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    IL CINEMA DEI GIUSTI - IN ''FIGLI'' DI GIUSEPPE BONITO SI SENTE UN SINCERO CALORE FRA TUTTI, ATTORI, PRODUTTORI E TROUPE, E UN RISPETTO TOTALE PER IL PROGETTO CHE MATTIA TORRE NON HA POTUTO PORTARE A TERMINE. PER QUESTO SOFFRE UN PO' DI UNA MANCANZA DI REGIA AUTORIALE, MA SONO MALI MINORI DI FRONTE A UN FILM PIENO DI TROVATE DIVERTENTI E VOGLIA DI VIVERE, CON MASTANDREA E CORTELLESI, CHE FURONO UNA COPPIA VERA E...


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    Figli di Giuseppe Bonito

     

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    Fare un figlio oggi, anzi nell’Italia di oggi, è da eroi. Due è proprio da pazzi. Questo affettuoso, divertente, sentito Figli, scritto dal compianto Mattia Torre e diretto da Giuseppe Bonito, già autore del notevole Pulce non c’è e amico e co-regista di Torre, dominato dai suoi due protagonisti Paola Cortellesi e Valerio Mastrandrea, fortemente voluto da Lorenzo Mieli che lo ha prodotto per The Apartment assieme a Wildside e Vision, è soprattutto un film di amici. Ma non secondo il solito modello cinematografaro romano del cinema fatti dagli amici che poi andranno a vedere solo loro.

     

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    Qui si sente un sincero calore fra tutti, attori, produttori e troupe, e un rispetto totale per il progetto che Mattia Torre non ha potuto portare a termine. Un calore e un rispetto per un film che parla in termini comico-drammatico di un tema importante come fare i figli oggi. E i rapporti che cambiano fra i genitori e il resto del mondo, nonni compresi. Che qui sembrano proprio i peggio nella loro corazza di sicurezza pensionistica e, addirittura, voglia di futuro.

     

    “Non morite neanche più” urlerà alla madre Paola Cortellesi al rifiuto di darle una seria mano nell’organizzazione della famiglia con due figli, mentre il padre di Valerio Mastandrea progetta con la sua nuova compagna, oltre ai balli sudamericani, addirittura un suo nuovo figlio. Non è sempre così, lo dico da nonno, ma certo un problema tra la generazione di trenta-quarantenni e quella precedente, i sessanta-settantenni, esiste. E, certo, sia Torre che i due protagonisti sembrano saperne qualcosa sull’argomento e mettere parte delle loro esperienze nella storia, che è divisa in capitoletti come fosse una striscia comica.

     

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    Si va dalla ricerca della baby sitter all’uscita serale della coppia tra mille paure e voglia di tornare subito a casa, dai rapporti con gli amici al desiderio di aprirsi a nuove storie. Tutto molto divertente, lo ammetto, inoltre costruito con grazie e con tante partecipazioni di amici attori, da Valerio Aprea a Stefano Fresi, da Paolo Calabresi a Andrea Sartoretti, da Gianfelice Imparato alla coppia Carlo De Ruggeri Massimo De Lorenzo. Tutto molto affettuoso e tutto alla Boris, la celebre serie comica costruita proprio da Mattia Torre.

     

    mattia torre mattia torre

    Proprio per il troppo rispetto per l’autore amico scomparso, credo, e per la costruzione molto frammentaria, il film soffre un po’ di una mancanza di regia autoriale. Come se Giuseppe Bonito avesse preferito una regia quasi di servizio, come è nelle serie, dove ogni attore potesse fare il suo numero e dare il suo apporto. La struttura generale risente un po’ di questa impostazione, e non capisci sempre lo sviluppo narrativo della storia dei due genitori sempre in crisi e sempre pronti a ricominciare con amore.

     

    Ma, lo ammetto, sono mali minori di fronte a un film pieno di trovate divertenti e di voglia di vivere con due protagonisti non solo di gran classe, ma anche molto generosi nel mettere tutto quello che possono nella storia, che tocca anche quella loro personale, magari ormai lontana, di vera coppia. In sala dal 23 gennaio.

    figli mastandrea cortellesi figli mastandrea cortellesi VALERIO MASTANDREA LA LINEA VERTICALE ALTER EGO DI MATTIA TORRE VALERIO MASTANDREA LA LINEA VERTICALE ALTER EGO DI MATTIA TORRE

     

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