamento dovrà ratificare il trattato. Quando si parla di queste cose sarebbe bene prima approfondirle».
GIOVANNI TRIA MATTEO SALVINI
Pensa a qualcuno in particolare? Matteo Salvini? Claudio Borghi? I Cinque Stelle?
«Non personalizzo».
In quali punti l' Italia dovrebbe ritenersi soddisfatta?
«I passaggi più pericolosi sono stati eliminati, in particolare quello che prevedeva la possibilità di ristrutturazione del debito sovrano. Era un punto molto delicato, ora trasformato in una formula generica».
matteo salvini giovanni tria
La manovra per il 2020 le piace? Il nuovo governo l' ha accusata di non aver lasciato un piano per evitare l' aumento dell' Iva.
«Sono ex ministro da troppo poco tempo, non sarebbe elegante da parte mia fare commenti. Ci tengo però a ricordare che lasciai sul tavolo del ministero una bozza di manovra che non si era ancora confrontata con le parti politiche».
giovanni tria foto di bacco
Riconosce al nuovo governo di essere comunque riuscito a evitare gli aumenti Iva?
«Era un obiettivo votato dal Parlamento e non così difficile: la stretta sui conti approvata lo scorso luglio aveva già realizzato le condizioni per evitare quegli aumenti».
I Cinque Stelle propongono di abolire il canone Rai. Lei che ne pensa?
GIOVANNI TRIA IN VACANZA A PONZA
«In astratto si può essere favorevoli a qualunque cosa. Ma scusi: in quel caso che ne sarebbe del servizio pubblico? La Rai diventerebbe una televisione commerciale come le altre. Altro discorso è se si decidesse di suddividere le sorti di alcuni dei canali principali. E' un dibattito antico».
Pensa che questa maggioranza rissosa durerà ancora a lungo? O pensa che sarebbe meglio andare ad elezioni?
conte e tria
«Se non c' è chiarezza politica di stabilità ce n' è poca. Ma finché c' è una maggioranza deve andare avanti, siamo pur sempre un sistema parlamentare».
2 – «ABBIAMO SVENTATO I PERICOLI LOTTANDO CONTRO GLI OLANDESI»
Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def
Andrea Bassi per “il Messaggero”
Giovanni Tria, ministro dell'Economia nel primo governo guidato da Giuseppe Conte, la notte del 13 giugno scorso se la ricorda bene. «Siamo rimasti riuniti fino all'alba, ho dovuto sostenere una battaglia durissima con gli olandesi», racconta raggiunto al telefono dal Messaggero.
Professore, facciamo un passo indietro. Matteo Salvini ha accusato Conte di «alto tradimento» per aver firmato le modifiche per il nuovo meccanismo salva Stati europeo. Parole gravi. Quali impegni avete davvero preso quella notte? Che cosa avete firmato?
«Non è stato firmato nulla, ne da me la notte dell'Eurogruppo e nemmeno dalpremier Conte. Semplicemente sono state esaminate delle bozze e sono stati raggiunti dei primi accordi».
MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA
Che cosa volevano imporci gli olandesi?
«Volevano inserire nel nuovo Meccanismo Salva Stati delle regole fisse di calcolo per determinare se il debito di un Paese è sostenibile oppure no. Sarebbe stato un passaggio inutilmente pericoloso».
Pericoloso?
roberto gualtieri giuseppe conte 1
«È evidente che il giorno dopo tutti gli analisti si sarebbero messi a fare i conti con quei parametri su quali erano i Paesi con debiti a rischio. Avremmo fatto il bis del bail-in, il meccanismo che ha portato ai salvataggi bancari in Italia. Si sarebbe introdotto un sistema per salvare gli Stati che però sarebbe stato esso stesso una delle possibili cause delle crisi».
GIOVANNI TRIA
E invece?
«Vede, le decisioni in Europa si prendono a maggioranza. Bisognava andare avanti, siamo arrivati a un compromesso. E devo dire che date le condizioni abbiamo ottenuto molte delle cose che avevamo chiesto».
GIOVANNI TRIA
Che compromesso avete ottenuto?
«I parametri fissi sono stati eliminati. Dunque dalle bozze è scomparso qualsiasi automatismo tra la valutazione del debito pubblico e la sua ristrutturazione. Ma ci sono anche altri aspetti che siamo riusciti ad evitare che fossero introdotti nel meccanismo salva-Stati».
LILLI GRUBER E ROBERTO GUALTIERI A OTTO E MEZZO
Quali?
«Gli olandesi volevano anche un meccanismo per assegnare alla Commissione il compito di aiutare i Paesi a mediare con i creditori. Abbiamo ottenuto che questo sistema fosse solo su base volontaria. Anche qui abbiamo evitato che si creassero degli automatismi».
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
Con le sue parole le sembra voler tranquillizzare il Paese che il pericolo è alle spalle. Eppure il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha recentemente detto che la revisione del meccanismo Salva-Stati costituisce comunque un rischio per l'Italia.
«Come ho detto prima, se si stabilisce un meccanismo esplicito per la ristrutturazione del debito degli Stati si ammette che un debito sovrano può essere ristrutturato. Così concepito, è lo stesso meccanismo, voglio ripetermi per essere sicuro di essere compreso, rischia di scatenare la crisi. Ebbene, nella bozza di documento che abbiamo ipotizzato questo passaggio è stato esplicitamente eliminato, però è vero che fino all'approvazione finale delle modifiche può sempre saltare fuori. Quello di Visco, probabilmente, è un avvertimento al governo e alla politica di non abbassare la guardia. Con Bankitalia, del resto, c'è stato un confronto costante».
ANTONIO PATUELLI GIOVANNI TRIA GIUSEPPE GUZZETTI IGNAZIO VISCO
Chi contesta contro le decisioni prese dal governo dice che il Parlamento non è stato informato e tantomeno coinvolto nelle trattative sul Fondo salva-Stati. E' così?
«No, non è così. Della questione ho personalmente riferito il 4 luglio scorso alle Commissioni riunite sugli esiti dell'Eurogruppo e dell'Ecofin di giugno».