Fabio Poletti e Monica Serra per “la Stampa”
BEPPE SALA
Giusto una macchiolina. Sei mesi di carcere convertiti in 45 mila euro di multa anche se con il riconoscimento di aver agito per motivi di «particolare valore sociale», le attenuanti generiche e il reato prescritto a novembre. Ma la fastidiosa macchiolina sulla fedina penale di Giuseppe Sala, condannato dal tribunale di Milano per la retrodatazione di alcune delibere quando era commissario di Expo, gli pesa tanto, eccome se gli pesa mentre si tortura l' orologio seduto al banco degli imputati, stretto tra i suoi avvocati: «Continuerò a fare il sindaco, ma così è stato processato il mio lavoro». A parte i 5 Stelle che non perdono tempo e chiedono la sua testa sono tutti, più o meno, con lui.
BEPPE SALA CON CALZINO ARCOBALENO
Mastica amaro il primo cittadino di Milano. Due volte assolto per gli affari della piastra espositiva, prima per turbativa d' asta, poi per abuso d' ufficio, Giuseppe Sala inciampa nel reato di falso ideologico per aver cambiato la data degli atti di nomina di due componenti della commissione che doveva assegnare gli appalti milionari della piastra di Expo.
La Procura per lui aveva chiesto 13 mesi. Gliene danno meno della metà. Ma i suoi tre coimputati vengono assolti e lui rimane sepolto sotto le carte. I suoi avvocati commentano la sentenza duramente: «La Procura generale aveva un solo obiettivo, che ha catturato». E alla fine quella di Giuseppe Sala è la reazione che non ti aspetti: «È comunque una condanna, ma questa non avrà effetti sulla mia capacità di essere sindaco di Milano.
SALA EXPO
Resterò primo cittadino per i due anni che restano del mio mandato. Di guardare avanti ora non me la sento». Pochi giorni fa aveva vaticinato un possibile secondo mandato. Da tempo si parla di vederlo alla guida di un nuovo soggetto politico del centrosinistra. Chi azzarda tanto lo vedrebbe pure premier. Ma oggi, per lui, è il giorno nel quale si gioca in difesa: «Dopo sette anni una sentenza così - ripete - per un vizio di forma, allontanerà tanta gente per bene dall' occuparsi della cosa pubblica. Io sono una persona resistente. L' ho dimostrato. Continuerò ad esserlo».
BEPPE SALA
I commenti sono quasi tutti per lui. Scontato il segretario del Pd Nicola Zingaretti: «Umanamente e politicamente sono vicino a Beppe. Dovrebbe dimettersi? No. Un secondo mandato? Dipende da lui, per me certo». Perfino il ministro dell' Interno Matteo Salvini, che sogna di riavere un sindaco leghista a Milano, scivola sul velluto: «Non sono abituato a festeggiare le condanne altrui come fanno a sinistra. Da milanese non festeggio se il mio sindaco viene condannato. Voglio leggermi gli atti. Verificheremo se c' è stato un errore. Da milanese sono orgoglioso di come è stata gestita Expo».
BEPPE SALA
Fuori dal coro c' è solo il Movimento 5 Stelle, che su Facebook spara a zero: «Abbiamo perso il conto di tutti gli indagati e condannati del Pd. Se Sala volesse veramente bene ai milanesi dovrebbe mollare subito la poltrona. Perché il segretario del Pd Zingaretti non lo caccia? È davvero imbarazzante quello che succede in casa Pd, altro che rispetto delle regole». Qualche goccia di veleno ce la mette pure il segretario lombardo della Lega Paolo Grimoldi: «È un danno d' immagine per Olimpiadi 2026 Milano-Cortina».
BEPPE SALA MATTEO SALVINI BEPPE SALA MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA MILANO matteo renzi giuseppe sala giuseppe beppe sala manifestazione antirazzista milano beppe sala carlo calenda BEPPE SALA E ATTILIO FONTANA BEPPE SALA E ATTILIO FONTANA thomas miao inaugura la sede milanese di huawei con beppe sala