giuseppe conte al telefono
Alessandro Barbera per “la Stampa”
Il messaggio lo rivolge con lo sguardo dritto ai due manager impegnati nella partita, Francesco Starace di Enel e Fabrizio Palermo per Cassa depositi e prestiti poco prima della pausa pranzo. «E mi raccomando, risolviamo il problema della rete unica». Giuseppe Conte ha ascoltato per cinque ore i capi azienda di tutte le società partecipate dallo Stato.
francesco starace
C'è chi presenta «piani green» (quello di Eni per superare la dipendenza dal combustibile fossile) chi parla del Ponte sullo Stretto (la fuga in avanti del numero uno di Ferrovie). Il premier ha in testa un solo argomento: la mai ottenuta fusione fra le due società che investono nella fibra ottica, Tim e Open Fiber.
Cassa depositi e prestiti è azionista di entrambe, Enel della seconda. Fu proprio Starace - spinto dall'allora premier Matteo Renzi - a credere nella nascita del concorrente che doveva costringere Tim a più investimenti. Oggi Open Fiber vale molto più dei settecento milioni inizialmente sborsati, ma lo spazio per due società della banda larga non c'è.
Il progetto è lo stesso dai tempi del governo Gentiloni: una società unica controllata in maggioranza dallo Stato e capace di essere terza rispetto agli operatori di telefonia fissa, come già avviene per il gas o la rete elettrica. A villa Pamphili il convitato di pietra è il numero uno di Tim Luigi Gubitosi, il cui titolo in Borsa in questi giorni vale poco più dei 34 centesimi segnati nei giorni del minimo storico, a marzo.
luigi gubitosi foto di bacco
Nei piani dell'ex monopolista il governo dovrebbe convincere Cdp a scambiare il suo cinquanta per cento di Open Fiber in titoli Tim, ma ciò finirebbe per fare dello Stato il primo azionista del gruppo telefonico. Una prospettiva alla quale l'azionista di Cassa - il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri - è piuttosto contrario.
fabrizio palermo foto di bacco (3)
Diventare primo azionista significherebbe farsi carico per intero o quasi del debito di Tim, stimato nella migliore delle ipotesi in ventiquattro miliardi di euro. La grande complicazione della partita è la presenza in commedia del primo azionista di Tim Vincent Bolloré, il quale - come qualunque azionista privato - pensa anzitutto a massimizzare l'investimento. Nei piani di Gubitosi lo Stato si farebbe carico dei debiti e permetterebbe di riavere il pieno controllo della rete, ma dall'Europa sono arrivati segnali negativi: Bruxelles è favorevole ad una rete pubblica ma solo se neutra rispetto ai privati.
vincent bollore
La pressione di Conte su Starace e Palermo serve a questo: non dare alibi al francese per rinviare una partita che rischia di travolgere i quarantamila dipendenti del gruppo.
Starace ha ricevuto segnali di interesse dagli australiani di Macquarie per la sua quota, Cdp ha il potere di indirizzare Tim verso l'approdo che il governo vuole. Conte vuole una soluzione rapida e capace di raggiungere l'obiettivo. Il premier teme che l'inazione danneggi sia le prospettive di Tim che di Open Fiber. Nell'era dello smart working sarebbe una beffa all'italiana.
FONDO MACQUARIE open fiber giuseppe conte al telefono l'ennesima conferenza stampa di conte by osho open fiber fibra ottica open fiber
Macquarie luigi gubitosi presenta il 5g di tim 1