Marco Giusti per Dagospia
dario franceschini 6
Grazie Franceschini! Ma grazie de che!? Che ce ne facciamo ora di un cinema senza censura quando la vera sofferenza del cinema è da anni l'autocensura. Un'autocensura imposta dalle commitenze, Rai e Mediaset, e ora soprattutto dalle piattaforme. Siamo tutti coscienti, così, che oggi non si potrebbero più ne' ideare né girare gran parte dei film che abbiamo amato e che ancora oggi vediamo in tv o in dvd. In copie tagliate o restaurate, poco importa, perché anche i tagli, le omissioni fanno parte della storia di un film e di un paese.
pier paolo pasolini il decameron
Tagli e censure che uniscono la grande stagione di Pasolini, di Bertolucci, di Ferreri, ma anche quella più di o de-genere dei film della Fenech e di Gloria Guida, i decameroni, i pornonazi, per non spingerci a Tinto Brass e molto più in là ai porno. Chi girerebbe oggi un pornonazi? E per quale committenza? O una commediaccia scorreggiona omofoba e maschilista? O Ultimo tango a Parigi o Salò Sade? Perché la costante che unisce molto cinema alto e bassissimo degli anni 60 e 70 è la trasgressione.
decameron pasolini 1
Ve la ricordate la trasgressione? Una cosa che non esiste più né al cinema né in TV ai tempi dei lundini e dei comici moderni. E la trasgressione si fa quando ci sono degli ostacoli, delle asticelle da abbattere e superare. Per Pasolini nel Decameron l'asticella, il tabù era il primo piano di un cazzo in erezione.
Ovvio che lo fece apposta e aveva un significato politico. Anche per Bertolucci la scena della sodomizzazione col burro di Maria Schneider aveva un senso politico, perché contemporaneamente Marlon Brando parlava della sua educazione cattolica. Vallo a spiegare oggi a chi vede, anche giustamente, in quella scena l'orrore della violenza maschile sulla donna.
decameron pasolini 2
Perché, certo, il ragionamento filava, ma il sedere era quella della Schneider, e Bertolucci non solo se lo poteva risparmiare, ma poteva non essere così realistico. Ma nessuno oggi si azzarderebbe più a costruire una scena del genere, e magari è un bene, per ragionare sulla violenza della famiglia cattolica. E questo è un male. Ma questi erano in fondo incidenti di percorso di un viaggio compatto del nostro cinema migliore verso una liberazione, nata dalla trasgressione, dal conformismo e dalla cultura borghese cattolica. E oggi proprio il conformismo e la cultura borghese cattolica alla Avati sembrano, ahimè, il meglio che il nostro cinema franceschinizzato possa darci.
ultimo tango
No. Meglio censura e libertà di sfidarla anche con i pornonazi, allora. Pasolini si accorse in un celebre convegno di Bologna che le sue trasgressioni sul sesso avevano aperto il cinema italiano a una massa di film per guardoni e pipparoli. Verissimo.
gloria guida
Ma anche quei film per guardoni e pipparoli, che giocavano al gatto e al topo coi censori, hanno un po' contribuito a liberarci da conformismo e cultura cattolica, che erano le piaghe di un cinema fatto da borghesi per un pubblico borghese. Oggi le piaghe di chi cerca di esprimersi col cinema sono l'autocensura già a livello di sceneggiatura legata alla committenza, cioè alle piattaforme. E l'autocensura legata al politicamente corretto rispetto praticamente a tutto. Che libertà abbiamo allora?
marco giusti
decameron pasolini 3 decameron pasolini scena da ultimo tango a parigi ultimo tango a parigi 2 foto del film ultimo tango a parigi maria schneider ultimo tango a parigi 5 maria schneider ultimo tango a parigi 4 marlon brando e il cappotto cammello in 'ultimo tango a parigi' 7 marlon brando e il cappotto cammello in 'ultimo tango a parigi' 1 pasolini decameron